mercoledì, gennaio 15, 2025

BUFERA SULLA MANIFESTAZIONE. Agrigento Capitale delle polemiche. Gli organizzatori: “No ai commissari”


di Concetto Vecchio

ROMA. Il sindaco Francesco Micciché confessa la sua emozione, ma non ha l’aria di festa, anzi il suo sguardo tradisce malinconia. Non appena aveva messo piede nella prestigiosa sede della Stampa estera a palazzo Grazioli, l’antica dimora di Berlusconi, perché Agrigento vuol parlare al mondo, tutti gli avevano chiesto di una sola cosa: della pioggia che penetra nel teatro che dovrà accogliere Sergio Mattarella. 

«C’è stato un nubifragio, ma io non c’ero, ero a Pesaro, comunque da due settimane c’è un cantiere aperto sul tetto, sarà stato quello, ma da qui a sabato sarà tutto sistemato… » . E i cartelloni sgrammaticati, che hanno fatto dire al più ascoltato intellettuale della destra, Pietrangelo Buttafuoco, che Agrigento andava commissariata? Qui Micciché si fa piccolo piccolo. « Per me Buttafuoco è la migliore penna italiana » . Ed è della vostra area culturale, gli ribattiamo. «Eh, lo so. L’ho chiamato, è stato gentile, persona splendida, cordiale, abbiamo chiarito, forse non sapeva quello che stavamo facendo…». 


I giornalisti si avventano sull’assessore mandato da Schifani, Paolo Scarpinato. « Un presidente di Regione non può essere in ogni dove…ci sono milioni di emergenze elui da grande politico — ricordo a me stesso a tutti che è stato presidente del Senato e grande politico lungimirante — non può essere ovunque e quindi si avvale dei suoi assessori. Ed io da assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana sono qui per rappresentare la Regione Sicilia. Agrigento Capitale della Cultura è un fatto epocale per la Sicilia, la vittoria della Sicilia intera » . Soltanto che Schifani ieri era a Roma, ma non si è fatto vedere. E allora all’assessore chiedonodi Giuli. « Un ministro ha mille impegni, anche lui non può essere in ogni dove. È un uomo anche lui, con mille incombenze!». 
E i cartelli? « Perché non hanno avvertito me?», si inalbera il sindaco. Li hanno fatto quelli dell’Anas, il Comune non c’entra. Avremmo subito rimediato. Invece gli agrigentini amano scrivere sui social!». L’altro tema è il commissariamento. Schifani ci pensa, Buttafuoco l’ha chiesto, Giuli se potesse rinuncerebbe ad Agrigento, ma ormai ètroppo tardi per tutto. «Ma cosa dite? » , dice il sindaco. « Giuli sabato ci sarà!». 
Al povero Micciché, che vorrebbe parlare solo di Empedocle, chiedono anche del commissariamento. «L’ho letto anche io, rispetto chi sta sopra di me, ma penso che non ne abbiamo bisogno. Schifani ci è sempre stato vicino… E noi andiamo avanti, siamo ben felici di andare avanti, sicuramente i fatti ci daranno ragione e penso che saremo di nuovo tutti insieme». Ma sul perché le critiche arrivino soprattutto da destra, fuoco amico, non trova la risposta. 
Vista da fuori è difficile capirci qualcosa in questa storia pirandelliana, dove nulla è come appare, piena di personaggi imprevisti, come l’ex ministro Pecoraro Scanio, che si alza per dire di avere avuto un ruolo nell’assegnazione, rivendicando le sue origini sicane. 
« Per tre anni ho lavorato e vissuto, da direttore della Fondazione Manifesta a Palermo nel 2018, all’interno del teatro Garibaldi, dove pioveva dentro un giorno sì e un giorno no. Questo non ci ha impedito di lavorare, era un luogo frequentatissimo da tutti » , sorprende tutti Roberto Albergoni, direttore della Fondazione Agrigento 2025. « Abbiamo dato un’anima, un’intelligenza al nostro progetto. Avevamo già tentato una volta, ma siamo stati sconfitti. L’accoglienza, l’integrazione e il dialogo sono state le carte vincenti del progetto 2025. Sono un medico, ho raccoltoe curato migranti. Con il mio sguardo ho dato aiuto e speranza. Ho inserito la mia esperienza personale all’interno del dossier». 
Maarten van Aalderen, corrispondente dell’olandese, De Telegraaf, il presidente della Stampa estera, fa notare che « Agrigento è la città di Pirandello, non poteva andare tutto bene » . In sala annuiscono con fatalismo isolano. E comunque sabato non pioverà. 

La Repubblica Palermo, 14/1/2025

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