giovedì, giugno 24, 2010

Pomigliano: è iniziata la fine dei diritti?

Il referendum è passato e ora potrebbe cominciare la corsa delle aziende a ricattare i lavoratore: o come vogliamo noi, o trasferiamo tutto all'estero
Per Marchionne, tutto quello che sta succedendo è figlio della globalizzazione: di un mercato mondiale dove la concorrenza è ovunque, quindi anche gli stipendi e i diritti dei lavoratori devono in qualche modo livellarsi. E siccome nei Paesi di fresco capitalismo non ci sono possibilità di alzare gli stipendi né tanto meno di diminuire gli orari, siamo noi "paesi ricchi" che ci dobbiamo adeguare un po' di più ai loro ritmi di lavoro (alti) e alle loro paghe (basse). E' con questa logica. inevitabilmente ricattatoria, che si è arrivati al referendum di Pomigliano: o si lavora di più e con meno diritti o si trasferisce tutta la produzione in Polonia. Il referendum è passato, anche se con una maggioranza non schiacciante, e ora ci si chiede se e come questo compromesso funzionerà. In ogni caso, come dice lo stesso Marchionne, siamo "nell'era dopo Cristo", cioè quella dei mercati globali: e quindi tutti i diritti conquistati in decenni e decenni di lotte (a partire dallo Statuto dei lavoratori) potrebbero essere messi a rischio. Il rischio di avere iniziato la discesa su un piano inclinato, per molti, è reale. E' iniziata l'era della fine dei diritti?
L'Espresso, 24 giugno 2010

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