mercoledì, marzo 09, 2016

La Sicilia non si libera dei fantasmi della mafia...

La lotta all’illegalità, da Castelvetrano a Corleone, tra paradossi e difficoltà croniche
di FELICE CAVALLARO
La rivolta dei consiglieri comunali di Castelvetrano che si dimettono (quasi) in blocco per sciogliere l’istituzione pur di non farla sopravvivere con la presenza di un consigliere pronto a vantarsi dell’amicizia dell’imprendibile boss di Cosa nostra Matteo Messina Denaro può essere considerata la prova di quanto sia cambiata in meglio la Sicilia. Ma da un’altra prospettiva dimostra esattamente il contrario la storia di questo consigliere sopra le righe, Calogero Giambalvo, intercettato quando giurava di essere disposto «a rischiare 30 anni di galera per nascondere Matteo», arrestato, processato e assolto perché sostanzialmente considerato un millantatore. Una lettura double-face anche se il sindaco Felice Errante, da ieri rimasto in carica senza consiglio comunale, esulta convinto che abbia vinto «la buona politica».
Double-face perché questo giovane smargiasso che pure si sfogava auspicando l’uccisione del figlio di un pentito lanciatosi contro il grande capo alle elezioni non era nemmeno stato eletto. O meglio era rimasto in coda come primo dei non eletti. E se è entrato in Consiglio lo si deve al fatto che, pressato dal capo corrente di Giambalvo, il deputato regionale Paolo Ruggirello l’anno scorso transitato nel Pd, lo stesso sindaco nominò l’ultimo dei consiglieri suo assessore col patto di lasciare libero un seggio e fare «salire» il rampollo poi arrestato. Ecco una storia che dà la misura dei travagli, degli incroci e dei pasticci politici registrati in una realtà dove s’allunga sempre l’ombra della mafia. 
Come succede anche nella Corleone un tempo dominata da Totò Riina, oggi guidata da un sindaco che dell’antimafia aveva fatto la bandiera, ma da qualche mese sotto scopa perché un suo impiegato avrebbe pilotato affari a favore di gruppi mafiosi. E, mentre invocano le sue dimissioni, ecco arrivare alla Cgil il niet per ricordare in piazza l’anniversario di un eroe antimafia come Placido Rizzotto. Piazza negata e bandiere al vento.
Corriere della sera, 8 marzo 2016 (modifica il 8 marzo 2016 | 22:09)

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