mercoledì, maggio 20, 2015

A Corleone la maggioranza del sindaco Savona vota contro l'acqua pubblica!

Per fortuna all'Assemblea Regionale Sicilia il sub-emendamento 2R (presentato dai deputati Pd Panepinto, Maggio, Cirone, Raia e Ferrandelli) all'art. 4 del disegno di legge che sarà discusso e (si spera) approvato alla fine di giugno dovrebbe consentire ai comuni la gestione diretta e pubblica del servizio idrico sia in forma singola sia in forma associata. 
Ma procediamo con ordine. Nella notte tra lunedì e martedì il consiglio comunale di Corleone ha discusso la proposta dell'amministrazione Savona di affidare temporaneamente all'Amap la gestione del servizio idrico. Le opposizioni (Pd e Mi ci vedo) hanno obiettato che il comune di Corleone è in condizione di gestire direttamente il servizio perchè ha il personale competente (operai e tecnici) e l'esperienza necessaria. Ma da quest'orecchio Savona & C. non sentivano e insistevano per l'affidamento ad Amap.
"Le tariffe aumenteranno ancora di più - abbiamo obiettato - e ci andremo a vincolare con una società come Amap che certamente non gode di ottima salute. Questa vostra insistenza ci ricorda l'insistenza dell'amministrazione Iannazzo, che ha svenduto le reti idriche ad APS in cambio di "un piatto di lenticchie",  cioè l'assunzione di tre operai". Anche il consigliere Roberto Scianni si è posto in posizione critica nei confronti della maggioranza a cui da circa un anno ha aderito (nel 2012 era stato eletto in una lista che appoggiava la candidatura a sindaco di Pippo Cipriani). Quasi a compensare la defaillance di Scianni, il consigliere Pippo Cardella ha dichiarato invece che votava per l'affidamento ad Amap del servizio idrico. Messa ai voti la proposta, veniva approvata con i voti contrari dei consiglieri Paternostro, Schillaci, Siragusa e Gambino e l'astensione di Bruno. Scianni abbandonava l'aula.
Adesso la speranza è l'approvazione del disegno di legge sull'acqua pubblica in discussione all'ARS, con l'inserimento del sub emendamento Panepinto & C., che consentirebbe ai comuni che lo vorranno di gestire in forma diretta e pubblica il servizio idrico.
d.p. 

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