venerdì, luglio 27, 2012

Campi di lavoro antimafie. Il filo rosso che lega Corleone-Parete


I volontari di Parete
Nel cuore dei Casalesi, anche ieri la presentazione di un libro nel piccolo anfiteatro del plesso scolastico di Parete. Testimonianze e cultura di un impegno straordinario di cittadini campani contro il "sistema" o meglio la Camorra. Storie, fatiche, sofferenze ma anche tanta voglia di esprimere dignità e onestà. Libri che difficilmente sarebbero stati presentati in questa località dei Casalesi in assenza del campo antimafie e del villaggio della solidarietà.
E alla fine subito di corsa all'organizzazione della mensa sociale non "per" ma "con" gli immigrati; cittadini e lavoratori spesso senza diritti più vicini alla schiavitù che allo Stato. Per noi questa è Resistenza. A farla tanti giovani italiani venuti dalle regioni del Centro Nord e tanti altri residenti al Sud. Un saggio compagno mi dice sempre: "spesso la storia si ripete!" Se lui avrà ragione allora tra un po' dovrà arrivare un nuovo 25 aprile!!
Intanto oggi inizia un nuovo  campo antimafie a Corleone: arriveranno ben 38 volontari, ma già da ieri sera Maria  e Gabriele, dei circoli arci tematici della legalità "Placido Rizzotto" di Pisa e "Pio La Torre" di Pistoia sono attivi insieme allo Spi Cgil e Auser di Arezzo, quindi avanti tutti insieme e con la Cooperativa Lavoro e Non Solo di Corleone e l'Associazione Nero e Non Solo di Parete, tutti alla scoperta di quel comune "e Non Solo" per la costruzione di una Nuova Liberazione Popolare.Maurizio Pascucci

Parete, diario del 26 luglio 2012
Mani incerottate e schiene a pezzi scrivono questa pagina…
Mattinata passata a tagliare l’erba intorno a pioppi neonati, ad annegare insalate e docce non programmate con acqua del pozzo.
Tutto questo intervallato da gustose pause.  
Ma il momento centrale della giornata è stato l’incontro con Gennaro Del Prete. 
Con mani arricciate, incerte un uomo parla della storia di suo padre, Federico Del Prete, ucciso dal clan casalese di Mondragone, per aver denunciato troppe volte il germe dell’ingiustizia civile.
La sua colpa è stata denunciare persone dentro e fuori lo Stato ma macchiate dallo stesso reato. Federico Del Prete era una persona semplice, lavoratrice che a “testa alta” ha svolto il suo ruolo da cittadino in un paese dove la gente è abituata a piegarsi a tutto.
“A testa alta. Federico Del Prete: una storia di resistenza alla camorra” è un libro di Paolo Miggiano e Gennaro Del Prete che ripercorre la vita e le vicende giudiziarie vissute in prima linea da Federico.
 Parlare della morte del proprio padre non è facile, forse però a volte doveroso se questo può smuovere le coscienze.
A noi è certamente servito!
“Bisogna vaccinarsi dall’ideologia camorristica. Come? Informazione, cultura ed esempi di grandi uomini.”
Ecco quello di cui l’Italia ha bisogno.
Valeria e Mara

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