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PALERMO - Sulla sentenza del processo per le talpe alla Dda si registra uno scontro tra accusa e difesa sul capo di imputazione per il quale i giudici della terza sezione del tribunale hanno ritenuto colpevole il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, di favoreggiamento semplice e rivelazione di segreto d'ufficio, senza l'aggravante prevista dall'articolo 7 per avere avvantaggiato Cosa Nostra. Tutto ruota attorno all'aiuto che, secondo quanto sostenuto dal procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso e dal Procuratore di Palermo Francesco Messineo, Cuffaro avrebbe fornito a "singoli indagati per mafia" anche se non all'organizzazione Cosa Nostra nel suo complesso. Una tesi che viene invece confutata dai difensori di Cuffaro, per i quali non ci sarebbe alcun favoreggiamento a boss mafiosi. LEGGI TUTTO
di FRANCESCO LA LICATA
di ATTILIO BOLZONI
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