domenica, marzo 23, 2014

Mafia: in 100mila con Libera. Don Ciotti: "Serve l’impegno di tutti" Non si costruisce giustizia senza verità. Servono scuola e lavoro"

Don Luigi Ciotti sul palco di Latina
(AGI) - Latina, 22 mar. - "Siamo venuti qui per affetto, stima e riconoscenza per questo territorio, qui ci sono belle persone e belle risorse. Siamo venuti per cercare verita' per don Cesare Boschin e tanti altri e per non dimenticare che le organizzazioni mafiose attraversano tutto il territorio e anche l'Agro Pontino". Sono le prime parole di don Ciotti nella Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, organizzata da Libera, che si è celebrata ieri a Latina. Don Ciotti, alla testa del lungo corteo partito da via Isonzo, ha voluto sottolineare di aver "trovato migliaia di ragazzi, qui c'e' un'Italia intera che si e' data appuntamento", ricordando che ieri "il papa e' stato chiaro: 'piangete e convertitevi, in ginocchio chiedo di cambiare vita'". "Le nostre antenne di cittadini ed associazioni ci dicono che qui le mafie non sono infiltrate, sono presenti. Fanno i loro affari nel settore dell'economia e della finanza. Se fosse solo un problema di criminalita' basterebbero le forze dell'ordine ma e' anche un problema di case, di poverta' e di politiche sociali". Sul caso rifiuti e sulle dichiarazioni del pentito Schiavone, don Ciotti ha ricordato che: "si sapeva da vent'anni, mi sono stupito di chi si e' stupito. Boschin vedeva tutto questo dalla sua finestra e della sua morte non sappiamo ancora la verita'. Non c'e' strage in Italia di cui si conosca la verita'". 

Incantano e uniscono oltre 100 mila persone le parole di don Luigi Ciotti, oggi a Latina dove la 'sua' Libera ha organizzato la XIX giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie. "Chiediamo che la politica decreti per legge che il 21 marzo sia la Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Chiediamo che lo Stato riconosca questo giorno. Non ci sono piu' alibi". E' chiaro don Ciotti nel messaggio che manda ai cittadini, alla politica, ai familiari delle vittime, nel giorno in cui si celebrano le tante morti di vittime innocenti uccisi da tutte le mafie, 900 in tutto, elencati dal palco di piazza del Popolo a Latina. Don Ciotti ha esordito ricordando l'incontro avvenuto ieri con Papa Francesco: "Il Papa -ha detto- ci ha sconvolti tutti perche' parlando ai familiari delle vittime si e' rivolto ai mafiosi senza indugi: 'piangete un po' e convertitevi'. E' un grido di dolore il suo ma anche di amore e di speranza. Segno che la Chiesa dice basta alle timidezze, alle prudenze e alle deleghe. E' pieno di gente che bacia i santi e poi non si sporca le mani per chiedere giustizia". Di qui un appello a tutti: "Bisogna avere coraggio -esorta il sacerdote fondatore di 'Libera' - Molte parole sono diventate stanche e retoriche. Tra queste c'e' la parola legalita'. Ma quanta legalita' esiste a servizio del potere? Un'altra parola abusata e' antimafia. C'e' per caso qualcuno che si dichiara apertamente pro mafia? Nessuno. Tutti dicono di essere anti, ma tra questi c'e' chi ha costruito sull'antimafia una falsa credibilità". Don Ciotti ha parlato poi del coraggio della verita', ricordando la figura di don Cesare Boschin, il prete ucciso a Latina nella sua parrocchia proprio a ridosso della discarica dei rifiuti di Borgo Montello. "Non c'e' strage in Italia - ha aggiunto - di cui si conosca la verita'. Non si costruisce giustizia senza verita'. E anche noi dobbiamo diventare cercatori di verita'. Poco fa un familiare mi ha detto: i tribunali possono assolvere, ma noi non assolveremo mai quanti hanno avuto frequentazioni con i mafiosi e che oggi sono liberi per la prescrizione. Qualcuno e' stato proprio furbo a fare le leggi". Un ultimo richiamo al ruolo dei cittadini e delle associazioni: "La vera forza delle mafie sta fuori dalle mafie, e' nella retorica d'occasione, nell'immobilismo e nei silenzi. La mafiosita' diffusa e' il vero patrimonio delle mafie, prima ancora di quello economico. Questa nostra crisi e' economica negli effetti ma culturale nelle premesse. Ci sono 5 milioni di poveri, 7 milioni che vivono disagi lavorativi. La lotta alla mafia significa allora lavoro, politiche sociali, cultura, scuola".
"Abbiamo solo questa vita - ha sottolineato infine don Ciotti - Abbiamo solo questa vita. Non sprechiamola e impegnamoci tutti, perche' la speranza e' adesso". Dal palco della manifestazione, alla quale hanno preso parte oltre 100mila persone, e' stato letto l'elenco di 900 vittime innocenti delle mafie. Tra questi, 189 militari e forze dell'ordine, 25 magistrati e avvocati, 154 deceduti per pallottole vaganti o per uno scambio di persona, 67 vittime innocenti uccise perche' parenti di mafiosi o testimoni scomodi, 107 persone esposte a racket e pizzo, 88 sindacalisti e contadini, sette lavoratori nella sanita' uccisi perche' si opponevano alla corruzione, 12 giornalisti e 80 minorenni. Libera chiede "verita' e giustizia" per le stragi e le vittime perche', fa sapere, il 70% dei familiari delle 900 vittime innocenti ancora non conoscono la verita'.




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