giovedì, dicembre 17, 2009

Pay tv, riduzione tetto spot. In 3 anni dal 18% al 12%

Il decreto legislativo recepisce una direttiva europea. Nei prossimi giorni verrà esaminatodalle commissioni competenti di Camera e Senato. Entro l'anno tornerà al Consiglio dei ministri
ROMA - Una riduzione progressiva per il limite di affollamento orario della pubblicità per la Pay tv, che scenderebbe dal 18 al 12% nell'arco di tre anni: sarebbe questo, a quanto si apprende, l'orientamento emerso dal Consiglio dei Ministri di oggi per lo schema di decreto legislativo destinato a recepire la nuova direttiva europea in materia di tv e servizi audiovisivi. Il tetto agli spot dovrebbe scendere al 16% nel 2010, al 14% nel 2011, per toccare poi il 12% nel 2012. Originariamente era stato previsto un taglio immediato del tetto al 12%, ma poi grazie alla mediazione di Gianni Letta e del ministro per le Politiche europee Andrea Ronchi si è optato per il taglio progressivo nell'arco di tre anni. La norma nella prima stesura aveva suscitato le polemiche dell'opposizione per il danno che avrebbe arrecato a Sky a vantaggio di Mediaset. Infatti il tetto, che nella direttiva europea dell'11 dicembre 2007 sull'esercizio delle attività televisive è comunque del 20% (quindi il governo ha scelto una norma più rigorosa rispetto al tetto limite indicato dalla Ue), è destinato a diventare una zavorra per le Pay Tv, e in particolare per Sky, mentre le Tv private mantengono il limite del 20%. In definitiva, se nell'arco di un'ora al momento Sky può trasmettere fino a poco più di 10 minuti di pubblicità, nell'arco di tre anni i minuti scenderanno fino a poco più di 7, contro i 12 delle tv private.
Sempre a quanto si apprende, nel provvedimento non sarebbero previste sostanziali novità per le norme relative alle quote di investimento e trasmissione di film e fiction. Il decreto andrà alle commissioni competenti di Camera e Senato per i pareri non vincolanti, ed entro l'anno tornerà al Consiglio dei ministri perché gode di una 'corsia preferenziale'.
(La Repubblica, 17 dicembre 2009)

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