domenica, gennaio 15, 2012

E’ morto padre La Grua, il prete che salvò mia madre

Padre Matteo La Grua
di Igor Gelarda
Stanotte è morto Padre Matteo La Grua. Era nato il 14 febbraio del 1914, tra poco avrebbe compiuto 98 anni. Francescano, prete dal 1937, a luglio del 2007 aveva celebrato il suo settantesimo anno di sacerdozio. Nato a Castelbuono, era palermitano di adozione, da sempre.
Palermo è una città difficile, Palermo è una città complessa. Palermo a volte non mi sembra neanche una città. Mi sembra un agglomerato di uomini che vivono all’interno di uno stesso distretto municipale. Spesso ci odiamo, Spesso dimentichiamo o infanghiamo la nostra storia, i nostri beni, le nostre ricchezze.
Quasi mai rispettiamo i nostri concittadini, abbiamo sempre da ridire su questo o su quell’altro, da criticare, da prendere le distanze con fluttuante e sconvolgente, ma costante, indecenza. Stanotte, invece, è morto uno dei pochi siciliani che verrà pianto da tutta la città. Tutta la città per una volta unita, si fermerà a ricordarlo. Sarebbe giusto che venisse dichiarato anche il lutto cittadino.
Esempio instancabile di una Chiesa militante, sana, che cammina sulle orme tracciate da Cristo. Ha passato la vita a pregare, a combattere il demonio da esorcista e intercedere con Dio per la guarigione di migliaia di persone. Ogni ora della sua vita spesa per gli altri. Fino alla fine, anche quando il peso dei suoi anni lo ha reso curvo nel corpo e debole. A Margifaraci, alla Chiesa della Noce, al Rinnovamento dello Spirito, centinaia di persone hanno risolto i loro problemi, piccoli o grandi, hanno ottenuto le loro guarigioni piccole o grandi, hanno avuto “arienza” da Dio. Certo, dobbiamo essere scientifici e Cartesiani: molte guarigioni, da disturbi lievi, sono state solo oggetto di suggestioni psicologiche, frutto di autosuggestione. Tante altre sono state risolte dall’intervento dei medici. Ma molte no.
Ventotto anni fa anche mia madre fu colpita dal male del secolo e i medici dissero che ben poco restava da fare. La follia delle cellule si era estesa a tutto il corpo e il destino era compiuto, bisognava solo contare i mesi. Tutte cose che gli ospedali, e non solo quelli di Palermo, avevano messo per iscritto. Dio, ai tempi, era la nostra ultima speranza. L’ultima àncora di salvezza cui si appoggiano ogni giorno, ogni istante, milioni di disperati, gente che non ha più possibilità logiche, razionali, scientifiche, cartesiane cui aggrapparsi.
Conoscevamo Padre Matteo, conoscevamo il gruppo del Rinnovamento dello Spirito. Padre Matteo venne decine di volte a casa nostra, io avevo solo 10 anni. E decine di volte andammo alle sue preghiere. Come guarisce il Signore, come entra dentro di noi, come tira via il male che ci appesta? Io so solo che mia madre, oggi, ha letto questo articolo insieme a tutti noi, in perfetta buona salute. Grazie a Dio e a Padre La Grua. Non siamo noi a poter stabilire chi è santo e chi no. Ma posso dire, senza tema di smentite, che è stato un grande uomo. Siamo certi che Padre Matteo, dal Cielo, continui a sorridere ed intercedere per noi e per la nostra Città.
LiveSicilia.com, 15.01.2012

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