venerdì, novembre 05, 2010

Giuliano, la perizia fotografica conferma: "Negli scatti ritratta la stessa persona"

Giuliano all'obitorio di Castelvetrano (1950)
Sebbene non sia possibile "dare un giudizio di certezza" per la scarsa qualità delle immagini, la polizia scientifica sembra escludere che i soggetti ritratti negli scatti siano diversi Le foto del cadavere di Salvatore Giuliano, scattate in momenti diversi dopo l'uccisione del bandito, non presenterebbero differenze tali da far pensare che nelle immagini siano raffigurate persone diverse. Pur non essendo possibile "dare un giudizio di certezza" per la scarsa qualità delle immagini, la polizia scientifica sembra escludere che i soggetti ritratti negli scatti siano diversi. Una conclusione messa per iscritto e depositata ai pm di Palermo che sul caso della morte del re di Montelepre hanno aperto una indagine per omicidio e sostituzione di cadavere. Il giudizio, pure se pieno di punti interrogativi, smentirebbe, dunque, le conclusioni a cui è giunto il medico legale Alberto Bellocco, che aveva invece riscontrato evidenti differenze nelle immagini del corpo, tali da indurre il dubbio che si trattasse di due persone differenti. La scientifica che, su disposizione del procuratore aggiunto Antonio Ingroia ha analizzato gli scatti, ha sottolineato la difficoltà di trarre delle conclusioni certe sia per "la qualità scadente delle immagini" che non consentirebbero un'analisi nel dettaglio, sia per le diverse angolazioni in cui certe parti del corpo sono state fotografate, e che quindi impediscono un paragone preciso e infine anche per la "incertezza" sulla provenienza di alcune foto. Ma il giudizio definitivo sull'identità del cadavere riesumato giovedì scorso, per 60 anni attribuito a Giuliano, potrà darlo solo l'esame del Dna. I medici legali, dopo una prima incertezza, hanno concluso che i resti sono idonei al confronto del profilo genetico del cadavere con quello dei familiari del bandito. E proprio due nipoti del re di Montelepre verranno interrogati sabato dai pm di Palermo. Uno dovrà riferire sui suoi ricordi, sull'altezza dello zio che, a suo dire, sarebbe stato 1,80, ma che, invece, dalla misurazione dello scheletro e dalla carta di identità risulta inferiore al metro e settanta. Un altro nipote, infine, sarà sentito su una dichiarazione resa alla stampa secondo la quale lo zio sarebbe morto 4 anni fa in Canada.
La Repubblica-Palermo, 5 novembre 2010

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