domenica, luglio 15, 2018

Sintonizzatevi su Radio Corleone 90034

Simonpietro Cortimiglia, operatore socio-assistenziale

A Corleone, a casa nostra, c’è una bella giornata, si sta decisamente bene! La sensazione è quella del Macondo milanese o del Saman trapanese di Mauro Rostagno... un fluido di libertá che vagando in lungo e in largo rigenera corpo e mente! Sono le sei del mattino e siete sintonizzati sulle frequenze di Radio Corleone 90034.

M’affaccio dall’abbaino del piano di sopra, le tegole ancora assopite si preparano ad accogliere un nuovo giorno. Ebbene sì, anche a Corleone l’alba spunta nel rispetto delle leggi vigenti, come nel resto del mondo. Se ad una città viene attribuito il titolo di animosa da qualche parte bisogna pur iniziare. I fumi reflui del falò del giorno prima inebriano la stanza, ah già, ieri era il primo marzo festa del patrono San Leoluca e come tradizione vuole, nei quartieri storici dislocati per il paese al passaggio del simulacro, si accende una luminaria, simbolo di luce e speranza.
Sarà lo stesso Santo poi a correre due mesi dopo col collega abate Antonio lungo il corso principale per cacciare i Borboni che volevano conquistare la nostra Corleone. La pietas e la tradizione popolare a stampo religioso hanno dato vita nel tempo a tantissime manifestazioni piene anche di folklore: le tavolate di San Giuseppe, famiglie intere al lavoro, preparare ogni ben di Dio, panuzzi, sfince tipiche e pignolata, per offrirli ai meno abbienti; la processione del Venerdì Santo in cui le confraternite bianche in preghiera si occupano della passione e morte di Gesù, dal suggestivo Colle Calvario con a seguito Maria SS. Addolorata fino alla resurrezione per portare a compimento i riti della Settimana Santa; l’intima Messa al pozzo dove è stato ritrovato il Crocifisso della Catena; la lunghissima processione del SS. Sacramento, dove fino agli anni ‘60 uscivano tutti i santi in festa; il rudere di San Marco dove leggenda vuole che, percorrendo un determinato tragitto con un bicchiere colmo d’acqua fino alla chiesa trovi il tesoro; e che dire del meraviglioso monastero del SS. Salvatore col suo antico chiostro dai colori mozzafiato, che sovrasta la nostra città.
Abbiamo dato i natali a due santi Leoluca e Bernardo, con Fra’ Girolamo e Suor Teresa Cortimiglia in odore di santità. Corleone città delle cento chiese, così gli storici del tempo l’avevano ribattezzata e non sbagliavano, molte azioni e successive reazioni derivano proprio dal credo degli abitanti del luogo. Rimanete sintonizzati, due brani e si riparte: Sapore di Sale nella versione di Gino Paternostro e Bosnia non c’è rock ‘n roll di Mimmo Cascio, ovviamente Corleonesi!
La tradizione è l’oppio dei popoli, ma non in senso negativo. In questo contesto volevo presentarvi la storica maschera del “Riavulicchiu” (Diavoletto) che ha permesso al Carnevale Corleonese di essere inserito nei carnevali storici di Sicilia, lo sfincione fatto in casa e la pasta finocchi e sarde tipica corleonese, che si ripropongono più volte durante l’anno. Qualcuno asserisce che le sarde siano proprie del luogo, ma non abbiamo mare ahimè, anche se qualche candidato sindaco lo ha promesso nel corso dei decenni; forse non hanno tutti i torti infatti, il soprannome che ci hanno dato sin dalle origini è Chiantasardi (pianta sarde), ma questa è un'altra amara storia.
E poi noi e solo noi abbiamo la Carcavecchia, la sorellastra della più nota Befana, che la notte di ogni trenta dicembre entra nelle nostre case e porta i doni ai bambini più o meno buoni!
Il leone rampante del gonfalone di città ci ricorda che a Corleone ben tre presidenti della Repubblica son venuti a farci visita, ufficialmente per la carovana antimafia, ma secondo me per vedere di nascosto l’effetto che fa come cantava il buon Jannacci. Di tradizionale c’è ben poco se non il termine carovana che mi ricorda le traversate dei campesinos in America Latina.
Si stava meglio quando si stava peggio, quando quel poco che si aveva ci appagava e nutrivamo molta più attenzione per il luogo dove vivevamo. Penso ai palazzi storici di città che per vicissitudini varie e per incuria dei troppi eredi non riescono a splendere di luce propria come è giusto che sia, ma debbono fare i conti con le influenze stagionali, le crepe, i crolli, sbalzi pressori e furti di antiquari più o meno improvvisati. Idem per monumenti, chiese e oratori; e allora che vogliamo fare?
Ci svegliamo? C’è un ritorno di massa alla moda del vintage, restaurare tutto per riportarlo agli antichi fasti e allora che ne pensate di passarci tutti una mano sulla coscienza in stile rx portatile e restauriamo un po’ il nostro modo di pensare, di vivere con una mente non incentrata sulle corse giornaliere al lavoro che c’è o su maratone dubbie di chi lavoro non ne ha? Pensiamo a come vivevano i nostri avi, rispettiamone sogni e tradizioni e con i mezzi attuali cerchiamo di costruire un mondo nuovo. Altolà allo stress… no no, pausa, qui pubblicità progresso niente, a fine trasmissione cambiate frequenza… si ma cambiamola veramente!
A Corleone, a casa nostra, si è fatta sera, c’è un silenzio assordante, il coprifuoco non esiste più; dalle frequenze di Radio Corleone 90034 è tutto, buon viaggio amici ascoltatori, forse un giorno ci ritroveremo lungo la strada, si ma quella maestra!
15 luglio 2018
http://mafie.blogautore.repubblica.it/2018/07/15/2047/

Nessun commento: