giovedì, gennaio 26, 2012

Cracolici all'Unità: "Orlando sbaglia, il centrosinistra fu sconfitto a causa della sua deriva estremista"

Antonello Cracolici
IL Pd al servizio di Lombardo? A questa domanda, e ad altre, ha risposto Antonello Cracolici, In una intervista di Jolanda Bufalini pubblicata su l’Unità . .
«Il Pd è al servizio della Sicilia e del cambiamento in quella Sicilia dove c’era il centrodestra del mitico 61 a 0. Orlando lo ricorda bene perché allora era candidato a presidente della Regione e fu fra gli attori protagonisti di quell’epoca in cui il centro sinistra fu sconfitto a causa della sua deriva estremista».
Respinge l’accusa al mittente?
«Noi abbiamo contribuito a scardinare la destra dei Cuffaro, degli Schifani e dei Castiglione quando in Italia si era nel pieno del dominio berlusconiano, facendo nascere un’alleanza fra progressisti e moderati. È un’accusa ridicola, Orlando è succube di un’ossessione.
È l’eterno sindaco dì Palermo. Lui è stato sindaco la prima volta nel 1985, 27 anni fa. Ma ancora adesso l’Orlando furioso ritiene di essere l’unico e ucciderebbe, politicamente, chiunque osi alzare la testa. Lo ha fatto anche perdendo. La volta scorsa vinse le primarie ma poi perse con Cammarata. Non escludo brogli ma non tali da annullare la distanza di 7 punti».
L’alleanza con i moderati – dicono i suoi critici – si fa con chi ha portato al disastro Palermo.
«Premessa: in consiglio comunale, fra i sostenitori di Cammarata, ci sono eletti nelle liste per Leoluca Orlando sindaco. Fenomeno non solo locale, visto che Scilipoti fa parte della nidiata orlandiana dell’Idv. Altri si sono dispersi, con Orlando sono rimasti solo due consiglieri, di cui uno eletto nei Ds. Da tre anni le forze politiche che si richiamano al Terzo polo sono all’opposizione di Cammarata. Mpa e anche la nuova Udc da cui Casini ha buttati fuori gli uomini di Cuffaro e di Romano. Questa teoria della compromissione è stucchevole. Tanto più che si è arrivati a primarie del centro sinistra dalle quali è stato escluso il Terzo polo, che si era reso disponibile a sostenere un candidato del Pd a sindaco di Palermo. Per me è stato un errore, ma lui evidentemente ha paura delle primarie e ora si spinge fino a chiedere a Rita Borsellino di ritirarsi».
C’è il rischio di un bis delle primarie napoletane?
«A Palermo ci sono primarie vere con tre candidati da storie politiche specchiate, Orlando ha inventato il nuovo reato di inquinamento preventivo. Mi sembra intollerabile e temo che in una parte del centrosinistra stia prevalendo un estremismo manicheo che lo condanna a uno splendido isolamento. Temo che si prepari un nuovo 61 a 0».
Ci sono voci di un possibile ritiro di Rita Borsellino.
«Mi dispiacerebbe, dopo che ha sciolto la riserva salutando le primarie come un fatto positivo per il quale ha anche criticato Orlando. Dispiacerebbe che si arrivasse a questo dopo che sono state fissate. Però le voci sono suffragate dal fatto che Sel ha chiesto una proroga di 48 ore. Significa che qualche problema c’è. Sarebbe un grave errore che avrebbe l’effetto di delegittimare tutto il centro sinistra a Palermo.
Lei sostiene Fabrizio Ferrandelli?
«Sì, una parte del Pd ha deciso alla luce del sole di sostenere un candidato di 30 anni per il rinnovamento della città e anche di un ceto politico che è, nel bene e nel male, sempre lo stesso. Un ragazzo che è capogruppo di Idv al comune e che è stato anche nelle liste di Rita Borsellino. L’obiettivo è liberarsi di Cammarata e anche dell’orlandismo furioso».
Parla di rinnovamento generazionale ma mi pare ci sia un punto politico.
«Io mi ero dichiarato disponibile a sostenere Rita Borsellino, figura autorevole e capace di unificare il centrosinistra. Ma la Sicilia si sta affrancando e non bisogna fare l’errore di spingere i moderati con il Pdl. Essere pochi ma buoni non serve, resteremmo pochi e buoni a nulla. Abbiamo corso il rischio che una parte del Terzo polo sostenesse il Pdl. È un dato positivo, invece il Terzo polo si presenti in modo autonomo».
Quale rapporto esiste fra le amministrative e il governo della Regione?
«In Sicilia si vota in 200 comuni, a Trapani, a Agrigento, a Marsala. 2 milioni e mezzo di elettori. Presentarsi con una alleanza ampia è un modo per misurare se i siciliani condividono o meno l’esperienza alla Regione».
L'Unità, 26 gennaio 2012

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