domenica, ottobre 03, 2010

"I soldi del ponte agli alluvionati"

In migliaia a Messina per la manifestazione contro l'opera sullo Stretto: "E' un'indecenza che vengano stanziati fondi per una struttura irrealizzabile mentre per Giampilieri e Scaletta non c'è denaro" MESSINA - Alcune migliaia di persone - settemila secondo gli organizzatori, circa la metà per la questura - provenienti da tutta Italia stanno partecipando a Messina a un corteo organizzato dalla Rete “No Ponte” per protestare contro la realizzazione dell'opera e per chiedere che i fondi per la sua costruzione siano destinati alle zone alluvionate della città dello Stretto. Al corteo, che ha attraversato il centro della città, prendono parte anche esponenti di partiti politici del centrosinistra e associazioni ambientaliste. "Crediamo che sia un'indecenza - ha detto Anna Giordano, componente della segreteria nazionale del Wwf - che decine di persone che vivano nel disagio dopo l'alluvione di Giampilieri e Scaletta perché non si trovano i fondi per sistemare quelle aree, mentre per la realizzazione di un'opera inutile e impossibile da realizzare si stanziano dei soldi". "Ricordo inoltre che il ponte a campata unica più lungo del mondo è di 1.131 metri e quello che vorrebbero fare è di 3.300 metri. C'è un gap tecnologico non colmabile nemmeno tra cento anni". A sostenere la manifestazione anche l'europarlamentare Rita Borsellino: "A dispetto dei roboanti annunci, il ponte sullo Stretto resta un miraggio del governo Berlusconi, uno spreco di denaro pubblico per un'opera inutile e dannosa. Denaro che, invece, andrebbe usato per la messa in sicurezza del territorio e per far fronte ad emergenze come quella di Giampilieri che, né il governo nazionale, né quello regionale hanno ancora risolto". Tra gli altri a Messina anche il segretario regionale di Rifondazione comunista, Luca Cangemi. "Da questa manifestazione viene un fortissimo segnale di opposizione alle scelte ed ai comportamenti dei governi nazionale e regionale. Moltissimi cittadini chiedono un nuovo modello di sviluppo, centrato sul lavoro e sulla valorizzazione del territorio. Un modello opposto a quanto ci propongono Berlusconi e il governo regionale siciliano Lombardo-Pd, non a caso sostenuti da Confindustria".

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