lunedì, agosto 01, 2011

Addio a Giuseppe D'Avanzo, la firma delle grandi inchieste di "Repubblica"

Giuseppe D'Avanzo
di PIERO COLAPRICO
Gli inizi difficili e gavetta dura, senza raccomandazioni, poi carriera a Repubblica, inviato, editorialista, inchieste sulla mafia, sull'Italia oscura, scoop su scoop che lo rendevano temuto dai concorrenti. Forte nel fisico da ex rugbysta e nello spirito da "buon pirata", un uomo che conosceva la vita
ROMA - È successo, e chi lo conosceva sa che non è esagerazione, come con la quercia abbattuta dal fulmine. Giuseppe D'Avanzo era una quercia, una quercia di uomo e di giornalista, con le radici salde, che affondavano nei tanti libri letti e nelle tante inchieste affrontate a viso aperto, e con i rami sempre in cerca di un nuovo spazio di cielo. Ma da ieri mattina non c'è più, D'Avanzo è morto correndo in bicicletta, tra Roma e Viterbo, è morto all'aria aperta, e l'aria aperta, in tutti i sensi, gli piaceva assai. LEGGI TUTTO
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