domenica, settembre 27, 2015

Libera, a proposito del pastificio della Coop Rinascita Corleonese



La firma del protocollo d'intesa
In merito alle notizie riportate da alcuni organi di stampa, al fine di chiarire la vicenda che riguarda il pastificio della Cooperativa Rinascita Corleonese che ha visto coinvolto il Consorzio Libera Terra Mediterraneo nell'attribuzione di responsabilità non sue, preme sintetizzare brevemente alcuni passaggi di questa storia che, con nostro dispiacere,viene riportata in modo incompleto, falso ed errato.
Nello specifico:
Il Consorzio Libera Terra Mediterraneo ha considerato da sempre interessante l'ipotesi di lavorare con un pastificio sito a Corleone, perché, nonostante la produzione di pasta Libera Terra sia affidata ad una cooperativa agricola del nord Italia, impegnata nel sociale e specializzata dagli anni 70 nel biologico (quindi con approccio assolutamente pionieristico),l'idea di produrre pasta di qualità con grano siciliano contribuendo, nelle proprie possibilità, a sviluppare indotto sul territorio, era, ed è, un prospettiva di assoluto interesse per Libera Terra.
Pur tuttavia, in merito al progetto che ha portato alla nascita della Cooperativa Rinascita Corleonese, in tutte le sedi, sin dal primo momento, sono state espresse perplessità e preoccupazione sulla reale possibilità che lo stesso avesse i presupposti per essere economicamente sostenibile e per questo, anche se non richiesti, erano stati forniti consigli per un forte cambiamento del progetto, purtroppo rimasti completamente inascoltati. Solo al momento dell'inaugurazione del pastificio, rispetto alla cui realizzazione il  Consorzio era rimasto completamente tagliato fuori, è stata fortemente richiesta dalla  Cooperativa Rinascita Corleonese la stipula di un contratto di produzione. Purtroppo, in assenza di prodotto, poiché il pastificio era ancora in fase di completamento, risultava impossibile sottoscrivere tale contratto. Nonostante tutto, allo scopo di dare un segnale di fiducia alla Cooperativa ormai esposta finanziariamente, si è deciso di sottoscrivere un accordo quadro, nella seconda metà del 2011, che sanciva l'interesse del Consorzio ad effettuare una propria produzione presso il pastificio purché venissero garantiti tutti i presupposti qualitativi, etici ed economici essenziali per le produzioni Libera Terra.

La cooperativa Rinascita Corleonese si è dedicata alla progettazione e realizzazione del pastificio in assoluta autonomia, definendo l'approccio, il piano industriale e le fonti di finanziamento che ha ritenuto più opportune. Pertantoil progetto del pastificio non è un progetto del Consorzio Libera Terra Mediterraneo, che altrimenti sarebbe stato finanziato e realizzato interamente sulla base delle sue proprie esigenze e con il suo diretto coinvolgimento in ogni fase. Ed effettivamente il pastificio realizzato dalla cooperativa si dimostra non adatto a ricevere l'attuale produzione di pasta Libera Terra per ragioni sia quantitative, sia qualitativo/tecniche rispetto alla tipologia di pasta che può produrre. Lo stesso piano d'impresa della cooperativa prevedeva, del resto, la produzione di pasta a marchio proprio, accanto alla produzione per conto di Libera Terra, proprio a dimostrazione che esisteva un progetto imprenditoriale non collegato strettamente e indissolubilmente a Libera Terra. Nell'ottica di supportare la giovane cooperativa, superando le forti perplessità sulla gestione, il Consorzio decide comunque di lanciare una nuova linea di pasta artigianale legata proprio al pastificio di Corleone. La nuova linea di pasta artigianale viene lanciata nel giugno 2012 e viene effettivamente commercializzata con marchio Libera Terra in diversi canali distributivi in tutta Italia. Il primo prodotto è stato le "Caserecce artigianali di Corleone Libera Terra" ed in una seconda fase si sono realizzate anche le "Lasagne artigianali Libera Terra". La produzione totale effettivamente realizzata si è attestata sui 46.000 pezzi circa. A fianco di questa produzione, Rinascita corleonese ha realizzato e venduto anche prodotti a marchio proprio.

