giovedì, settembre 30, 2010

Mafia, indagato il Presidente del Senato Schifani


Il Presidente del Senato, Renato Schifani
di Lirio Abbate
Il presidente del Senato nel registro degli indagati per concorso esterno. "Un atto dovuto" dei pm di Palermo dopo le parole di Spatuzza e del pentito Campanella
L'ultima volta che il boss Filippo Graviano ha parlato a Gaspare Spatuzza dell'avvocato Renato Schifani, è stato nel carcere di Tolmezzo. Correva l'anno 2000 e i due mafiosi palermitani, passeggiando nel cortile del penitenziario, commentavano le immagini dell'allora senatore di Forza Italia apparse nei telegiornali: "Hai visto che carriera ha fatto l'avvocato di Pippo Cosenza?", chiedeva Graviano a Spatuzza nominando l'imprenditore del quartiere Brancaccio di Palermo che tra il '91 e il '92 aveva messo a disposizione del boss un capannone dove questi incontrava altri mafiosi e dove, appena uscito dagli arresti domiciliari, aveva creato il proprio ufficio di capomafia. In quegli anni il suo guardaspalle era Spatuzza, che oggi racconta ai magistrati quel che ricorda di quei contatti riservati, alcuni dei quali riguarderebbero anche il presidente del Senato che all'epoca era un avvocato: un esperto in diritto amministrativo e in urbanistica che aveva tra i suoi clienti molti mafiosi preoccupati che lo Stato mettesse le mani sui loro beni. LEGGI TUTTO

Fp Cgil: l'assessore Russo convoca i sindacati, sospeso lo sciopero

L'assessore Massimo Russo
La Fp Cgil e la Fp Cgil Medici, convocate in data odierna dall’Assessore regionale della salute per un tavolo di raffreddamento delle relazioni sindacali, preso atto che nel corso dell’incontro è emersa la volontà politica di riaprire un tavolo di trattativa per riesaminare i provvedimenti emanati in materia di personale, con particolare riferimento agli atti aziendali ed alle dotazioni organiche, ed affrontare tutte le questioni inerenti precariato e stabilizzazioni, esternalizzazioni e qualità dei servizi sanitari e l’avvio urgente della medicina territoriale. Ritengono che sia stata premiata la mobilitazione e la coerenza della nostra Organizzazione, unica sigla presente a sostenere le ragioni del comparto e, pertanto, nelle more di verificare i reali impegni dell’Assessorato, decidono di SOSPENDERE la manifestazione indetta per il 1˚ ottobre 2010. Il forte impegno della Fp Cgil ha determinato la riapertura del confronto con l’Assessorato che testimonia il successo delle decisioni assunte in queste settimane. Ribadiscono, tuttavia, la volontà di tenere alta l’attenzione e la vigilanza sul percorso avviato mantenendo costantemente al centro delle nostre richieste la tutela dei cittadini, dei lavoratori e della sanità regionale.
Il Segretario generale
Michele Palazzotto
La Segretaria regionale comparto Sanità
Caterina Tusa
Il Segretario Medici
Renato Costa

mercoledì, settembre 29, 2010

I NOSTRI ERRORI. A proposito dell'arresto di una persona a Bisacquino

Nell’articolo apparso domenica 26 settembre 2010, relativo all’arresto di una persona di Bisacquino poiché condannato per violenza sessuale di gruppo, si era erroneamente indicato che le indagini, che avevano portato alla condanna sua e dei correi, erano state supportate da analisi scientifiche del RIS di Messina. In realtà quelle analisi, eseguite su reperti biologici rinvenuti e repertatati nei pressi del luogo della violenza, non avevano dato alcun elemento aggiuntivo poiché dal confronto del DNA non era risultata la compatibilità con alcuno degli indagati. La colpevolezza degli indagati era stata comunque accertata, in tutti i gradi di giudizio, grazie anche a testimonianze ritenute intrinsecamente attendibili nonché concordanti. Ci scusiamo con i lettori per l’errore.

martedì, settembre 28, 2010

Corleone. Protestano i sindacati e i comuni sulla proposta di pianta organica dell'ASP di Palermo

