sabato, agosto 28, 2010

Mafia. Confindustria, Legacoop ed Ance hanno aderito al decalogo antiracket proposto da LiberoFuturo e Addiopizzo: "Espulso chi viene indagato"

Enrico Colajanni, presidente di "Libero Futuro"
Basterà un avviso di garanzia per associazione mafiosa o concorso esterno per essere sospeso ed espulso da Confindustria Palermo, Lega delle Cooperative e Ance, l'associazione degli edili. Le tre organizzazioni datoriali hanno aderito al decalogo antiracket proposto dall'associazione LiberoFuturo e da Addiopizzo, presentato a Palermo nella facoltà di Giurisprudenza. Le nuove regole inaspriscono le sanzioni già previste dalla Confindustria nel proprio statuto per gli associati che non denunciano di avere subito richieste dal racket del pizzo. Una svolta voluta dal leader degli industriali Ivan Lo Bello e fatta propria da Emma Mercegaglia, che adesso il neo presidente della Confindustria di Palermo, Alessandro Albanese, rilancia con regole ancora più ferree. Il decalogo sarà sottoscritto domani in occasione del 19/o anniversario dell'assassinio dell'imprenditore Libero Grassi, ucciso nel 1991 per essersi ribellato al pizzo. Per prevenire il fenomeno mafioso, tutelare e difendere i propri iscritti, Confindustria, Ange e Legacoop hanno deciso di integrare i rispettivi statuti con dieci nuove regole. Il decalogo prevede l'attivazione di un servizio di assistenza per le denunce e uno post-denuncia per aiutare gli imprenditori, vittime del racket delle estorsioni, che decidono di collaborare con le forze dell'ordine. Inoltre impegna le associazioni a costituirsi parte civile nei processi, dove sono presenti propri iscritti, contro gli estorsori e in quelli contro imprenditori imputati dei reati di associazione mafiosa o concorso esterno in associazione mafiosa. Il decalogo prevede poi di rendere pubblico l'elenco aggiornato degli associati e sostenere il movimento del Consumo critico di Addiopizzo, invitando le imprese ad aderire. "Molti imprenditori stanno cominciando a opporre resistenza in diverse zone della città, dice il responsabile dell'associazione “Libero Futuro”, Enrico Colajanni - anche in quelle più marginali e controllate dal sistema mafioso. Gli imprenditori devono sapere che non c'é spazio all'interno delle associazioni di categoria per chi ha delle ombre". Per il presidente di Confindustria Palermo, Alessandro Albanese, "questo decalogo è il risultato di un percorso di elaborazione avviato con Addiopizzo e Libero Futuro da tempo. E' importante aderire perché sono previste norme comportamentali che saranno inserite negli statuti delle associazioni di categoria e perché rivoluziona il modo stesso di fare associazione". "Il mondo delle cooperative è da sempre impegnato in questo senso e il nostro codice etico contiene già regole simili - dice Filippo Parrino di Legacoop - Abbiamo deciso di promuovere e firmare questo decalogo perché pensiamo che il nostro impegno deve essere messo a disposizione dell'associazione". Fonte: SiciliaInformazioni

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