lunedì, maggio 18, 2015

“Piano rifiuti c’è, attende ok di Roma”, lettera a "Siciliainformazioni" dell’assessore Contrafatto


L'assessore Vania Contraffatto
Gentile Direttore,
ho letto con interesse il Suo editoriale dal titolo “Affaire rifiuti, dieci anni nel porto delle nebbie”pubblicato su Siciliainformazioni sabato 16 maggio. Un articolo che pone una seria riflessione e che, in un settore così confuso e contraddittorio come quello dei rifiuti, mi dà l’opportunità di esporre, spero in modo sintetico e chiaro, quanto questo governo sta facendo.

Sin dal mio insediamento, datato dicembre 2014, ho avuto conferma di quanto già sospettavo anche prima di accettare il mio attuale incarico: quello dei rifiuti è un settore delicato, anzi delicatissimo, non solo per le conseguenze che ha nella vita di tutti i giorni dei siciliani, ma anche per gli interessi, legittimi e non, che inevitabilmente interessa.
Un settore che, inutile negarlo, si trova in emergenza da troppo tempo e in cui bisogna rimettere ordine anzitutto per garantire ai siciliani, e quindi anche ai nostri figli, un sistema capace di tutelare l’interesse collettivo, difendere l’ambiente e trasformare i rifiuti da un annoso problema a una risorsa, capace di acquisire un potenziale valore. Mi rendo conto che queste parole potrebbero essere intese come una semplice dichiarazione di intenti, ma ci sono anche dei fatti che conferiscono loro concreta sostanza. Il mio ragionamento, però, si basa su tre semplici principi che tutti dovrebbero condividere, se hanno a cuore la Sicilia.
Primo principio: l’emergenza non conviene e nessuno la dovrebbe inseguire. O, per meglio dire, non la voglio io e non la vuole il governo, consapevole che portare i rifiuti all’estero sarebbe, oltre che una mossa estremamente costosa (e di questi tempi sappiamo bene come la Regione non abbia risorse da sprecare), anche una sconfitta della politica e della capacità delle istituzioni di risolvere i problemi.
Secondo principio: bisogna incrementare la raccolta differenziata. Non solo perché fa bene all’ambiente e perché non possiamo immaginare di sotterrare rifiuti in eterno, ma soprattutto perché è economicamente conveniente: riciclare significa intasare meno le discariche, avere meno costi e più ricavi, consentire ai cittadini di pagare meno tasse, creare posti di lavoro.
Terzo principio: per uscire da questa situazione, serve la collaborazione di tutti. Delle forze politiche, chiamate ora come non mai a scelte responsabili senza inseguire interessi particolari; degli enti locali, che hanno la grave responsabilità di non incrementare la differenziata nella convinzione che alla fine ci penserà “mamma Regione”; dei sindacati e dei lavoratori del comparto, a cui bisogna far presente che il sistema, non sempre limpido, che ci ritroviamo ha bisogno di cambiare, altrimenti non regge.
Se siamo d’accordo su questi tre punti di partenza, possiamo allora confrontarci sugli strumenti per uscire dall’emergenza. Anzitutto chiariamo una cosa: il piano rifiuti c’è, non è contrario ad alcuna normativa comunitaria o nazionale e attende solo il via libera del governo centrale per essere operativo. Nostro compito, e ci stiamo lavorando, sarà aggiornarlo nel più breve tempo possibile: impresa ardua, specie se l’elefantiaca macchina regionale crea mille problemi e impedimenti, tra cui anche la difficoltà di reperire i più semplici dati per poter effettuare una programmazione.
La Sicilia potrà uscire dall’emergenza solo ad alcune condizioni: completare in tempo utile gli impianti, aumentare sensibilmente la differenziata, ottenere dal governo nazionale più tempo. E’ chiaro che, per farlo, Roma non si accontenterà, e aggiungo giustamente, di pie intenzioni: servono prove del nostro senso di responsabilità.
Per questo è necessario far entrare finalmente in funzione il sistema delle Srr in luogo dei vecchi e falliti Ato, accelerare il completamento delle procedure relative all’impiantistica, chiedendo alla burocrazia regionale più efficienza, ma soprattutto punire severamente gli enti locali che non incentivano la differenziata. In Finanziaria avevamo chiesto una tassa ad hoc, che però l’Ars ha preferito bocciare quando ho deciso di non piegarmi a indecenti baratti, come se invece che nel Parlamento più antico d’Europa ci trovassimo in uno squallido mercato.
Questo è il piano del governo regionale, che si muove unito e compatto su questo come su tutti i temi. I tecnici del mio assessorato lo stanno definendo nei dettagli e la mia scrivania non sarà un porto tra le nebbie, né un semplice punto di passaggio, ma una severa dogana: non proporrò niente ai siciliani e al governo che non faccia l’interesse di questa nostra martoriata terra, nel dovuto rispetto delle regole.
La prego, se vorrà, di volere pubblicare questo mio intervento intendendolo come un contributo all’interessante dibattito che il Suo editoriale ha aperto, come è doveroso che sia su un settore così cruciale per la vita di tutti noi”.
Cordiali saluti.
L’assessore Vania Contrafatto.

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