venerdì, febbraio 20, 2009

Sicilia terra di divorzi e convivenze, l'allarme del tribunale ecclesiastico ai vescovi

di Adriano Frinchi
Matrimoni di breve durata, aumento di riti civili e di convivenze, rifiuto di far figli. No, non stiamo parlando dell’Olanda o di qualche altro paese del nord Europa, ma della apparente morigerata e tradizionale terra di Sicilia.
Sono questi i dati allarmanti che il Tribunale Ecclesiastico siculo ha comunicato ai vescovi siciliani in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. A snocciolare i dati di questa vera e propria crisi del sacramento del matrimonio è stato monsignor Ludovico Puma, vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico siculo, che nella consueta relazione sull’attività del tribunale ha illustrato le complesse situazioni di disagio matrimoniale vissute nell’isola. A far preoccupare i presuli siciliani è la durata brevissima di alcuni matrimoni: un mese per alcuni, tre o sei mesi per altri, tutti comunque preceduti da lunghi fidanzamenti. A ciò si aggiunge la crescita esponenziale dei matrimoni celebrati col solo rito civile, delle convivenze e in generale dei matrimoni, religiosi e civili, che si dissolvono, con il conseguente ricorso alla separazione e al divorzio. Nell’anno passato, contro i 23.990 matrimoni celebrati nell’anno (religiosi e civili), sono state concesse nei tribunali civili 5.425 separazioni e concessi 2.854 divorzi. Ma le tabelle del tribunale ecclesiastico rivelano anche che in Sicilia ci si sposa sempre di meno: il tasso di nuzialità dal 2005 è fermo al 4,8; inoltre l’età media del primo matrimonio per gli uomini è di 31 anni, mentre per le donne è di 28. Un'altra preoccupazione per la chiesa siciliana arriva anche dal crescente numero di riserve opposte contro la procreazione: il “non voglio figli” di alcune coppie, che secondo il diritto canonico è uno dei capi di nullità matrimoniale, è aumentato nei processi, in percentuale di quasi 4 volte rispetto all’anno 2000. Questi dunque i numeri che inquietano vescovi e preti siciliani. Monsignor Puma però non si è solamente limitato a fornire ai vescovi i numeri della crisi, ma ha sottolineato anche la necessità di un intervento coraggioso e adeguato che porti ad una nuova pastorale matrimoniale che non si faccia esclusivamente carico della preparazione al sacramento del matrimonio ma si preoccupi anche di supportare la vita coniugale aiutando le coppie ad affrontare e superare le crisi. L’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico siculo è inaugurato, giudici e avvocati tornano tra le sudate carte, mentre la crisi del matrimonio resta sul tavolo delle curie siciliane.
Da Siciliainformazioni.it
20 febbraio 2009

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