Oltre che a rispettare, quindi, quanto previsto dal contratto quadro, il Consorzio ha anche affiancato la cooperativa per quanto riguarda l'analisi di aspetti critici legati alla produzione e alla gestione del pastificio, che via via stavano emergendo, facendosi anche parte attiva rispetto al coinvolgimento e al supporto tecnico dell'Associazione Cooperare in Sicilia. Il supporto offerto ha riguardato l'analisi di aspetti produttivi, finanziari, economici e commerciali da parte di esperti del settore, evidenziando una serie di criticità importanti, legate anche agli impianti realizzati,  che inficiavano seriamente la sostenibilità economica dell'attività. In particolare, i dati più rilevanti riguardavano l'impossibilità di produrre quantitativi di pasta sufficienti a Libera Terra, che infatti aveva notevoli difficoltà ad ottenere continuativamente le produzioni, e i costi di produzione fuori controllo. Stessa sorte è toccata ai punti vendita di Coop che, coinvolti da Cooperare in Sicilia, avevano deciso di inserire in assortimento i prodotti a marchio della cooperativa, salvo poi non avere la disponibilità del prodotto. Ciò ha determinato in poco tempo lo stato di gravissima crisi in cui la cooperativa si è ritrovata. Il Consorzio a questo punto, esclusivamente al fine di tentare di dare una svolta alle criticità evidenziate e soprattutto per salvare quanti più posti di lavoro possibile, ha provato anche a valutare le condizioni per ridefinire, con un suo intervento diretto, l'impianto produttivo in funzione delle sue specifiche esigenze, al fine di convertire il pastificio della cooperativa Rinascita Corleonese nell'impianto di pastificazione principale di Libera Terra. Chiaramente studiando quali investimenti fossero necessari e le relative fonti di finanziamento, senza escludere il coinvolgimento anche di altri partner. Le scelte sugli investimenti effettuate dalla cooperativa sia sulle macchine sia sulle migliorie di beni di terzi non hanno consentito però al Consorzio di impegnarsi in alcun modo. Si è atteso invano che la cooperativa, così come da impegni assunti, sanasse le condizioni che hanno reso impossibile un intervento di qualsiasi soggetto imprenditoriale, ma alla fine del 2014 è giunta la notizia che la cooperativa ha trovato un acquirente e pertanto non è più interessata a proseguire l'ipotesi progettuale proposta da Libera Terra.

Alla luce dei fatti, comprovabili da ampia ed approfondita documentazione, risulta pretestuoso il modo in cui si cerca di screditare il lavoro di chi, pur nei suoi limiti e nelle sue fragilità, ha tentato di dare un contributo fattivo, onesto e professionale al fine di tutelare una realtà dal grande potenziale sociale, culturale, economico e produttivo nel nostro territorio. Inoltre in merito alla questione dei beni confiscati e in particolar modo  all'indagine della Procura di Caltanissetta sulla gestione dei beni confiscati a Palermo  Libera ribadisce:

Da oltre due anni, grazie al contributo di cooperative, magistrati e associazioni  chiediamo di accelerare su questi temi. Gia' con il governo Letta era stato formato un gruppo di lavoro, i cui risultati sono stati consegnati al nuovo Governo. Le nuove norme sono ferme in Parlamento e in piu' occasioni , anche recenti,  abbiamo chiesto  la necessità di una accelerazione e di dare concretezza per avere maggiori strumenti necessari in questo marasma di beni confiscati.

In  particolare  in occasione della Conferenza Nazionale sui Beni Confiscati , insieme ad altre realta', abbiamo presentato proposte concrete volte a garantire il loro effettivo riutilizzo, velocizzare i tempi dell'iter amministrativo, dal sequestro all' assegnazione, colmare i vuoti organizzativi e di personale degli uffici preposti. All' interno di queste proposte , una riguarda proprio la figura chiave dell'amministratore giudiziario, per la quale riteniamo urgente istituire un albo, definire delle linee guida, studiare dei meccanismi che garantiscano standard di competenza e integrita'.

Inoltre ci preme sottolineare che Libera è una rete di oltre 1600 associazioni di cooperative, scuole, università e di singoli cittadini in tutta Italia. Dal 1995, anno di nascita dell'associazione,  che ci occupiamo del tema dei beni confiscati e promuoviamo campagne di sensibilizzazione e di informazione in tutto il Paese affinché essi possano essere restituiti alla collettività. Vent' anni fa abbiamo raccolto un milione di firme per portare a termine la legge Rognoni-La Torre. Da lì in avanti abbiamo continuato a svolgere un ruolo di promozione e di informazione sul territorio e di affiancamento e supporto alle istituzioni competenti.

Libera non gestisce direttamente i beni confiscati, tranne in alcuni casi: la sede nazionale  di Roma sequestrata al boss di camorra Michele Zaza, la sede di piazza San Pietro a Bari e un'altra struttura a Trezzano sul Naviglio, in provincia di Milano.

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