giovedì, novembre 27, 2008

No "morti bianche". Confindustria Sicilia vara nove progetti per la sicurezza sul lavoro

Enna, 27 novembre 2008 – “Confindustria Sicilia con l’Ance è l’unica organizzazione datoriale concretamente in prima linea, a fianco di Cgil, Cisl e Uil, per garantire la prevenzione e diffondere fra i dipendenti la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro. Perché di lavoro non si deve morire. In Sicilia vogliamo invertire l’attuale tendenza che ha visto nel 2008 l’Isola ai primi posti nel Paese per infortuni in luoghi di lavoro”. Lo ha detto oggi il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Sicilia, Giorgio Cappello, intervenuto a Enna al seminario su “Sicurezza e prevenzione”, organizzato da Giuseppe Marzuolo, vicepresidente regionale dei Giovani con delega alla Sicurezza sul lavoro. Cappello ha spiegato che “il sistema formativo di Confindustria Sicilia, tramite il fondo paritetico aziende-sindacati Fondimpresa, ha attivato in un anno e mezzo nove progetti sulla sicurezza, per la formazione del personale dipendente di circa 200 aziende, e altri ne sta presentando a valere sul bando di Fondimpresa tuttora aperto”.
Cappello ha aggiunto: “Questi progetti, complessivamente, hanno attivato risorse per oltre due milioni di euro e stanno consentendo di formare circa 5 mila lavoratori. A questo dato va aggiunta la costante attività di Ance Sicilia e sindacati, impegnati a organizzare i corsi delle scuole edili paritetiche che nell’Isola svolgono un ruolo importantissimo nel campo della prevenzione degli infortuni nei cantieri regolari”. Il presidente dei Giovani imprenditori ha concluso: “Sulla scia delle ‘morti bianche’ a Mineo, il governo nazionale ha varato il testo unico sulla sicurezza sul lavoro che, se ha avuto il merito di sostenere la necessità della diffusione della cultura della sicurezza anche tra i lavoratori, di fatto ha reso più complesse le procedure a carico delle imprese. Non sarà la paura di sanzioni più severe a risolvere il problema. Confindustria Sicilia dimostra – ha osservato Giorgio Cappello – che la ricetta giusta è quella di puntare al sostegno delle imprese sane e trasparenti assegnando loro risorse per la formazione del personale, voce che in atto è a totale carico di imprenditori e dipendenti con i versamenti a Fondimpresa. Consentire a tali aziende di offrire al mercato senza costi aggiuntivi garanzie di sicurezza metterà a nudo la non convenienza di rivolgersi ad aziende irregolari che hanno fatto del lavoro nero e della mancanza di prevenzione le voci di risparmio per fare concorrenza sleale sulla pelle dei dipendenti e a scapito della qualità offerta ai clienti”.
FOTO. Giuditta Cotena, vedova di un morto sul lavoro

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