domenica, febbraio 12, 2012

Palermo: primarie centrosinistra: presentate 4 candidature

L'on. Giuseppe Lupo
Sono state presentate questa mattina a Palermo, nella sede del Partito Democratico, le candidature alle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco. I candidati sono quattro: Fabrizio Ferrandelli (1.440 firme), Rita Borsellino (1.295), Antonella Monastra (1.480), Davide Faraone (1.472). Il comitato organizzativo ha verificato la documentazione e accettato le candidature (le firme necessarie dovevano essere comprese fra 1.000 e 1.500). “Abbiamo riscontrato un clima positivo che fa ben sperare - dice Antonio Rubino, presidente del comitato organizzativo – adesso serve l’impegno di tutti affinché la campagna delle prossime settimane proceda nel migliore dei modi e l’appuntamento del 4 marzo sia una vera festa di democrazia”.
Palermo, domenica 12 febbraio 2012


LEGGI l'intervista rilasciata dal senatore Giuseppe Lumia al quotidiano siciliainformazioni.it sulla mozione di sfiducia presentata al segretario del Pd siciliano Giuseppe Lupo.

On. Giuseppe Lumia, lei è uno dei promotori della mozione di sfiducia al segretario regionale, Beppe Lupo. Che cosa vi ha suggerito una iniziativa così traumatica per il partito alla vigilia delle primarie e delle amministrative in Sicilia?

“Non possiamo rassegnarci ad un Pd che riporta la Sicilia alla stagione del 61 a 0 a favore del centrodestra. Non potevano assistere passivamente al suicidio politico del Pd. È incredibile, ma questo è il rischio che corriamo”.

Lei crede, dunque, che il centrosinistra, nonostante abbia ritrovato l’unità, rischi di essere sconfitto, azzerando il vantaggio regalato dalla disastrosa amministrazione Cammarata?
“Grazie al lavoro svolto in Assemblea regionale dal Pd in questi mesi il Pdl è a pezzi, perde consenso. E adesso il Pd cosa fa a Palermo? Piuttosto che promuovere una stagione politica di grandi riforme insieme alle forze della società civile e a quelle politiche moderate si rinchiude in un recinto asfittico, dove coltivare un’idea minoritaria per esaltare una visione ideologica della politica”.

Ci sarebbe, dunque, una diversità ideologica fra la vostra area e quella che ha suggerito l’unità del centrosinistra? Addirittura una diversità ideologica?
“Il Partito democratico in uno sparuto centrosinistra è fuori gioco, non ha la possibilità di incidere. Tutti lo sanno, anche le pietre. Tutti sanno che per smantellare il sistema di potere del centrodestra servono le riforme e non le dichiarazioni roboanti sui giornali. Se bastassero quelle avremmo già cambiato il mondo. E per governare, soprattutto in realtà disastrate come la città di Palermo e la Sicilia, c’è bisogno di un’ampia convergenza tra le forze progressiste e quelle moderate”.

Ma non è questa la posizione del Pd a Roma e a Palermo? La svolta siciliana è stata battezzata dalle segreterie nazionali. Un impegno di Vendola, Di Pietro e lo stesso Bersani.
“Da tempo, i moderati hanno preso le distanze dal vecchio sistema e hanno condiviso un’idea di cambiamento inedita, senza la quale non avremmo potuto stoppare l’affare inceneritori in Sicilia su cui aveva messo le mani Cosa nostra; iniziare il risanamento dei conti della sanità siciliana che rischiava di collassare; abolire le macchine mangiasoldi degli Ato rifiuti e Ato idrici; bloccare le speculazioni nei settori delle energie alternative ecc…”

C’è una gran confusione a causa delle divisioni interne al Pd. Non si capisce che cosa decida il Pd e quali obiettivi si ponga. A Palermo sostiene il centrosinistra chiuso e alla Regione le larghe intese.
“L’idea dell’apertura ai moderati dentro il Pd è maggioritaria: c’è una larga maggioranza, al di là dei delegati che hanno firmato la mozione, che vuole mettere il Partito nelle condizioni di costruire una vera alternativa al sistema di potere costituito dal Pdl”.

Ma se le cose stanno così, perché avete modificato la vostra posizione per le amministrative a Palermo?
“A Palermo il Pd ha ceduto ai ricatti di chi si crede autosufficiente, di chi vuole alzare steccati e riaprire una stagione di dura contrapposizione ideologica. Per fare questo è stato rifiutato addirittura il sostegno incondizionato del Terzo polo nei confronti di Rita Borsellino”.

Chi ricatta deve avere buone carte per poterlo fare. Quali sarebbero gli strumenti del ricatto? Quali rischi avrebbe corso il Pd se avesse mantenuto la coerenza che rivendica oggi con la mozione di sfiducia a Lupo?
“Qui il Pd si è fatto dettare le condizioni da chi ha un’idea di cambiamento che divide, apre conflitti, sacrificando un’idea di cambiamento alternativa, che getta ponti, apre al confronto serio e rigoroso sui contenuti, detta condizioni sulle cose da fare per recuperare e rilanciare la città”.

Il suo pessimismo, tuttavia, ci sembra eccessivo. Alle primarie vi confronterete con candidati che hanno idee diverse. In ogni caso se, come lei ribadisce, l’alleanza fra progressisti e moderati, è maggioritaria nel Pd, è questa la linea che finirà per prevalere.
“L’accordo al tavolo delle primarie non solo ha chiuso le porte alla possibilità di un’alleanza e di un consenso ampi per cambiare Palermo, ma abbiamo creato le condizioni per rimettere al centro del sistema politico il Pdl e spinto le forze moderate verso il centrodestra. Ecco perché corriamo il pericolo di riaprire quella maledetta stagione del 61 a 0 che ha danneggiato e mortificato le migliori istanze della società e dell’economia siciliana. Con un’aggravante: adesso, a differenza del 2001, esistono tutte le condizioni per creare alleanze larghe in grado di guidare Palermo, le altre città dell’Isola e la Sicilia con un progetto radicale di riforma e cambiamento”.
SiciliaInformazioni, 12.2.2012

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