mercoledì, aprile 19, 2017

“Giovanni e Francesca uniti nella vita ma non nel ricordo”

ALESSANDRA ZINITI
Morvillo. Il fratello della moglie di Falcone spiega perché la sua famiglia è uscita dalla Fondazione
PALERMO - Da quando la salma di Giovanni Falcone, nel 2015, è stata traslata tra i “grandi” nel Pantheon, quella di Francesca Morvillo riposa nel cimitero dei Rotoli in una cappella che era stata requisita dal Comune per ospitare le salme di immigrati grandi e piccini. Sulla semplice lapide “Qui giace Francesca Morvillo” chiunque passa, stupito, lascia un fiore. «Giovanni e Francesca sono stati uniti nella vita e nella morte, ma non lo sono stati nel ricordo ». Il procuratore Alfredo Morvillo, fratello di Francesca, è uomo e magistrato schivo. Rifugge da interviste e riflettori. Ma, davanti alle polemiche suscitate dalla formalizzazione dell’uscita della sua famiglia dalla Fondazione Falcone attribuita al malumore per la decisione delle sorelle del magistrato ucciso di autorizzare la traslazione delle spoglie nel Pantheon, non ci sta a passare per quello «che alimenta l’immagine deprimente di due famiglie che litigano ». E, così alla fine di una giornata segnata dalle parole di Maria Falcone che si dice «stupita e addolorata» per la decisione di togliere il nome di Francesca dalla Fondazione proprio alla vigilia delle celebrazioni del venticinquesimo anniversario della strage di Capaci, decide di parlare.

Dottore Morvillo, perché questa scelta tardiva? Le spoglie di Giovanni Falcone sono state traslate a San Domenico ormai da due anni.
«Nonostante io avessi deciso di tacere, mi rendo conto che è necessario un chiarimento. La mia famiglia non ha inteso innescare una polemica né accusare qualcuno. Il discorso è molto semplice. Nella vita ognuno fa le sue scelte: la Fondazione ha fatto le sue scelte, Maria e Anna Falcone hanno fatto le loro. A me e alla mia famiglia non si può negare l’ugual diritto di prendere atto di tali scelte, non condividerle e adottare le opportune conseguenziali iniziative».
La sua intenzione di lasciare la Fondazione dopo la mancata citazione di sua sorella nella commemorazione del 2011 è nota. Perché ora questa rottura definitiva?
«L’inserimento del nome di mia sorella Francesca nella Fondazione era legato ad un apprezzabilissimo obiettivo: fare in modo che Giovanni e Francesca, uniti in vita dal loro sentimento, uniti nella morte in quel tragico 23 maggio, fossero uniti anche nel ricordo. Era ovvio che la Fondazione nascesse per ricordare Giovanni Falcone e tutto ciò che egli aveva fatto in vita, i cui benefici effetti ancora oggi sono presenti in tutta la loro importanza nell’azione giudiziaria di lotta alla mafia ed era giustissimo che le commemorazioni fossero rivolte a ricordare tale fondamentale eccezionale attività. Si riteneva che i due obiettivi fossero compatibili, potessero coesistere, seppur ovviamente con le dovute proporzioni».
Insomma, lei dice che nelle tante manifestazioni della Fondazione la figura di sua sorella non è mai stata ricordata, mentre lo hanno fatto tante associazioni private e scuole e quest’anno lo farà l’Anm di Palermo e dunque la Fondazione ha fallito il suo obiettivo.
«L’obiettivo era questo: tenerli uniti anche nel ricordo. Tutto ciò negli anni non è accaduto. Sono accadute, invece, tante cose, tutte in perfetta sintonia con le “dimenticanze” della Fondazione, fino ad arrivare al trasferimento del dottor Falcone alla chiesa di San Domenico, con la conseguente separazione da Francesca. Quest’ultimo accadimento costituisce una definitiva conferma della mancanza di una ferma volontà, al di là delle solite belle parole di circostanza, di mantenere vivo il ricordo di due persone sempre unite, in vita, nel momento della morte e del ricordo. Conseguentemente io e la mia famiglia non troviamo alcun motivo di mantenere il nome di Francesca nel logo della Fondazione».
Per Maria Falcone sua sorella rimane Francesca Falcone.
«Resta immutato, ovviamente, il nostro rispetto verso la famiglia di Giovanni e il nostro legame affettivo con Giovanni».

La Repubblica, 19 aprile 2017

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