lunedì, ottobre 22, 2012

Corleone, cancellato l'aumento della Tarsu, ridotta l'Imu sulla prima e sulle seconde case


La maggioranza (peraltro striminzita!) che nel maggio scorso ha eletto Lea Savona sindaco di Corleone si è squagliata venerdì sera. Ad affossarla (per motivi a noi ignoti) il gruppo “Mi ci vedo” che fa capo all’ex sindaco Nino Iannazzo. I quattro suoi consiglieri (Stefano Gambino, Mario Lanza, Angelo Cangemi e Francesco Piazza) non si sono presentati in aula (il quinto, Salvatore Sorisi ha già lasciato il gruppo, transitando nel gruppone del sindaco Savona, legato all’on. Francesco Scoma), lasciando alla maggioranza (non più maggioranza) solo otto consiglieri su venti.
Come approvare, allora, la delibera con cui l’amministrazione comunale proponeva di aumentare l’Imu sulle seconde case allo 0,90%? Per farlo occorrevano almeno 11 voti. Quindi, anche quelli dell’opposizione.
E l’opposizione che ha fatto? Un po’ di conti. Ha valutato che si consolidava la cancellazione della determina del sindaco n. 122 del 26.9.2012, con cui era stata aumentata di circa il 30% la Tarsu, e si riduceva dallo 0,4 allo 0,3% l’Imu sulla prima casa. Ha chiesto ed ottenuto anche di ridurre l’Imu sulle seconde case dallo 0,90% (come chiedeva la maggioranza) allo 0,83% ed ha votato la delibera.
Risultato: i cittadini di Corleone pagheranno Imu sulla prima casa allo 0,3%, come noi avevamo proposto qualche settimana fa (cioè, tra aliquota bassa e detrazioni, quasi nessuno la pagherà più), pagheranno l’Imu sulle seconde case allo 0,83% (cioè, lo 0,07% meno di quello che aveva proposto la maggioranza), non dovranno più pagare l’aumento del 30% sulla Tarsu. Valeva la pena allora dare il voto favorevole, no?
Tra l’altro, proprio sulla Tarsu l’amministrazione comunale, aiutata (?!) dai suoi uffici finanziari, aveva combinato un incredibile pasticcio. Con l’aumento del 30% ci sarebbe stato un gettito di 1 milione e 685 mila euro, a fronte di un costo del servizio quantizzato in un milione 132 mila 376 euro. In questo modo il comune avrebbe “guadagnato” su questa tassa ben 552 mila e 323 euro. Peccato che la legge preveda che il gettito fiscale della Tarsu non possa superare la copertura del costo del servizio. Da qui la revoca della determina 122 effettuata con la determina n. 130 del 16.10.2012.
(d.p.) 

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