mercoledì, ottobre 25, 2017

Testimoni di giustizia: approvare rapidamente la riforma della legge

Pubblichiamo il comunicato congiunto sulla vicenda dei testimoni di giustizia che i sottoscrittori del documento hanno inviato al Presidente del Senato, Pietro Grasso, e ai Gruppi parlamentari del Senato.
Nel marzo di quest’anno la Camera dei deputati ha approvato all’unanimità la proposta di legge di riforma della normativa in materia di trattamento dei testimoni di giustizia (pdl 3500, Bindi-Gaetti). Il provvedimento è stato generato dal lavoro svolto in Commissione parlamentare antimafia, che ha visto approvare all’unanimità una relazione specifica sul tema. La riforma migliora sensibilmente la condizione di vita dei testimoni, rendendo per altro il sistema più rigoroso e trasparente. I testimoni di giustizia sono cittadini con un alto senso dello Stato italiano che hanno denunciato mafiosi, corrotti e persone dedite al malaffare, assumendosi in prima persona la responsabilità di contribuire a cambiare in meglio il nostro Paese, liberandolo dalle tossine della criminalità e dell’illegalità. Sono il simbolo di quella fedeltà alla Repubblica richiesta dall’articolo 54 della nostra Costituzione.

Il provvedimento, già licenziato dalla Commissione Giustizia del Senato, è ora in attesa di essere discusso dall’Assemblea, dove peraltro non risulta ancora inserito nel programma dei lavori di ottobre-dicembre 2017. Facciamo appello al Presidente Pietro Grasso e ai senatori di tutte le forze politiche affinché approvino il testo della riforma legislativa nel più breve tempo possibile, senza apporvi alcuna modifica. È una richiesta contenuta nell’appello pubblico indirizzato a gennaio 2017 al Parlamento e al Governo dalle associazioni sottoscriventi questo comunicato. I testimoni di giustizia e l’Italia onesta stanno aspettando da tempo questo provvedimento. Chi ha messo in gioco la propria vita e quella dei propri famigliari, dovendo spesso cambiare identità e luogo di residenza e di lavoro per evitare di essere intimidito e assassinato, ha il diritto di sentire forte che le Istituzioni e la società civile responsabile, siano schierate chiaramente dalla sua parte. Che è quella dell’Italia migliore.

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