lunedì, giugno 14, 2010

NELL'AVAMPOSTO DELL'INFORMAZIONE

di Matteo Cosenza
Il Quotidiano della Calabria
BASTEREBBERO l'incipit e il finale per capire il valore del libro di Roberta Mani e Roberto Rossi, due giornalisti accomunati da un impegno nel gruppo di lavoro“Ossigeno per l'informazione” della Fnsi, che sono venuti a raccontare quello che nel titolo chiamano “Avamposto” (editore Marsilio, da oggi in libreria). Sottotitolo: “Nella Calabria dei giornalisti infami”. E siamo all'incipit.
«Ciao papà, che significa 'mpamu?»
«E perché, chi te l'ha detto?»
«A scuola. Un mio compagno.»
«Ah. E che t'ha detto?»
«Statti muta tu, ca io non ci parlo con i figli i' mpamu!»
L'infame è un giornalista che sta dalla parte degli sbirri. E' peggio degli sbirri perché questi fanno il loro lavoro, il giornalista sceglie da che parte stare. Il dialogo effettivamente avvenuto a Cinquefrondi in una scuola elementare dice più di una biblioteca di studi sociologici. E’ evidente come si formi l'humus culturale, il brodo di cultura nel quale l'illegalità e la prepotenza prosperano. Il seme dell'illegalità si trasmette in famiglia - è il caso di dire - da padre in figlio, perché la bambina è convinta per davvero che il padre della sua compagna di banco sia un infame, un traditore della sua gente, uno che si è messo dalla parte dei nemici che per lei sono la legge e i suoi rappresentanti. E' evidente anche come sia difficile fare il giornalista in un contesto del genere. E naturalmente la cosa non riguarda solo i giornalisti ma quanti si ribellano alla logica dell'anti-stato semplicemente facendo il loro dovere. LEGGI TUTTO

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