L'ospedale "Dei Bianchi" di Corleone
Il Comitato dei Sindaci del Distretto Socio Sanitario D40, i Presidenti dei Consigli Comunali del Distretto, unitamente alle OO.SS., C.G.I.L. e CISL, riunitisi in data 24/09/2010 per esaminare e valutare la situazione dell’Ospedale dei Bianchi di Corleone, esprimono viva preoccupazione perché gli ultimi atti adottati, o in corso di adozione, da parte dell’ASP mettono a repentaglio la sussistenza dei servizi ospedalieri che sono di vitale importanza per il nostro territorio. Dopo una attenta valutazione della nuova pianta organica, si evincono alcune criticità consistenti nella insufficiente assegnazione di personale medico, infermieristico e di altro personale di supporto in tutte le unità operative rispetto alle linee guida assegnate dall’Assessorato alla Salute. Pertanto per poter garantire la continuità assistenziale e l’espletamento dei turni di guardia di pronta disponibilità in tutte le unità operative del Presidio Ospedaliero dei Bianchi di Corleone si chiedono altre unità sanitarie, parasanitarie e personale di supporto che si elencano per unità operative: (LEGGI LE RICHIESTE). E’ necessario ribadire che la modifica della Pianta Organica richiesta è indispensabile alla funzionalità delle Unità Operative e dei Servizi. La rideterminazione della dotazione organica proposta dall’Azienda non rispetta le Linee Guida dettate dall’Assessorato sugli standards di assegnazione del personale per posti letto. Con l’attuale proposta di rideterminazione della dotazione organica non si garantirà il diritto alla salute ai cittadini del bacino del Corleonese. Il Comitato dei Sindaci del Distretto D40 unitamente alle forze sindacali e ai Consigli Comunali dichiara lo stato di agitazione e contestualmente si chiede un incontro urgente con il Direttore Generale dell’A.S.P. di Palermo e con l’Assessore Regionale della Salute. In mancanza di risposte concrete verrà attivato un presidio permanente presso l’Assessorato Regionale della Salute e sarà organizzata una grande manifestazione con la partecipazione dei cittadini di tutte le forze politiche, sindacali e sociali del comprensorio
27 Settembre 2010

Sicilia, Lupo (Pd): “Il vero ribaltonista è Berlusconi”


Giuseppe Lupo

“In Sicilia il Pdl si è autoribaltato spaccandosi in quattro pezzi, il vero ribaltonista è Berlusconi, che ha vinto le elezioni con i voti dei siciliani e li usati contro la Sicilia per favorire il Nord di Bossi”. Lo ha detto il segretario regionale del Partito Democratico siciliano Giuseppe Lupo che aggiunge: “Il centrodestra lascia, dopo dieci anni di malgoverno, una Sicilia in ginocchio. Lavoreremo per rispondere alle emergenze economiche e sociali e per preparare giorni migliori per la nostra Regione. Ci assumeremo la responsabilità di valutare e sostenere le scelte della nuova giunta tecnica, che riteniamo adeguata per attuare il programma di governo, esercitando un’attenta azione di vigilanza e controllo senza deleghe in bianco. La manifestazione – prosegue Lupo- che si svolgerà il prossimo 4 ottobre, nel teatro Politeama di Palermo, con il segretario del Partito Democratico nazionale Pierluigi Bersani, sarà un’occasione importante per le scelte politiche del Pd siciliano. Successivamente –conclude Lupo- convocheremo l’assemblea regionale del partito, eletta alle primarie, per una valutazione attenta della situazione politica regionale”. 
28 settembre 2010




Crisi, domani Cgil in piazza per rivendicare misure che favoriscano il lavoro, la giustizia sociale e la solidarietà

Per dire no all'austerità e per rivendicare misure che favoriscano il lavoro, la giustizia sociale e la solidarietà, la Cgil promuove domani (mercoledì 29 settembre) una manifestazione, a Roma in Piazza Farnese a partire dalle ore 16.30, in occasione della giornata di azione europea promossa dalla Confederazione Europea dei Sindacati (Ces). La mobilitazione coinvolgerà, infatti, non solo Roma ma altre capitali del vecchio continente, con una grande manifestazione in programma a Bruxelles. «Una giornata che punta a far diventare significativo il grido d'allarme che da tempo qui in Italia denunciamo». Così il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, spiega il senso della giornata di domani. «In quasi tutti i paesi europei - aggiunge - i tagli hanno colpito il lavoro, lo sviluppo e l'occupazione. Per questo la Ces ha immaginato una grande giornata di lotta e di mobilitazione che in Italia terremo a Roma per dare dimostrazione dell'unità d'azione delle nostre battaglie - conclude - con quelle della Confederazione europea». La manifestazione di Roma verrà introdotta dal segretario generale della Cgil Roma e Lazio, Claudio Di Berardino. Interverranno poi Ingrid Sehrbrock della Dgb (Germania); Javier Doz della Cc.Oo. (Spagna); Georgios Dassis della Gsee (Grecia); Eric Aubin della Cgt (Francia). Le conclusioni saranno affidate al segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani. Tema fondamentale della giornata di domani sarà anche la lotta alla precarietà nel settore della conoscenza. Tra gli interventi, infatti, è previsto quello del precario palermitano della scuola - noto alle cronache per lo sciopero della fame - Giacomo Russo. La manifestazione - che ospiterà anche il gruppo musicale Tetes de Bois - verrà trasmessa in diretta audio e video sulla webtv della Cgil .

