sabato, maggio 03, 2014

Primo Maggio. Calà (Cgil): "Vogliamo un nuovo processo per la strage di Portella"

La manifestazione di Portella
Nella mattinata del 1° maggio, sono stati più di In 2500 i partecipanti al corteo che, dalla Casa del Popolo, è arrivato fino al “sasso di Barbato”, luogo della strage di Portella della Ginestra di 67 anni fa.   Il  lungo serpentone, con le bandiere rosse e gli striscioni,  era aperto dalla banda che intonava le canzoni partigiane e del lavoro, seguita dai segretari della Camera del lavoro di Palermo Maurizio Calà, della Slc Cgil Maurizio Rosso e dalla segreteria nazionale Slc Cgil, guidata dal segretario  generale Massimo Cestaro. La Festa del Lavoro di giovedì a Palermo è stata dedicata ai precari dei call center, dei teatri, delle orchestre e di tutti i  settori della conoscenza. Erano presenti al corteo, infatti, delegazioni di Fastweb, di Almavia, di Telecom, di Accenture, di 4you, di H2g call, rappresentanti di tecnici e artisti del Teatro Biondo e della Foss, Rsu e tecnici della Rai, rappresentanze  di ballerini, attori, artisti, musicisti,  postini. 

Vincenzo Agostino a Portella
«Occorre una legislazione di sostegno alla contrattazione collettiva – ha detto Cestaro - che indichi  soluzioni al dilagare del precariato, sapendo che da solo il mercato del lavoro non può  garantire una risposta,  se prima non arriva una  ripresa economica e non si fanno ripartire i settori produttivi». 
A Portella c’erano anche i sindaci e i gonfaloni di Piana degli Albanesi, S. Giuseppe Jato e S. Cipirello, i tre comuni coinvolti nella strage. A sorpresa, è arrivato anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che ha seguito la manifestazione fino alla fine, anche se contestato da un gruppetto di “no muos” e da una operatrice della scuola. 
L'intervento di Mario Nicosia
Toccante l’intervento iniziale di Mario Nicosia, uno dei sopravvissuti della strage di Portella, che ha letto i nomi di tutte le vittime. «Vincenzina La Fata aveva appena 9 anni e Giuseppe Di Maggio era solo un ragazzino di 13 anni…», ha detto tra le lacrime. Non meno commovente la richiesta di «verità e giustizia» avanzata ancora una volta da Vincenzo Agostino, papà del poliziotto Nino, assassinato insieme alla moglie Ida (incinta) nel 1989. Antonio Fucarino, segretario della Camera del lavoro di Piana, ha ricordato i caduti di Portella, inseriti nella “lunga strage” di dirigenti sindacali della sinistra nel secondo dopoguerra. Maurizio Calà ha voluto rilanciare la richiesta di riaprire il processo di Portella, attraverso la desecretazione di tutti gli atti. Nella VI legislatura, infatti, sotto la presidenza del democristiano Luigi Carraro, fu deciso di secretare per 50 anni gli archivi e la documentazione delle prime tre commissioni d’inchiesta sulla mafia. «La desecretazione di questo archivio, in contemporanea con l’analogo proferimento sulle altre stragi, potrebbe fornire alla Magistratura inquirente prezioso materiale per riaprire il processo», dice il senatore Nicola Cipolla, che è stato membro delle prime commissioni antimafia.
Dino Paternostro


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