giovedì, settembre 01, 2016

Scuola, trasferiti 61 co.co.co., molti dalle Madonie a Palermo

L'ira dei sindacati, pronti alle proteste: “Per i precari la mobilità non è prevista”
Palermo 1 settembre 2016 - Continuano a non trovare pace i co.co.co. della scuola della provincia di Palermo. Stamattina le organizzazioni sindacali Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Uil hanno appreso, con una mail inviata dal Provveditorato, che è stata pubblicata la graduatoria definitiva della mobilità: gran parte dei 61 co.co.co della provincia di Palermo, residenti sulle Madonie, saranno spostati in città.

Non si tratta di un elenco provvisorio di trasferimenti ma di una graduatoria definitiva stabilita, denunciano le sigle, senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali. “Riteniamo inaccettabile questo comportamento da parte del Provveditorato. La mobilità per questa tipologia di lavoratori precari non è contemplata: ma in Sicilia ogni anno questo problema ritorna - dichiarano in una nota congiunta Laura Di Martino e Giuseppe Oliva per Nidil Cgil, Francesco Amato per Felsa Cisl e Maria Tornabene per Uiltemp - Per questi lavoratori si dovrebbe parlare soltanto di un percorso dovuto di stabilizzazione, e non di situazioni che aggravino la loro già precaria condizione lavorativa ed esistenziale. Metteremo in campo ogni azione volta a tutelare i diritti dei collaboratori scolastici”.

Il 4 agosto scorso, davanti al Provveditorato di via San Lorenzo, 250 lavoratori co.co.co in servizio da vent'anni presso le segreterie scolastiche statali, con funzione di assistente amministrativo, coinvolti contrariamente alle attese nei processi di mobilità territoriale, avevano protestato con loro le organizzazioni sindacali, Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uil Uiltemp. Proprio dal Miur i sindacati avevano ricevuto rassicurazioni che la "mobilità" non sarebbe scattato in presenza di figure precarie e non di dipendenti. Invece dal Provveditorato anche quest'anno sono sono arrivati per i co.co.co. palermitani 61 lettere di trasferimento. I sindacati hanno annunciato azioni di protesta.

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