di ENRICO FERRO
"La Lega? Io non conosco la Lega, io sono un uomo del Sud. Non so cos'è la Padania, per me esiste solo l'Italia". Eccolo Giuseppe Salvatore Riina, 34 anni, il figlio del boss, del capo dei capi di Cosa Nostra, l'uomo di Corleone che vuole rifarsi una vita al Nord. Dopo le indiscrezioni, dopo le polemiche, dopo due rinvii, da ieri è a Padova: lavorerà, studierà e opererà nell'ambito del volontariato.
Le ha provate tutte per schivare le luci della ribalta depistando fotografi e giornalisti ma alla fine, con il sorriso sulle labbra, si è arreso e ha concesso un quarto d'ora della sua giornata: una chiacchierata informale davanti alla stazione ferroviaria, fumando una sigaretta.
"Perché voi giornalisti continuate a seguirmi? Io sono giovane, voglio solo vivere la mia vita in questa splendida città".
Certo, Salvatore, perdoni la curiosità ma, sa, lei ha un nome ingombrante. Come mai proprio a Padova? "Voi dimenticate che io ho trascorso due anni in carcere a Padova e che quindi sono venuto a contatto con alcune Onlus e con alcune persone che mi hanno indotto a scegliere questa città. In poco tempo sono riuscito a stringere ottimi rapporti".
Si iscriverà all'università? "Io sono già iscritto all'università di Padova". A quale facoltà? "Non mi chiedete troppo, io sono un uomo del Sud". Come intende impostare la sua vita in città? "Ecco, questa è una domanda importante: io sto cercando un lavoro. Dunque se qualcuno fosse interessato... sono disponibile. Per il resto, vivrò come qualsiasi altro ragazzo della mia età. Compio 35 anni in maggio. Voglio intraprendere anche l'attività di volontariato ma per ora non dico né dove, né in quale ambito. Tanto mi vedrete. Certamente non vivrò nascosto in casa". La raggiungerà qualche altro familiare? "No, ho scelto di vivere qui da solo". E la fidanzata? "Sì, ho la fidanzata". Dove abita? "Ripeto, sono un uomo del Sud, non esageriamo con le domande". La Lega Nord ha innescato una furente polemica dopo la notizia del suo arrivo in città. Cosa ne pensa? "Lega? Io non conosco la Lega e nemmeno la Padania. Io sono un uomo del Sud e credo nell'Italia". Giuseppe Salvatore Riina è atterrato all'aeroporto di Venezia ieri mattina poco dopo le 10 con volo diretto da Palermo. Ma chi si attendeva una uscita sotto le luci dei flash è rimasto deluso. L'avvocato di fiducia Francesca Casarotto del foro di Vicenza è stata accompagnata dalle forze dell'ordine nella zona off limits dello scalo veneziano, ottenendo l'autorizzazione ad utilizzare una uscita secondaria, la cosiddetta "uscita vip".
Poi, al volante della sua Lancia Musa, l'ha accompagnato a Padova, direttamente in questura, dove ha firmato per la prima volta il registro delle presenze che dovrà onorare quotidianamente. Subito dopo, sempre con il suo avvocato e in compagnia di altre due donne (c'è addirittura chi giura di aver riconosciuto la madre Ninetta Bagarella, circostanza da lui smentita categoricamente) ha raggiunto l'appartamento in cui andrà ad abitare, depositando i bagagli. Nel corso della sua prima giornata padovana non poteva mancare un contatto con Tina Ciccarelli, la responsabile della Onlus che lo accoglierà: la nuova vita di un uomo del Sud in una città del Nord, dove ora risuonano le urla rabbiose dei padani.
(Il MATTINO, 15 aprile 2012)
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