mercoledì, novembre 14, 2007

Corleone, il trasferimento di don Francesco. Ancora lettere...

Consapevoli che le nostre parole non cambieranno la situazione, vogliamo mettere in evidenza, anche se solo per sfogo, che siamo davvero stanchi di episodi come questo... (Rosalia 68)

Cara Rosalia 68 penso che il motivo per cui Padre Francesco venga trasferito a Prizzi non è proprio quello che la Curia ci ha riferito bensì un'altro. (Giusy)
LEGGI TUTTO

1 commento:

Massimo Pasqua ha detto...

Condivido pienamente la riflessione di Mari (chi sarà mai.)In una prospettiva di accorpamento e di riduzione delle parrocchie,la marginalizzazione di una parte importante del paese, che comprende tutta la zona di San Giovanni, della popolatissima via Lombardia, di San Giuliano, credo rappresenti una decisione particolarmente sbagliata.
La massiccia presenza di anziani rappresenta fin da subito per l'amministratore parrocchiale una problematica enorme. Per non parlare delle chiese minori del nostro territorio (San Michele, La Candelora, la Madonna del Mal Passo, la chiesa delle Due Rocche, la chiesetta di via Giovan Battista Sgarlata, penso anche alla stessa San domenico)così amorevolmente e testardamente custodite e valorizzate fino ad oggi: che fine faranno?
Diventeranno ruderi da sommare agli altri ruderi presenti a Corleone?
Queste chiese non solo sono luoghi di fede e di preghiera, ma rappresentano le nostre tradizioni, sono l'espressione tangibile del nostro passato, sono la testimonianza visibile della cultura urbanistica espressa dal nostro territorio (può piacere o meno, è così).
Il vescovo ha motivato la decisione del trasferimento e della mancata assegnazione di un altro sacerdote col fatto che i sacerdoti sono pochi e col fatto che essendo la nostra comunità parrocchiale particolarmente vivace e con un numeroso laicato impegnato la nostra parrocchia meglio di altre potrà sopportare la mancanza di un sacerdote.
Ma fino a quando?
Per quanto tempo un gregge può seguire la strada giusta non disperdersi senza un pastore?
L'appello che in questa sede, come in tutte le altre che avrò a disposizione, voglio lanciare è questo: non scoraggiamoci, lavoriamo più di prima, serriamo le fila perchè solo così con la nostra perseveranza costringeremo il vescovo a non dimenticarsi di noi.
Viva Santa Rosalia

Massimo Pasqua