sabato, agosto 01, 2015

A Caccamo, la Cgil e il Comune ricordano Intili, dirigente sindacale assassinato dalla mafia



Per 63 lunghi anni nessuno ha più parlato di lui. Solo l’anno scorso è stato per la prima volta ricordato dall’amministrazione comunale. Il suo nome è stato inserito nell’elenco delle vittime innocenti di mafia, redatto dall’associazione “Libera”, ma nessuno ha mai cercato di sapere chi fosse Filippo Intili, mezzadro comunista, dirigente della Camera del lavoro, assassinato il 7 agosto 1952 dalla potente mafia di Caccamo. Addirittura, la Regione siciliana, che pure lo ha inserito nell’elenco delle vittime del movimento contadino, allegato alla L.R. n. 20/99, ne ha sbagliato nome e cognome, chiamandolo Giuseppe Intile. Ma il 7 agosto prossimo, sarà la Camera del lavoro di Palermo in collaborazione col comune di Caccamo, a fare giustizia di questo lungo silenzio, ricordando Filippo Intili con una manifestazione nel cimitero comunale, alla presenza dei dirigenti della Cgil, dell’amministrazione comunale, della scrittrice Vera Pegna e di diversi nipoti e pronipoti che arriveranno direttamente dalla provincia di Pisa dove da anni risiedono. Sarà padre Giovanni Calcara, frate domenicano, a benedire la nuova tomba dove saranno traslati i resti di Intili, con incisa la frase: «Filippo Intili (1901-1952) – mezzadro – ucciso da mano mafiosa - si batté per la legalità e la giustizia. La sua memoria spezzi ogni pavido silenzio».
Le stesse parole scolpite sul cippo in pietra collocato l’anno scorso a Piano Margi, dove Intili fu assassinato. Parole suggerite da Vera Pegna, che nel 1962 fu consigliera comunale comunista nella Caccamo dominata dalla mafia di “don” Peppino Panzeca. Fu quella giovane “forestiera” allora a tentare di scalfire il potere della mafia, facendo togliere dall’aula consiliare la poltrona dove da anni sedeva il capomafia, pur non avendo nessun ruolo istituzionale. Ci sarà pure lei il 7 agosto a Caccamo per onorare la memoria di Intili. E dirà parole tanto simili a quelle pronunciate da Francesca Serio, mamma di Turiddu Carnevale, segretario della Camera del lavoro di Sciara, a pochi chilometri da Caccamo, che la stessa mafia di “don” Peppino Panzeca aveva assassinato tre anni dopo Intili, il 16 maggio 1955.
Filippo Intili nella Caccamo degli anni ’50 si batteva per dividere il prodotto dei campi che aveva a mezzadria in base al decreto Gullo, che assegnava il 60% al contadino e il 40% al padrone. A Caccamo, invece, c’era un’altra legge, quella della mafia, per cui  si divideva ancora al 50%. Intili, inoltre, aveva deciso di candidarsi come capolista del PCI alle imminenti elezioni comunali. Venne ucciso il 7 agosto 1952 in contrada “Piani Margi” a colpi d’accetta. Il suo corpo rimase a terra per circa 24 ore fino all’arrivo dei carabinieri, per poi essere portato presso il cimitero comunale e interrato.
Al solito, dopo la sua uccisione, in paese fu sparsa la voce che fosse stato ucciso perché aveva rubato delle pere. Un motivo veramente banale per uccidere una persona. Tra l’altro, alle pendici del monte San Calogero non vi era nessun pereto.
Quando fu ucciso aveva 51 anni e da tempo prendeva parte alle proteste contadine che rivendicavano l’applicazione della riforma agraria. Aveva un forte ascendente sui  contadini e la sua intelligenza politica, sostenuta dagli ottimi rapporti relazionali che  teneva con la gente, irritò il sistema politico-mafioso del tempo che ne ordinò l’eliminazione fisica.
Le testimonianze delle persone che lo hanno conosciuto, parlano di una persona leale e umanamente pronta ai bisogni della gente; aveva un ottimo rapporto con i proprietari  terrieri perciò si è più propensi a pensare ad un  omicidio più politico che legato ad interessi di natura economica con essi.  Si racconta che quando la DC inviava a San Giovanni Li Greci l’autobus per prelevare  gli elettori ed accompagnarli al seggio , ai comunisti che insistevano per salire sull’automezzo veniva detto di smetterla altrimenti avrebbero fatto la fine di Intili.
Per tanti lunghi anni a Caccamo non si è mai parlato di Filippo Intili, due anni fa Vera Pegna ha parlato di Intili e dei luoghi dove era stato ucciso. Il comune è riuscito ad individuare il luogo esatto tramite dei pastori che sapevano della posa di alcune pietre a forma di croce. E’ stato un momento importante per Caccamo e con Vera il 7 agosto 2014 è stato collocato un cippo commemorativo. (Dp)


Nessun commento: