giovedì, maggio 14, 2009

Palermo. Avviso di garanzia per l'assessore regionale ai Beni Culturali on. Antonello Antinoro (Udc) per voto di scambio

PALERMO - L'assessore regionale ai Beni culturali, Antonello Antinoro (Udc), è indagato per voto di scambio nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Palermo che oggi ha portato al fermo di 19 presunti esponenti mafiosi e all'arresto di altri due boss.I carabinieri hanno notificato questa mattina all'esponente politico un avviso di garanzia. Dalle intercettazioni, effettuate nel corso dell'indagine, è emerso che Antinoro avrebbe pagato somme di denaro per ottenere voti nel corso della campagna elettorale per le ultime regionali.
ANTINORO: "CONTINUO A SVOLGERE IL MIO LAVORO. "Continuo a svolgere il mio lavoro come ho sempre fatto negli ultimi dieci anni". Lo dice il deputato regionale Udc, Antonello Antinoro."La magistratura - prosegue Antinoro - ha il dovere di compiere il proprio lavoro e ne prendo atto. Faccio presente che nell'avviso di garanzia notificatomi stamattina vi è scritto che avrei pagato 3 mila euro per 60 voti. Ricordo che nel 2006 i cittadini mi hanno sostenuto con 30.357 voti e nel 2008 con 28.250. Ogni commento è pertanto superfluo"."La settimana scorsa - conclude Antinoro - il mio legale era tornato dal magistrato per rinnovare la mia disponibilità ad essere sentito rispetto alle notizie che avevo appreso, soltanto dai giornali, due mesi fa".
NEL MIRINO DEI MAGISTRATI ANCHE IL DEPUTATO REGIONALE NINO DINA. È indagato per concorso esterno in associazione mafiosa il deputato regionale, Nino Dina (Udc) nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'arresto di 21 persone. Il coinvolgimento di Dina arriva in seguito ad alcune intercettazioni eseguite dai carabinieri su affiliati alle cosche mafiose coinvolte nell'operazione "Eos".
CRACOLICI (PD): INSOPPORTABILE INTRECCIO MAFIA-POLITICA-MALAFFARE “Alla crisi politica ormai manifesta del centrodestra siciliano si aggiungono i segni di un degrado morale che dimostrano l’inadeguatezza politica di questa compagine”, dice il presidente del gruppo parlamentare PD all’Ars, Antonello Cracolici, in merito alla notizia del coinvolgimento di esponenti del governo e della maggioranza in un’inchiesta giudiziaria. “Anche in questo momento - prosegue Cracolici - non voglio tradire i miei convincimenti di garanzia dei diritti degli indagati e quindi non esprimo giudizi sommari, ne voglio trarre conclusioni affrettate. Solo lo sviluppo delle indagini dirà se esistono elementi di reato. Ma se così fosse – conclude - questa Regione non potrebbe sopportare di essere ancora una volta sporcata dall’intreccio perverso tra malaffare, politica e mafia”.

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