martedì, aprile 15, 2025

Palma di Montechiaro, a distanza di 65 dal famoso convegno del 1960 che sfidò la miseria e la rassegnazione


di Anna Lisa Maugeri

Dal 27 al 29 aprile 1960 Palma di Montechiaro fu al centro di un evento storico che segnò un punto di svolta nella lotta contro la povertà nel Sud Italia

“Per Ricordare Danilo Dolci”, 29 aprile 2025: Un’occasione per parlare del Convegno di Palma di Montechiaro 65 anni dopo

A 65 anni di distanza, la memoria di quell’esperienza torna viva. Martedì 29 aprile, a Palma di Montechiaro, si svolgerà un incontro tra studenti e personalità impegnate a riscoprire e raccontare quel momento unico di impegno collettivo, ricordando il Convegno e la figura e l’impegno di Danilo Dolci. 

Saranno presenti studenti e i professori della  scuola Odierna di Palma, Amico Dolci, Pino Lombardo, Stefano Castellino, Valeria Fiaccabrino, Gaspare Agnello, Rosario Gallo, Sara Chianetta, Calogero Pumilia,  Antonio Zarcone, Giuseppe Maurizio Piscopo. In collegamento da Roma interverrà l’ interprete Vera Pegna che ha lavorato sei mesi a Palma di Montechiaro con Danilo Dolci.

Scrive Giuseppe Maurizio Piscopo:

Con tutte forze che ho insieme ad Amico Dolci, Pino Lombardo, Gaspare Agnello, l’ex sindaco Rosario Gallo, Calogero  Pumilia  gli studenti del liceo  Odierna, Antonio Zarcone,  Sara Chianetta,  Annalia Todaro abbiamo  cercato di far rivivere il  Convegno di Palma di Montechiaro del 29 aprile del 1960. Sono passati 65 anni e la Sicilia continua ad essere ingannata, ed è sempre in viaggio. Oggi non  partono più gli emigranti con il treno del sole per Genova, Torino, Milano, per il Belgio, la Francia e la Germania,  ma a partire con i trolley  ed un computer sono i ragazzi per le Università del nord. Sono forze che probabilmente non torneranno più in Sicilia,  dopo i grandi sacrifici delle loro famiglie, andranno ad arricchire altri paesi.  I siciliani devono sapere quello che è successo nel 1960 a Palma di Montechiaro, dimenticata da Cristo e dai Santi…I bambini di Palma riescono ad imparare a leggere e a scrivere e subito dopo sono costretti a seguire i genitori e a lavorare  in campagna. Palma venne chiamata  la nuova Gerusalemme. Questo è un tema serio che andava proposto ad Agrigento Capitale,  se la città avesse organizzato gli eventi come è stato fatto a Matera, dove sono stato ospite. A Matera capitale della Cultura  tutta la provincia ha avuto grande  spazio negli eventi culturali. Chiedo alla stampa nazionale di essere presente a Palma  di Montechiaro di ricordare questa storia a tutti gli italiani. Si fa presto a dimenticare. Il nostro Paese sembra che abbia  perso  la memoria.

Ma cosa accadde a Palma di Montechiaro nell’aprile del 1960?

Nel cuore della Sicilia occidentale, il paese divenne simbolo di riscatto grazie al Convegno “Palma al centro del mondo”, promosso dal riformatore sociale Danilo Dolci. Un evento straordinario, ospitato al Teatro Chiaramonte, che attirò intellettuali, scienziati, scrittori e cittadini per affrontare con rigore scientifico e passione civile le drammatiche condizioni igienico-sanitarie, economiche e sociali del territorio.

Tra i partecipanti spiccano figure di rilievo come Carlo Levi, Leonardo Sciascia, Ignazio Buttitta, Silvio Pampiglione, Giorgio Napolitano e molti altri. Le indagini presentate durante il convegno – come quella del dott. Pampiglione su un campione di 600 abitanti – rivelarono una realtà devastante: case fatiscenti, assenza di fognature, promiscuità con animali, malnutrizione, mortalità infantile e analfabetismo diffuso.

Il convegno diede voce alla gente comune, spronata da Dolci a partecipare attivamente al cambiamento attraverso il dialogo e l’autorganizzazione. Fu un momento di denuncia ma anche di speranza, una vera “confutazione del Gattopardo”, come disse Levi, contro l’idea che nulla possa cambiare.

Le conseguenze non tardarono ad arrivare: la rivolta di Licata nel luglio successivo e, nel 1963, la Legge Speciale per Palma e Licata che prevedeva interventi infrastrutturali e sociali. Tuttavia, la cattiva gestione politica e l’emigrazione di massa finirono per vanificare in parte gli sforzi. 

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