Regione. Antonello Cracolici, capogruppo Pd all'Ars: "Vogliamo dare una scossa alla Sicilia"

Antonello Cracolici
"Stiamo scrivendo una pagina nuova nella storia della Sicilia, una pagina complessa e affascinante, che potrà dare una scossa alla nostra isola", ha detto Antonello Cracolici, presidente del gruppo PD, intervenendo in aula all'Ars nel corso del dibattito sulla presentazione del governo regionale. "Il centrodestra – ha aggiunto - aveva costruito un sistema che ruotava attorno a centri di potere come l'Arra, da dove passavano affari e clientele: quel sistema lo abbiamo colpito al cuore. Poi ci sono stati altri passaggi importanti, dalla riforma della Sanità al quella del sistema dei rifiuti e dell'acqua: se il centrodestra è crollato non è stato per tradimenti personali o ribaltoni, ma perché è franato il loro meccanismo di gestione del potere. Abbiamo scritto riforme importanti, adesso è il momento di attuarle, così come è necessario assicurare stabilità all’apparato burocratico di questa Regione". "Questa sfida, che può portare anche a nuove alleanze in vista delle prossime competizioni elettorali, la affrontiamo in nome di una parola: 'autonomia'. Una parola che oggi in Sicilia significa innanzitutto 'conflitto' contro un governo nazionale che pensa solo al Nord e che ha messo in piedi un perenne ricatto e un baratto a scapito dei siciliani". "Stiamo scrivendo questa pagina per il bene della Sicilia. Se potremo dare un contributo per determinare anche una svolta a livello nazionale – ha concluso Cracolici - ne saremmo contenti, ma non c’è alcun laboratorio né alcun esperimento: quello che stiamo facendo, lo facciamo solo per la Sicilia". 28 settembre 2010

lunedì, settembre 27, 2010

La Fp-Cgil denuncia: "Grave attacco ai diritti dei lavoratori da parte dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo

Salvatore Cirignotta, direttore generale dell'ASP
“E’ in atto un grave attacco ai diritti dei lavoratori”, hanno dichiarato il Segretario Generale della Funzione Pubblica CGIL di Palermo, Filippo Romeo, e dal Segretario Aziendale dell’ASP di Palermo, Mario Scialabba. LA Direzione Aziendale ha negato, oggi, in maniera indecorosa ai lavoratori dell’azienda, che avevano risposto alla convocazione della CGIL, di potersi riunire nei locali dell’azienda di via Cusmano. Questo nonostante la CGIL avesse comunicato per tempo, con nota N°2/218 del 20/09/2010 l’indizione per lunedì 27/09/2010 di due iniziative: un’assemblea nei locali dell’azienda di via cusmano e un sit in da tenersi sul marciapiede antistante la direzione aziendale. Le due iniziative si erano rese necessarie per contrastare l’attacco alle retribuzioni portato avanti con la decisione pretestuosa di negare l’intero saldo della produttività 2009. L’Azienda aveva comunicato con la nota 813 del 17/09/2010 di avere accantonato 2 milioni e settecentomila euro dei fondi del 2009 ed espresso la volontà di decurtarli. Si vuole fare pagare ai lavoratori il costo delle esternalizzazioni decise senza alcun confronto con il sindacato. Le argomentazioni dell’Azienda sono pretestuose. I residui dei fondi contrattuali del 2009 devono confluire, per contratto, nel fondo per la produttività. I tagli sono illegittimi. L’assemblea e il si tin dovevano servire rispettivamente a mettere a fuoco questi temi con i lavoratori (assemblea) ed a manifestare all’esterno il proprio disagio ricercando la solidarietà dei cittadini (sit in). La Direzione Aziendale non contenta dei torti e dei danni già prodotti ai lavoratori ha pensato nella persona del Direttore Amministrativo di “strafare” negando, con pretesti di natura formale, la possibilità di tenere l’assemblea nei locali dell’azienda. La CGIL, che è stata costretta a tenere l’assemblea all’esterno sul marciapiede, vede nel comportamento della direzione aziendale una ulteriore provocazione e un duro attacco ai diritti dei lavoratori e della democrazia. La Direzione si tolga dalla testa di poter imporre con questi metodi indecorosi il silenzio al sindacato e ai lavoratori. La CGIL continuerà con più vigore la battaglia sul terreno sindacale e legale per difendere le retribuzioni e la corretta applicazione del contratto nazionale. L’azienda si lasci una volta tanto consigliare: corrisponda ad ottobre il dovuto cioè le restanti somme del saldo della produttività 2009 ai lavoratori.
27/09/2010

Walter Bonanno, lettera aperta al direttore di "Città Nuove"

