domenica, gennaio 25, 2009

I "fuggiaschi" nascosti a Lampedusa: "Non torno in Tunisia, piuttosto mi uccido"

FRANCESCO VIVIANO
Ufficialmente gli oltre mille clandestini "evasi" dal Cpt sono rientrati. Ma alcuni si nascondono nelle campagne dell'isola. E si raccontano così

LAMPEDUSA - Ufficialmente, gli oltre mille clandestini che ieri erano "evasi" dal centro di accoglienza invadendo le strade di Lampedusa, sarebbero rientrati. Ma non tutti, ce ne sono ancora una ventina che si nascondono nelle campagne dell'isola e che, ad ogni costo, tenteranno di raggiungere la terra ferma. Ne abbiamo incontrati due in un casolare abbandonato a pochi chilometri dal centro dell'isola. Sono due tunisini, Mansur, ha 33 anni, e con lui c'è un suo nipote di 18. "Non vogliamo rientrare nel centro, sappiamo ormai che vogliono rimpatriarci in Tunisia, ma noi abbiamo rischiato la morte pur di arrivare a Lampedusa. Io ho un bambino di due anni che vive in Francia con mia moglie e che non ho mai visto. Non posso rientrare in Tunisia, la mia vita sarebbe inutile, Se dovesse accadere piuttosto mi suiciderò". E come Mansur altri nordafricani attendono che la tensione si allenti e tentare in un un modo o in un altro di raggiungere la terra ferma per poi proseguire verso il nord Italia o il nord europa dove vivono i loro parenti e dove sperano di trovare lavoro. Mansur ed il nipote, prima di nascondersi, si sono riforniti di viveri in un supermarcato. "Con quello che abbiamo pensiamo di tirare a campare ancora per qualche settimana, abbiamo certamente paura, ma devo correre qualunque rischio pur di riabbracciare mio figlio e mia moglie". La paura di essere rimpatriati in Tunisia è molto forte tra gli oltre mille nordafricani che sono ancora ospitati nel centro di Lampedusa ed anche le donne, quelle che sono state ospitate nella nuova base dell'isola, hanno paura ed hanno iniziato lo sciopero della fame. "Piuttosto morire che tonare in Tunisia".
(La Repubblica, 25 gennaio 2009)

Nessun commento: