domenica, giugno 28, 2009

Matteoli: "Il ponte resta una priorità". Ma la pentita avverte: "Mafia pronta"

Secondo il ministro delle Infrastrutture "lo slittamento al Cipe non cambia i tempi dell'opera sullo Stretto". L'allarme di Giusy Vitale, ex boss e ora collaboratrice di giustizia: "Ci sono già stati contatti tra Cosa nostra e 'ndrangheta"
ROMA - Il ponte sullo Stretto di Messina è "una priorità per il governo e tale resta". A sottolinearlo è il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, che si trova a Montevideo (Uruguay) per una visita istituzionale che domani proseguirà in Venezuela. "Lo slittamento tecnico di ieri al Cipe - precisa il ministro - non cambia il programma e i tempi della sua realizzazione". Intanto Giusy Vitale, prima donna capo del mandamento mafioso di Partinico e ora collaboratrice di giustizia, dopo essere passata anche attraverso il carcere duro, rivela: "Tra Cosa nostra e i calabresi, ci sono già stati contatti in vista dell'ipotesi della costruzione del ponte sullo Stretto. I miei fratelli (Vito e Leonardo, in carcere ndr) avevano già accordi con la 'ndrangheta per armi e droga". Intervistata per la rubrica "Storiacce" in onda domani alle 19.30, Vitale parla dei suoi passati contatti con Matteo Messina Denaro, il super boss di Castelvetrano ancora latitante, dei nuovi equilibri ai vertici della Cupola dopo gli arresti eccellenti e dei dissidi tra l'ala di Totò Riina e quella di Provenzano. "Denaro può rimanere solo nel suo lato di Sicilia, non gestirla tutta", dice la collaboratrice di giustizia, citando Mimmo Raccuglia come altro influente boss di Cosa nostra. Nell'intervista, Vitale parla della divisione degli appalti, del riciclaggio del denaro da parte del suo clan e anche degli "affari sui rifiuti", oggetto di indagine.
27/06/2009

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