Direttore egregio,Le scrivo perché mi sento offeso, tirato in ballo ed accusato. Le scrivo perché non me l’aspettavo o, forse, non me l’aspettavo da Lei. Le scrivo perché durante la diatriba di penna che, da direttore del blog “Città Nuove”, ha incocciato con l’organizzatore degli annuali tornei estivi Antonino Madonia, ha detto quello che non avrei voluto udire. Lo dico considerando che nella polemica a cui mi sono riferito io facevo il tifo per lei sia perché credo che detenesse la ragione rispetto al suo opponente, sia perché apprezzo sempre chi riesce a far valere i suoi perché senza mettere in dubbio l’intelligenza altrui ma certificando la propria. Ma questa è un’altra storia. Agli sgoccioli del suo duello dialettico, sfortunatamente, ho apprezzato molto meno il suo peraltro poco velato riferimento alla versione on-line di Corleone Dialogos che per prima ha pubblicato l’invettiva del Signor Madonia. Riferendosi a noi e giustificando la ritardata (o mancata) pubblicazione sul suo blog della risposta di Madonia al suo articolo “Corleone e la piazza non-piazza”, ci ha apostrofati come un giornale che disporrebbe di “persone (si chiamano "volontari"?) pagate con i contributi pubblici per stare sempre collegati al sito e apportare gli aggiornamenti in tempo reale”. LEGGI TUTTO
CORLEONE HA BISOGNO DI SINERGIE E "RETI"
di Dino Paternostro

Oggi, 27 settembre, alle ore 11.00, sit-in presso la sede dell'ASP di Palermo, indetto dalla Fp-Cgil

L'ingresso dell'ospedale di Corleone
La Fp-Cgil di Palermo denuncia che "l’Azienda Sanitaria Provinciale ha confermato di avere accantonato 2 milioni e settecentomila euro dei fondi del 2009 per la produttività ed ha dichiarato di volerli decurtare. Si vuole fare pagare ai lavoratori il costo delle esternalizzazioni decise senza alcun confronto con il sindacato. Le argomentazioni dell’Azienda sono pretestuose. I residui dei fondi contrattuali del 2009 devono confluire, per contratto, nel fondo per la produttività. I tagli sono illegittimi. La decisione sulle somme, impropriamente accantonate, non può essere rinviata alla fase successiva alla rideterminazione della dotazione organica. Si tratta, infatti, dei residui del 2009 che non hanno alcun legame con l’attuale rideterminazione del personale. L’Assessore alla Sanità ha precisato nelle sue direttive che i fondi contrattuali, fino alla rideterminazione della dotazione organica, sono quelli esistenti. L’unica riduzione possibile del 5% è stata già operata nella nostra azienda. La Direzione Aziendale viola il contratto e disattende le direttive dell’Assessore alla Sanità. L’Azienda sta portando un duro attacco ai lavoratori, occorre mettere in campo l’azione di contrasto. La CGIL chiama i lavoratori alla mobilitazione e lancia un appello alle altre organizzazioni sindacali per la costruzione di un percorso vertenziale unitario.
La CGIL indice, intanto, come prima iniziativa, UN’ASSEMBLEA - SIT- IN, PER LUNEDI’ 27 SETTEMBRE ALLE ORE 11 PRESSO LA SEDE DELL’AZIENDA IN VIA CUSMANO, per rivendicare la corretta applicazione del contratto nazionale e per difendere le retribuzioni dei lavoratori".


Diario dai campi di lavoro: Quarto giorno campo di Corleone (24 sett.)

L'incontro con Calogero a casa Caponnetto
Oggi le “belve” dei colazionieri hanno grattato ben cinque minuti alla sveglia:non ci siamo!!! Superato questo criticissimo momento, un po’ ingrugniti ci siamo diretti a fare colazione. Da bravi “bimbi” a seguire ci siamo lavati i denti e siamo partiti per i campi a vendemmiare un’altra uva, quella bianca e alta. Chicchi che rotolavano nelle maniche e arrivavano un po’ovunque:da gobbi a male alla cervicale. Scusi è passato un camion? L’attesa, detto fra noi piacevolissima, ha creato la “guerra dei chicchi”. All’abbocco di Salvatore e Franco, che hanno promesso fior fiori di cannoli se avessimo finito bene il lavoro ci abbiamo dato dentro di brutto, ma i cannoli? Nel pomeriggio dopo pranzo, doccia rigenerante e una pennica necessaria, poi “goduriosa merenda”: pane con nutella, tè e pasticcini da Canicattì. Finalmente abbiamo avuto il piacere di ascoltare Calogero che ci ha spiegato come è nata la cooperativa, i suoi obiettivi, ma PURTROPPO anche le difficoltà. L’incontro è stato preceduto da un video molto toccante dedicato ad un ragazzo di venti anni morto nel 2009, Matteo Biagi, passato anche lui da Corleone. Parlando anche della situazione odierna dell’agricoltura corleonese, a noi che veniamo da situazioni e ambienti diversi (molto), ha colpito il fatto che i contadini non riescano a costituire un consorzio e a sfruttare le risorse idriche della zona. Nonostante la difficile quotidianità del “lavoro e non solo”, la cosa che si respirava di più dalle parole di Calogero era senz’altro il suo entusiasmo grazie ai piccoli-grandi passi fatti negli ultimi anni e la fiducia in quelli futuri. La giornata si è conclusa con la proiezione del documentario sulla cattura di Provenzano,“Scacco al Re”, interessantissimo, mai miglior occasione, visto pure l’acquazzone. …anche a ‘sto giro la giornata l’abbiamo sfangata, bona…
Francesco, Ilaria, Marco, Nicola, Silvia, Umberto

