giovedì, febbraio 07, 2013

Massimo D'Alema (Pd): «sì a Monti, ma Vendola e Sel irrinunciabili»

Massimo D'Alema
«L'unica maggioranza in grado di dare una prospettiva al Paese e di rappresentare con forza l'Italia nello scenario internazionale è una maggioranza ampia, rappresentativa e guidata dal Pd. Ma - fattore decisivo di cui Monti ancora fatica a prendere consapevolezza - deve essere una maggioranza che comprenda anche la sinistra perchè deve assolutamente fare anche cose di sinistra». Lo afferma, in una intervista al 'Messaggero', l'ex premier Massimo D'Alema sostenendo che tra le azioni del prossimo governo ci devono essere due cose: «Ridistruibire la ricchezza in modo più equo e promuovere lavoro e giustizia sociale», la maggioranza post voto «dovrà avere come bussola l'equità sociale». 

«La prospettiva di governo che offriamo al vaglio degli elettori - spiega D'Alema - non si fonda sulla sommatoria di un pulviscolo di sigle bensì è imperniata su un grande partito, il nostro. La vera scommessa delle elezioni sta qui, nella possibilità del Pd di affermarsi come elemento di garanzia della stabilità e anche della possibilità di realizzare una maggioranza ampia». Secondo D'Alema «non c'è alternativa» perchè «l'altra strada vedrebbe prevalere la frammentazione che esporrebbe il Paese a rischi drammatici. Non a caso è la prospettiva sulla quale punta Berlusconi».

D'Alema ha osservato che «se prende corpo uno scenario in cui il voto si disperde nei vari rivoli della protesta, ci ritroveremmo Berlusconi e la Lega che con il 28% dei voti si accaparrano il premio di maggioranza». «Sarebbe il crollo del Paese. È necessario richiamare tutti alle proprie responsabilità» ha aggiunto D'Alema osservando che «sbaglia chi indica in Sel e nella Cgil il vero pericolo per l'Italia». Il presidente del Copasir ha riconosciuto anche che nella campagna elettorale «il Pd è entrato troppo convinto di aver già vinto le elezioni. Bersani c'è, fa la sua parte, è credibile e affidabile, ma l'ho visto un pò troppo solo», «serve uno scatto, che non può che essere nella direzione della ripresa di contatto con i cittadini».
L’Unità, 7 febbraio 2013

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