martedì, aprile 06, 2010

"No alla 'ndrangheta in processione". E gli affiliati sparano sulla casa del priore

di GIUSEPPE BALDESSARRO
Nel Vibonese vendetta di alcuni membri delle organizzazioni criminali dopo il divieto, emanato dalla Diocesi, di partecipare al rito pasquale. Il comune di Sant'Onofrio è stato sciolto lo scorso anno per infiltrazioni mafiose
SANT'ONOFRIO (VIBO VALENTIA) - Il ruolo di "portatori" era sempre stato in gran parte dei picciotti dei clan della 'ndrangheta. Erano loro a portare sulle spalle le statue della Madonna Addolorata, di San Giovanni e del Cristo Risorto la domenica di Pasqua. Per la tradizionale "Affruntata" gli uomini della 'ndrina si vestivano a festa e si presentavano in chiesa per la processione. Con la spavalderia di chi "chiama a sé" il consenso popolare. Per i "novizi" della cosche era una sorta di debutto in società. Un appuntamento importante per la comunità cattolica del paese, ma anche un'investitura di boss e gregari, di capi e killer. Tutti in strada, piegati sotto il peso del "Santo". Era così a Sant'Onofrio, ed è così in molti comuni calabresi. LEGGI TUTTO
La solidarietà a monsignor Luigi Renzo, di "Fare Ambiente Sicilia"

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