martedì, gennaio 04, 2011

Palermo. La lotta alla mafia di Confindustria. Lo Bello: "Abbiamo espulso 30 aziende". Protocollo d'intesa tra la polizia e gli industriali siciliani

Il questore Zito e il presidente Lo Bello
Il presidente Lo Bello fa il bilancio degli effetti del codice etico: trenta imprenditori espulsi dall'associazione in Sicilia, sei a Palermo. Confindustria ristrutturerà la nuova sede della Squadra mobile di Palermo. Spesa: 350 mila euro.
Finora sono oltre trenta gli imprenditori espulsi da Confindustria in Sicilia. Sei a Palermo: cinque di loro si sono autosospesi. A scattare la fotografia della lotta a Cosa nostra portata avanti dagli industriali dell'Isola è Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia. Nel corso di una conferenza stampa convocata in Questura per illustrare il protocollo di legalità siglato con la polizia, il leader degli industriali siciliani e promotore da tempo del "codice etico" per gli imprenditori ha dichiarato: "Ci muoviamo quando raggiungiamo la certezza della collusione del nostro associato. E' chiaro che la nostra è una sanzione sociale che si affianca ai provvedimenti della magistratura". A Palermo sono stati sei gli imprenditori finiti sotto esame tra espulsi e 'accompagnatì nel percorso di denuncia. "L'espulsione - ha sottolineato Lo Bello - è inderogabile per l'imprenditore colluso, mentre cerchiamo di 'accompagnarè nel percorso di denuncia chi paga il pizzo". L'unica impresa espulsa a Palermo è Aedila Venusta. "Noi ci muoviamo - ha puntualizzato Lo Bello - quando raggiungiamo la certezza che quell'impresa è coinvolta nel pagamento del pizzo o nell'organizzazione criminale". Sul fronte delle denunce, a Palermo si è raggiunta quota trenta. "In Sicilia - ha concluso Lo Bello - siamo già a 150. Per noi l'espulsione resta una sconfitta. Il nostro obiettivo è buttare fuori gli imprenditori collusi, ma contemporaneamente convincere l'imprenditore che ha pagato a denunciare i suoi aguzzini".
In base al protocollo firmato, Confindustria si occuperà di completare e rendere utilizzabili i nuovi uffici della Squadra mobile di Palermo, ospitati nella restaurata ex Chiesa di Sant'Elisabetta. E' quanto prevede il protocollo d'intesa siglato da Lo Bello e dal questore Zito. Un impegno finanziario di circa 350 mila euro, che entro primavera permetterà di consegnare alla Squadra mobile la nuova sede con arredamenti e strumenti tecnologici d'avanguardia. Un'area dedicata sarà riservata proprio agli imprenditori che vogliono denunciare i loro aguzzini. La Questura si impegnerà, invece, a dar vita a iniziative di formazione rivolte al proprio personale e agli imprenditori sui temi generali della sicurezza e della legalità, con specifico riferimento alle modalità di denuncia e alle forme di tutela per chi abbia subito reati di tipo estortivo e minacce. Il protocollo ha durata triennale ed è rinnovabile.

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