domenica, dicembre 21, 2008

Palermo. Polemiche sulla nomina del Consiglio di amministrazione dell’Amia

Uno dei revisori - Giuseppe Bilello - è in quota Pd. L’Mpa attacca: «Il partito di Veltroni fa un lavoro politico sottobanco»
Le prime critiche alle nomine dei vertici dell’Amia non potevano che arrivare dall’Mpa, che proprio ieri mattina, in conferenza stampa, ha rilanciato quello che rimane da sempre un suo progetto, cioè amministratori unici in tutte le aziende partecipate. Com’è noto, invece, l’altro ieri sera il sindaco Cammarata ha nominato il nuovo Cda dell’Amia, secondo i criteri che già si sapevano: riduzione da cinque a tre, ma niente amministratore unico. Scontata la presidenza dell’attuale assessore alla Pubblica istruzione Marcello Caruso. Alla vicepresidenza Maria Francesca Gallina e consigliere Mariano Alfonso Piazza. Mentre il collegio sindacale sarà composto da Angelo Cuva, al quale va la carica di presidente, da Rocco Navarra e da Giuseppe Bilello. Revisore contabile il professore Sergio Vizzini. Sulla nomina di Bilello, in quota Pd, va giù duro il consigliere comunale Leonardo D’Arrigo che accusa apertamente il partito di Veltroni, o meglio una parte, «di fare un lavoro politico sottobanco». E aggiunge: «A Palazzo delle Aquile il gioco del Pd è ormai chiaro ed anche infantile, quello di una opposizione concordata». Alquanto criptata appare invece la dichiarazione del coordinatore cittadino del Pd. Eccola: «Le nomine dei revisori delle società partecipate devono essere, come il sindaco aveva pubblicamente proposto, il frutto di un nuovo percorso trasparente e democratico, che introduca la presenza di un rappresentante dell’opposizione, per ciascun collegio o, altrimenti, si tratterà solamente di mance per l’opposizione. Assistendo alle prime nomine – prosegue Terminelli – viene la necessità di ribadire come sia corretto un percorso, che veda la trasparente presenza di designati di tutta l’opposizione, rifiutando, invece, qualsiasi logica di accordo o spartizione a metà, che finirebbe solamente per umiliare chi la riceve».
Michele Russotto
La Sicilia, 21.12.08

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