Tra il 2011 e il 2023, 550.000 persone tra i 18 e i 34 anni hanno deciso di lasciare l’Italia per trasferirsi all’estero. Un fenomeno che ci impoverisce ma che sembra non suscitare alcun interesse nella politica e che non trova spazio nel dibattito pubblico
di Jacopo Formaioni
L'ltalia è ferma, ma un fenomeno è in crescita costante: i giovani che emigrano all'estero. Ma non sono soltanto i più giovani ad an-darsene. Ormai anche molti anziani decidono di trascorrere gli anni della pensione in altri paesi. Contribuendo a far crescere la comunità degli italiani residenti all'estero, arrivati ormai a 6.134.000. Senza considerare quei giovani che vivono all'estero, ma mantengono la residenza in Italia. Un fenomeno, quello dell'emigrazione dei giovani per motivi di studio e lavoro, sottostimato e che dovrebbe essere al centro del dibattito pubblico.
Ma che troppo spesso viene dimenticato.
Senza fascino. Secondo il rapporto I giovani e la scelta di trasferirsi all’estero, elaborato dalla Fondazione Nord-Est, in tredici anni - dal 2011 al 2023 - 550.000 giovani italiani tra
¡18 e i34 anni sono emigrati all'estero.
Unesodo che si era leggermente ridotto negli anni della pandemia, ma che è ripreso con nuovo slancio. Da gennaio a dicembre 2023 quasi 90.000 italiani si sono iscritti all'Aire (Anagrafe italiana residenti all'estero), indicando come motivo "espatrio". Numeri lontani dai dati precedenti alla pandemia, quando erano arrivati a circa 130.000 in un solo anno, ma che testimoniano quanto ancora sia poco attrattivo il nostro paese per le nuove generazioni.
Italiane e straniere. Già, perché l'Italia è anche all'ultimo posto in Europa per attrazione dei più giovani: è metà solo del 6 per cento di europei, contro il 32 della Spagna e il 34 della Svizzera.
Sorpresa al Nord. Un po' a sorpresa, tra il 2011 e il 2023 il flusso maggiore di emigranti si è mosso dal Nord Italia, con un saldo negativo di quasi 80.000 giovani dal Nord-est e 100.000 dal Nord-ovest. Dati che superano quelli del Sud Italia, che registra un saldo negativo di "solo" 141.000 giovani.
Per molti giovani meridionali, infatti, il Nord Italia resta la principale meta di emigrazione, rimanendo così nei confini nazionali. Per chi parte per l'estero, invece, le principali motivazioni sono le migliori opportunità lavorative e gli stipendi più alti (25%), le opportunità di formazione e studio (19%) e la ricerca di una qualità della vita più alta
(17%).
Scarse opportunità. Oltre a spingere i giovani a partire, la mancanza di buone posizioni lavorative convince molti giovani anche a non rientrare.
Così come l'idea che l'Italia non sia un paese per i giovani, né un ambiente culturalmente aperto e internazionale e che la qualità della vita non sia all'altezza di altri paesi. Anche la carenza di meritocrazia è un incentivo a rimanere all'estero, soprattutto per i laureati, che non trovano nel nostro paese sbocchi lavorativi e accademici adeguati al loro titolo di studio. Così, secondo l'Istat, i giovani tra 11 e 35 anni residenti all'estero sono ormai 1,6 milioni. Un dato che, purtroppo per il nostro paese, è destinato ad au-mentare. Sempre secondo l'Istat, i giovani di 11-19 anni che vorrebbero vivere all'estero una volta cresciuti sono circa il 35 per cento.
Anche i pensionati. Ma se l'Italia non è un paese per i più giovani, anche i più anziani sembrano guardare oltre i confini nazionali. Sono infatti quasi 320.000 i pensionati italiani residenti all'estero. Un numero certo lontano da quello relativo ai giovani, ma che comunque porta un pensionato al giorno a trasferirsi all'estero e che dovrebbe far riflettere, soprattutto sui motivi di questa nuova emigrazione.
Molti pensionati vanno a vivere in altri paesi principalmente per aumentare gli importi pensionistici, non pagando più le tasse in Italia, dove sono ben più salate. Vivendo così più agiatamente in paesi molto più confortevoli. Ma tra i motivi che spingono molti pensionati a emigrare c'è anche il desiderio di stare vicino ai propri figli, che vivono con la propria famiglia all'estero. E mentre diverse generazioni lasciano il nostro paese, la politica stenta a trovare soluzioni per invertire finalmente la tendenza.
LIBERETÀ FEBBRAIO 2025
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