sabato, gennaio 29, 2011

La comparazione del Dna sui resti del cadavere. Ma è il corpo di Giuliano o no?

Giuliano all'obitorio nel 1950
Bandito Giuliano: il test del Dna conferma che i resti riesumati sono suoi. Bandito Giuliano: dal dna non è arrivata ancora nessuna risposta. "No, l'ipotesi della sostituzione del cadavere resta aperta, si attende ancora l'esito delle analisi", replica Antonio Ingroia
(AGI) - Palermo, 29 gen. - Quel cadavere e' di Salvatore Giuliano. Gli accertamenti medico-legali e il test del Dna hanno confermato che i resti sepolti nel cimitero di Montelepre sono del bandito. I magistrati di Palermo avevano riaperto le indagini dopo 51 anni in seguito all'esposto dello storico Giuseppe Casarrubea, il quale aveva ipotizzato che Giuliano avesse fatto uccidere una persona per farla seppellire al posto suo e potere cosi' godersi una indisturbata latitanza. Il profilo genetico estratto da quanto restava della salma, coincide, infatti, con quello del nipote Giuseppe Sciortino Giuliano, figlio della sorella del bandito; anche l'esame obiettivo delle ossa, il femore in particolare, evidenzia una corrispondenza con l'altezza del criminale: in base alla carta d'identita' e alla scheda del servizio militare era alto 162-166 centimetri. (AGI) Mrg - 29 gennaio, 16:55
PALERMO - ''Smentisco che dagli accertamenti finora eseguiti sia emersa l'identita' del dna estratto dal cadavere riesumato a ottobre a Montelepre, ritenuto del bandito Giuliano, con quello dei congiunti finora usato per la comparazione'': lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, smentendo la notizia apparsa su alcuni quotidiani secondo la quale sarebbe stato accertato che il dna estratto dal cadavere per anni ritenuto del bandito di Montelepre sarebbe identico a quello dei familiari di Giuliano ancora in vita. Ingroia coordina le indagini aperte per accertare se quello sepolto nel cimitero di Montelepre sia effettivamente Salvatore Giuliano o se invece, come ipotizzato da alcuni esposti, non si tratti del cadavere di un sosia sepolto al posto del bandito. Per fugare i dubbi sull'identita' del corpo, dopo la riesumazione, la Procura ha incaricato alcuni esperti di comparare il profilo genetico rilevato dai resti del corpo con quello di alcuni congiunti di Giuliano, come il nipote Giuseppe Sciortino. ''Ad oggi - ha aggiunto Ingroia - l'ipotesi di una sostituzione di cadavere resta aperta. Attendiamo l'esito delle analisi''. Secondo indiscrezioni ci sarebbe la possibilita', comunque, che la comparazione tra i reperti e il profilo dei congiunti viventi di Giuliano, legati da parentela non diretta con il bandito, non siano sufficienti per una attribuzione certa.

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