sabato, novembre 17, 2018

Corleone, la via di casa Riina intitolata al giudice Terranova. L'asilo dedicato alle sorelle morte nella strage del '93

L'inaugurazione di via Cesare Terranova
Le tre commissarie del Comune di Corleone sciolto per mafia e il prefetto di Palermo Antonella De Miro assieme agli studenti, per non dimenticare. La via Scorsone dove abita la famiglia del boss Totò Riina da oggi prende il nome del giudice Cesare Terranova. L'asilo nido di contrada Punzonotto è stato invece dedicato alle sorelline Nadia e Caterina Nencioni, uccise con i genitori nella strage di via dei Georgofili, del 1993. "Abbiamo voluto concludere in modo molto simbolico questi due anni di impegno a Corleone", ha detto Giovanna Termini, che con Rosanna Mallemi e Maria Cacciola ha gestito l'amministrazione dopo lo scioglimento per mafia.
"A conclusione di questo incarico commissariale posso dire con serenità e anche con grande soddisfazione che la scommessa è stata vinta", ha commentato il prefetto di Palermo. "Il merito è delle tre commissarie che, coinvolte anche emotivamente in questa delicata mission istituzionale, hanno assunto spesso scelte coraggiose, hanno talora buttato il loro cuore oltre l’ostacolo, e che lasciano tante azioni positive. Solo le ultime iniziative: l’apertura del centro disabili, la nuova sede del locale del commissariato di pubblica sicurezza in un immobile comunale appositamente ristrutturato, l’apertura di questa scuola intercomunale dell’infanzia, chiusa da tempo, e resa possibile grazie all’utilizzo di fondi del ministero dell’Interno. GUARDA L'ALBUM FOTOGRAFICO

Del passato - ha proseguito Antonella De Miro - desidero ricordare il trasferimento di uffici comunali nel bene confiscato a Rosario Lo Bue, appositamente fatto sgomberare dopo un’occupazione abusiva durata anni". Quando il Comune arrivò nell'ex casa del boss, fu sistemata la bandiera italiana sul balcone. "Lo sventolio di quella bandiera disturbava la quiete di casa di un altro Lo Bue, il fratello di Rosario, che vive nella stessa palazzina - ha raccontato il prefetto - al punto tale che è arrivato a minacciare pesantemente una delle tre commissarie. Ma la bandiera è lì e da lì non si muove". 
Alla manifestazione, hanno partecipato alcuni parenti del giudice Terranova e anche i rappresentanti del centro studi intitolato al magistrato, l'avvocato Alberto Polizzi e il giudice Cesare Vincenti. Presenti pure i figli di Lenin Mancuso. Gli studenti dell'istituto secondario di secondo grado Don Colletti e quelli dell'Agrario Di Vincenti hanno letto brano tratti dalla sentenza per la strage di via dei Georgofili e dall'ordinanza di rinvio a giudizio del giudice Terranova per i boss Liggio, Riina e Provenzano. 
"Corleone è cambiata - ha detto il giornalista di Repubblica Salvo Palazzolo, che ha coordinato l'evento - adesso, una bellissima sfida attende gli studenti di questa città, raccontare i tanti eroi di Corleone che nessuno ha mai ricordato: negli anni Sessanta, mentre imperversava la guerra di mafia, alcuni testimoni  denunciarono ai carabinieri i mafiosi Riina e Provenzano, questa storia poteva finire già a quell'epoca. Invece, quei cittadini furono minacciati e dovettero andare via dalla Sicilia. Anche altri denunciarono, e furono uccisi. Corleone non si è mai arresa alla violenza mafiosa".
La Repubblica Palermo, 17 nov 2018

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