mercoledì, aprile 30, 2025

Marco Travaglio: “Se è questa la Chiesa che vuole riesumare, lo ringraziamo per l’intervista: ci ha ricordato da cosa ci ha salvati Francesco e dove rischiamo di ripiombare”

Camillo Ruini

MARCO TRAVAGLIO

Leggendo l’incredibile intervista del cardinal Camillo Ruini al Corriere, qualcuno penserà ai suoi 94 anni. Errore: quello che parla è il Ruini di sempre, che dal 1991 al 2007 fu presidente dei vescovi italiani, là dove ora c’è la sua antitesi: Matteo Zuppi. 

Pare un revenant venuto dalla notte dei tempi, invece ha regnato sulla Cei fino a 18 anni fa. Dice che ora ci vuole “un Papa buono”, ma soprattutto “credente” (si vede che Roncalli, Montini, Luciani, Wojtyla, Ratzinger e Bergoglio erano cattivissimi e miscredenti). E rimprovera a Francesco di essersi “rivolto soprattutto a quanti erano distanti” e di avere “irritato chi per anni si era speso a difendere le posizioni cattoliche”. Tipo lui, per dire. “È sembrato privilegiare i lontani a scapito dei vicini”. Per carità, “è un gesto evangelico”, il che dovrebbe chiudere la questione.

Se gli apostoli e discepoli di Gesù avessero predicato il Vangelo solo ai cristiani, cioè a chi già credeva, la Chiesa sarebbe rimasta in quattro gatti. Altro che “cattolica”, cioè universale. Infatti Gesù disse: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura”. Ai lontani, non ai vicini che non ne hanno bisogno. Ma a Ruini non garba neppure quel brano evangelico. E men meno la parabola del figliol prodigo, che tornò a casa dopo bagordi e dissipazioni e fu riaccolto dal padre con tutti gli onori. Infatti si schiera col fratello rosicone: “L’altro figlio protestò, così oggi c’è chi protesta nella Chiesa”. Pessime anche “certe affermazioni di papa Francesco che potevano dare l’impressione di una grande apertura, come il famoso ‘chi sono io per giudicare’ riferito alle persone omosessuali, che sembrava preludere a profonde modifiche dottrinali”. In realtà l’unica cosa a cui preludeva erano altre frasi di Gesù: “Non giudicate per non essere giudicati… Perché osservi la pagliuzza nell’occhio di tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave nel tuo?” e “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Quindi non si capisce cosa intenda Ruini quando rammenta che “l’elemento centrale della Chiesa è Cristo, non il Papa” e poi invoca un papa “credente”: credente in cosa, visto che attuare gli insegnamenti di Cristo non gli sta bene?

Il vero peccato mortale di Francesco che affiora fra le righe è il rapporto con la politica squisitamente laico, cioè evangelico (“Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”), senza i collateralismi alla Ruini, il cappellano di B. che si impicciava negli affari dello Stato italiano: dalla campagna per l’astensione al referendum sull’eterologa alla vergogna del decreto per tenere Eluana Englaro attaccata alle macchine. Se è questa la Chiesa che vuole riesumare, lo ringraziamo per l’intervista: ci ha ricordato da cosa ci ha salvati Francesco e dove rischiamo di ripiombare.

Fatto Quotidiano,  30 Aprile 2025

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