mercoledì, maggio 21, 2014

Giovanni Impastato a Parigi. Interventi nelle scuole su Peppino Impastato e il film "Cento passi"

di Rambaldo degli Azzoni
Mi vien voglia di scrivere una cosa abbastanza impressionante che Giovanni Impastato ha raccontato ad una platea di 400 studentesse e studenti francesi tra i 14 e 18 anni, poco dopo che essi avevano assistito alla proiezione del film "I cento passi" in lingua originale con sottotitoli in francese. Cerco di essere il più conciso possibile ma non è semplice.
Alla domanda di un ragazzo su come fosse "nato" il film, Giovanni ha detto che già 4 anni dopo l’assassinio di Peppino Impastato un grande regista come Gillo Pontecorvo avrebbe voluto cimentarsi con la vicenda ma nessuno osò investire, anche per la "delicatezza" dell’argomento .... poi negli anni ci furono altri tentativi e contatti con la famiglia, ma nessuno ci voleva mettere i denari .... verso la fine degli anni ’90, quando l’inchiesta è stata riaperta e Badalamenti incriminato, si affaccia un produttore francese di origine italiana, Fabrizio Mosca, che aveva acquistato i diritti di una sceneggiatura di Claudio Fava e Monica Zapelli, riesce a coinvolgere la RAI con un terzo del budget necessario e propone Marco Tullio Giordana come regista. Il film costa circa 5 miliardi e ne incassa 28. Vince molti premi importanti e incassa anche negli USA, al punto di entrare fra i candidati all’Oscar per il miglior film straniero.

Ma a quel punto nasce un problema .... viene spiegato chiaramente alla produzione che per poter sperare di vincere è necessario intervenire radicalmente su di una brevissima ma fondamentale parte del film, il finale.... le bandiere rosse che sventolano dietro la bara vuota di Peppino non sono compatibili con una vittoria della mitica statuetta, negli USA c’è un’allergia troppo forte verso quel colore ...... devono cambiare colore, diventare verdi o altro ........ la produzione e soprattutto la famiglia si oppongono con indignazione, le bandiere restano rosse e "I cento passi" non vince l’Oscar nell’anno 2001......
Un breve passo indietro: nel 1999 un film italiano, "La vita è bella", di e con Roberto Benigni, vince l’Oscar per il miglior film straniero ...... e l’impressione è che quel film, fin dall’inizio, dalla sceneggiatura, fosse stato concepito per avere successo negli USA .... e per vincere l’Oscar .... come si spiega altrimenti un grave falso storico, anch’esso nel finale del film, che in quell’occasione ebbe un effetto ben diverso sulla vicenda Oscar ? Qual è la bandiera sul carro armato che salva e porta fuori dal campo di sterminio nazista di Bergen Belsen? E’ quella statunitense, quando quel campo fu liberato il 15 aprile ’45 da un battaglione inglese .... inoltre in quel campo, che non era stato concepito come campo di sterminio, ma prima come campo di prigionia per soldati sovietici (poi quasi tutti morti di fame) e poi come campo di passaggio da e verso altri campi, non ci sono mai state camere a gas (che invece nel film sono assolutamente presenti)..... è quindi forte l’impressione della scelta di voler far contento qualcuno e il risultato, a quanto pare, c’è stato ...

www.altritaliani.net, 21 maggio 2014,

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