domenica, settembre 26, 2010

Da Trapani 22 anni dopo. Teatro, parole e immagini, per ricordare Rostagno ucciso il 26 settembre del 1988

Mauro Rostagno
«Ciao Mauro». Un semplice saluto, libero, sorridente. Un po' com'era lui. Sono trascorsi 22 anni dall’omicidio di Mauro Rostagno, avvenuto il 26 settembre del 1988 a Lenzi, nelle campagne di Valderice, in provincia di Trapani. A lui Trapani dedica questa edizione di "Ciao Mauro 2010". Anche quest’anno non solo un momento per ricordare ma anche per continuare nel suo nome, quella rivoluzione, lenta ma costante, contro mafiosi e collusi. Una giornata, quella che avrà luogo domani, preceduta da qualche nuovo elemento emerso sulle vicende giudiziarie. LEGGI TUTTO
CIAO MAURO
di Maddalena Rostagno

Sono originari di Roccamena i due artisti protagonisti del Terzo Festival della Canzone Italiana svoltosi a New York

La premiazione nella serata conclusiva del Festival
Strepitosa atmosfera nella serata finale del Festival della Canzone Italiana di New York, in un tripudio di musica, emozioni, umorismo e colori il sempre più bravo ed ispirato Sal Palmeri (oriundo di Roccamena), presentatore e Direttore Artistico, ha condotto il terzo capitolo della manifestazione canora con la sua verve e professionalità di sempre. Lo spettacolo come già nelle due passate edizioni è iniziato con l’esecuzione degli inni nazionali, rispettivamente Americano ed Italiano e poi con i titoli proiettati a video, molto applauditi, curati dalla Salpa Video e dall’Italian Artists Associates of New York. LEGGI TUTTO

Cinisi. Mostra di libri antichi di Giovanni Meli nella "Casa dei cento passi". Domani la premiazione dei partecipanti al concorso di poesia

La casa dei "cento passi" a Cinisi
Palermo, 25 settembre 2010 – Una mostra di preziosi componimenti autografi di Giovanni Meli e di antiche pubblicazioni, con incisioni, delle sue opere, tratti anche dal noto “Fondo Villasevaglios” e custoditi nella Biblioteca dell’Assemblea regionale siciliana, sarà allestita in occasione dell’inaugurazione della biblioteca comunale di Cinisi nella sua nuova sede, presso la “Casa dei cento passi”, il bene confiscato al boss mafioso Tano Badalamenti e assegnato in parte al Comune e in parte all’associazione Peppino Impastato. Lo ha annunciato oggi il deputato regionale Pino Apprendi (Pd), componente della Commissione di vigilanza della Biblioteca dell’Ars, in occasione della conferenza stampa del Comune di Cinisi presso la Sala degli Armigeri di Palazzo dei Normanni, nella quale la Biblioteca dell’Ars, diretta da Antonio Purpura, ha allestito un’anteprima dell’esposizione. LEGGI TUTTO

sabato, settembre 25, 2010

CI SCRIVONO. Ancora su piazza Falcone e Borsellino e il calcetto

Ill.mo direttore, mi chiamo Calogero Vintaloro e sono un partecipante ad entrambe le discipline. Non è possibile che da quattro anni a questa parte Lei non si sia mai degnato di scrivere qualcosa di positivo sul Torneo di calcio e volley: su come tale manifestazione aiuti la gente a crescere, socializzare, confrontarsi, scambiare idee, abbracciare partecipanti dei paesi limitrofi. Corleone deve avere sempre la solita denominazione? Facciamoci conoscere anche per qualcos'altro!! Non solo, pensi pure agli introiti che tale manifestazione porta nelle tasche delle attività commerciali adiacenti e non. LEGGI TUTTO

Bisacquino. Un pregiudicato torna in carcere per scontare due anni e dieci mesi per il reato di violenza sessuale di gruppo

Bisacquino, piazza Triona
Bisacquino - Arrestato dai carabinieri, torna in carcere per scontare due anni e dieci mesi un pregiudicato residente nel paese del palermitano, condannato per il reato di violenza sessuale di gruppo. L’arresto è scattato nel pomeriggio di ieri quando i militari dell’arma della Stazione di Bisacquino si sono recati presso l’abitazione dell’uomo, già sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, ma che usufruiva di un permesso per recarsi al lavoro. I Carabinieri hanno atteso che lo stesso rientrasse a casa per notificargli la sentenza ed arrestarlo.. I fatti, per cui che hanno portato alla condanna risalgono al 2007. I militari dell’arma arrestarono tre uomini, il soggetto fermato ieri e due cittadini extracomunitari, un quarto uomo si rese subito irreperibile I quattro erano sospettati di aver compiuto una violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza extracomunitaria. Le indagini condotte dalla Stazione di Bisacquino e dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Corleone furono coordinate dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese e permisero di appurare la responsabilità dei quattro imputati. A confermare le risultanze delle indagini i rilievi scientifici operati dal R.I.S. Carabinieri di Messina su reperti organici rinvenuti e repertati sul luogo dello stupro che furono comparati con il “DNA” dei sospettati. Il quarto violentatore, anch’egli di origine straniera, si era reso irreperibile fino ad alcuni mesi fa quando poi si è consegnato alle autorità di Cipro ed è stato estradato in Italia dove attualmente è detenuto in un carcere lombardo. L’arrestato, terminate le formalità di rito è stato tradotto presso la Casa circondariale “Ucciardone” di Palermo, dove sconterà la sua pena.
Cosmo Di Carlo

venerdì, settembre 24, 2010

Bambini di Palermo scrivono a Benedetto XVI: "Prenda una posizione contro la mafia"

Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi (9.5.1993)
Un gruppo di bambini palermitani ha inviato una lettera al Papa, che, il 3 ottobre, sarà in visita nel capoluogo siciliano, chiedendogli di prendere posizione contro la mafia. "Il motivo per cui vi scriviamo - si legge nella missiva scritta dai ragazzini che, sulla scia del comitato Addiopizzo, hanno costituito il movimento Addiopizzo Junior - è chiedervi, in occasione della vostra venuta a Palermo, se possibile, di lanciare un forte messaggio contro la mafia, certi che dalle vostre parole molti potrebbero trarre spirito di rivalsa e coraggio di ribellione di fronte a un fenomeno tanto grave e deleterio". Il primo Pontefice a lanciare l'anatema della Chiesa contro le cosche mafiose fu, il 9 maggio del 1993, dalla Valle dei Templi, Giovanni Paolo II. "Dio ha detto una volta: non uccidere. - disse - Non può l'uomo, qualsiasi uomo, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio". "Nel nome di Cristo - gridò alla folla - mi rivolgo ai responsabili: convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio!". I bambini palermitani, ora, sollecitano un nuovo esplicito messaggio della Chiesa. "Siamo i ragazzi del comitato Addiopizzo Junior di Palermo, un gruppo che - aggiungono - si impegna nella lotta alla criminalità organizzata, in particolare al fenomeno del pizzo". "Specificatamente - dicono - da ben cinque anni cerchiamo di coinvolgere i commercianti a denunciare eventuali estorsori e a richiamare i cittadini perché facciano economia etica, acquistando presso gli esercenti che pubblicamente hanno dichiarato di non pagare il pizzo, in quanto facenti parte di una lista, detta per l'appunto pizzo-free". "Infine - spiega la lettera - un'altra delle tante attività che svolgiamo consiste nel diffondere gli ideali in cui crediamo, tramite canzoni composte per noi dalla nostra ex insegnante, consapevoli che la musica è spesso il mezzo più efficace per raggiungere i giovani e non". Mercoledì scorso, un gruppo di bambini del Comitato, insieme a coetanei di Torino e Napoli, hanno cantato quello che ormai è diventato il loro inno - "Contro pizzo rap" - davanti al presidente della Repubblica Napolitano.

Vassallo, lo sdegno della vedova: "Solo Berlusconi non ne ha mai parlato"

Angelina Vassallo
di PATRIZIA CAPUA e DARIO DEL PORTO
Parla la moglie del sindaco di Pollica assassinato lo scorso 5 settembre. "Anche Napolitano lo ha citato come esempio. L'unico a non dire mai nulla è stato il presidente del Consiglio". "Nessuno me lo restituirà, ma chiedo giustizia"
ACCIAROLI - "Ho pensato e sto ancora pensando a ogni dettaglio. Sto cercando di ricordare tutto quanto è successo negli ultimi tempi. Se qualcosa turbava i pensieri di mio marito, non l'ho capito e me ne faccio una colpa. Forse ho sbagliato anche io come moglie a non rendermi conto se aveva qualche problema, preoccupazioni. Ma Angelo a casa non parlava mai del suo lavoro. Sì, a volte si svegliava di notte, se ne andava in cucina a riflettere. Ma in tutti questi anni sarà capitato in un paio di occasioni". "Nell'ultimo periodo invece l'ho sempre visto dormire tranquillo". La casa in collina guarda il porto di Acciaroli. Sul tavolo, una busta da lettera con l'intestazione Camera dei deputati, dentro c'è un messaggio di cordoglio, uno dei tanti. Angelina Vassallo, la moglie del sindaco di Pollica assassinato il 5 settembre in un agguato ancora senza colpevoli, prova a riannodare il filo dei ricordi, delle sensazioni e degli eventi accaduti prima e dopo quella terribile notte. LEGGI TUTTO

Dove l'infanzia si trascorre lavorando. Sono 306 milioni i bambini sfruttati

Dal numero totale vanno isolati i 115 milioni di minori impegnati in occupazioni pericolose, oppure costretti nel mercato del sesso. Il fenomeno risulta più esteso in Asia e nel Pacifico. Nell'Africa subsahariana sono invece 65 milioni. La campagna "Stop Child Labour" ROMA - Ci sono quelli visibili, ai quali ci si abitua nel vederli, piccoli come sono, stracarichi di fagotti lungo le strade di Mumbai, di Lima o a Lagos. LEGGI TUTTO

Domani a Palermo, lo studioso giapponese Naoki Dan parlerà di una interessante scultura in marmo

Il Professor Naoki Dan, studioso internazionale di scultura medievale e storico dell’arte presso l’Università di Gunma, in Giappone, sarà a Palermo sabato 25 settembre dalle 17,00, presso Palazzo dei Normanni, Sala Rossa, ospite della Fondazione Federico II di Palermo, per presentare ed illustrare una scultura in marmo raffigurante un monarca coronato con tunica sul capo.
Il noto studioso ha scelto di venire dal Giappone in Sicilia proprio al fine di studiare da vicino l’ immagine marmorea.
Si tratterebbe, se confermato, di una raffigurazione di estremo interesse nell’ambito delle sculture medievali italiane inedite del tredicesimo secolo, ovvero una immagine giovanile di Federico II scolpita nel duecento, probabilmente di cerchia “pisanesca”.
La scultura, recentemente acquisita tramite la Associazione Culturale Terza Esperide, per il progetto museale Federico II e il Medioevo, sembra aver tutte le caratteristiche per rappresentare un tassello basilare per questo impegnativo progetto. Le tracce di una cultura tardo medievale ci sono tutte: alla plastica rotondità quasi rinascimentale di un viso scolpito con tecnica eccelsa, si contrappone una strana durezza, quasi una rigidità della nuca. Un 'errore' che il miglior falsario non saprebbe esprimere, ma che manifesta anche la grande capacità di caratterizzazione del Maestro scultore, vissuto quasi al confine tra l'ultimo medioevo e gli albori del Rinascimento. La tunica cade a 'pergamena'sul capo del monarca, leggermente arrotolata e schiacciata sui lati, incorniciando il viso di monarca quasi imberbe.
Un sovrano giovane, con una peluria acerba che ne sottolinea il volto, reincoronandolo anche nel viso, come fosse un delicato tralcio d'alloro, ed acuendone ulteriormente i nobili tratti del volto giovanile, fiero e deciso, dolce ma non ingenuo. Un monarca che esprime una probabile età di venti-venticinque anni, dal profilo simile, molto simile all'effige espressa nelle monete auree 'Augustali' di Federico II. Una testa marmorea che ritrae un sovrano in modo aulico, dal portamento e dal sangue augusteo: Federico II Hohenstaufen, lo Stupor Mundi.

giovedì, settembre 23, 2010

Niente Paura, Ligabue e l'Italia di oggi

di Dario La Rosa
I trentenni ci stanno dentro in pieno. In un excursus che, temporalmente, parte dall'omicidio di Guido Rossa e arriva sino ai giorni nostri. È il loro documentario, quello della loro vita. Dentro le onde della storia ci sono i due Mondiali di calcio vinti dagli azzurri, c'è la strge di Bologna, quelle di Capaci e via D'Amelio, c'è il ricordo di quella nave carica di ventimila albanesi che arrivò sulle coste italiane, c'è l'assalto alla Diaz e la rivolta degli immigrati di Rosarno. Poi ci sono le vicende di chi, con questi ultimi trent'anni della vita del nostro Paese ci ha fatto i conti: da Pantani a Javier Zanetti, passando per scienziati, attori e gente comune. E poi ancora due elementi, uno umano ed un altro ideale, che tessono la tela: il primo si chiama Luciano Ligabue, il secondo si chiama Costituzione. Già, la Costituzione, quell'insieme di principi fondamentali che, leggendoli, sembra vengano calpestati quotidianamente. Tutto finito allora? "Niente Paura" - canta Ligabue dando il titolo all'omonima pellicola di Piergiorgio Gay - in qualche modo ce la si farà. Con le ossa rotte, forse. E allora da Fabio Volo a Paolo Rossi - passando per Margherita Hack, Umberto Veronesi, Giovanni Soldini, Stefano Rodotà - si cerca di capire il perché di tante ingiustizie, il perché l'Italia stia sprofondando sempre più senza capacità di reagire. Si parla di rivoluzione intesa come generazione, vita. Si parla di cultura e di normalità, d'accoglienza e speranza. La stessa che accompagna le canzoni di Ligabue, coperto alle spalle dalla carta dei diritti e dei doveri della nostra società. E che amiate Ligabue o meno, questo film merita di essere visto.
Siciliainformazioni.it, 22 settembre 2010 10:01

Storia di F., il figlio di un boss dall'infanzia negata

C'é un ragazzino di undici anni, che frequenta la scuola dell'obbligo e che ama molto giocare a calcio. Si chiama F. ed è stato concepito grazie all'inseminazione artificiale a causa della restrizione carceraria di suo padre che sta scontando diverse pene, compreso l'ergastolo. La sua storia è stata raccontata dal sostituto procuratore di Palermo, Gaetano Paci, che è anche presidente della Fondazione Legalità "Paolo Borsellino", a Marsala per la prima tappa di un ciclo di seminari sulla giustizia minorile. Il Pm ha citato la storia di F. per far capire l'importanza di coinvolgere i minori sottoposti a programmi di rieducazione nella gestione dei beni confiscati alla mafia. Nel corso del convegno il magistrato ha lanciato l'idea di una proposta legislativa in tal senso, alternativa al percorso carcerario. "Sin da quando era bambino, F. - ha spiegato Paci - ha potuto vedere suo padre, sottoposto al 41 bis, una volta al mese, attraverso uno spesso vetro divisorio e ne ha ascoltato la voce mediante un citofono. Gli unici contatti fisici che ha avuto con suo padre si sono esauriti nell'abbraccio finale dopo il colloquio. F. non ha mai potuto incontrare il nonno, del quale porta il nome e che è morto in carcere, né tutti gli zii paterni, perché anche loro da anni stanno scontando l'ergastolo; per gli stessi motivi non ha mai potuto incontrare l'unico fratello della madre, né tanti zii di questa". Da qualche anno F. non può neppure incontrare la madre, che é stata arrestata e condannata a dieci anni di carcere per aver raccolto gli ordini del marito e aver gestito gli affari della famiglia mafiosa. "Oggi F. vive con la nonna paterna e gli zii materni - racconta il magistrato - frequenta la scuola che ha sede su un bene confiscato al nonno, va a giocare a calcio in un impianto sportivo confiscato allo zio e qualche volta frequenta la palestra che si trova in un immobile confiscato ad un cugino dello zio e alla cui titolare ogni mese veniva estorta una somma di denaro con la quale la madre di F. comprava i biglietti aerei per andare a trovare ogni mese il marito". Per Paci questa storia dimostra come i minori, nati in un certo contesto, rischiano di sviluppare nel tempo una personalità fortemente orientata ad introiettare i valori dell'agire mafioso. "Proprio per questo - conclude - credo che non si debba cedere alla rassegnazione lasciando da solo F. e tutti i ragazzi come lui e che lo Stato e tutta la collettività abbiano il preciso dovere di strapparli ad un destino che l'etica mafiosa concepisce come ineluttabile". SiciliaInformazioni.it22 settembre 2010

Faraone (D9): "Mancato miracolo economico per Palermo

PALERMO, 23 SETT. - “La visita del Pontefice, oltre all’immenso valore religioso e sociale, poteva rappresentare per Palermo un vero e proprio miracolo economico. Ma non sarà così ed è un peccato. E la colpa è, ancora una volta, delll’amministrazione Cammarata, incapace di cogliere qualsiasi opportunità per dare alla città un po’ di ossigeno”. Lo dice Davide Faraone, consigliere comunale del PD. “Mi viene da ridere - aggiunge - quando sento il vicesindaco della quinta città d’Italia fare un calcolo di 50 euro a persona e moltiplicare per due o trecentomila fedeli in arrivo nel fine settimana, per farsi un’idea della ricaduta economica della visita di Benedetto XVI in città”. “Ricordo a Scoma e a Cammarata - continua Faraone - che i numeri e i volumi d’affari del turismo religioso, per il comparto del sistema economico-produttivo e per tutto quell'indotto che in maniera diretta o indiretta afferisce al settore turistico, sono generalmente di ben altra dimensione”. “Bastava che un anno fa - conclude - l’Amministrazione comunale insediasse un tavolo di programmazione e di concertazione con tutti gli operatori e le categorie che gravitano attorno al settore turistico, alberghiero e del commercio per pianificare una strategia economica che avrebbe consentito una più ingente ricaduta economica per la nostra città”.

SCUOLA. Faraone (Pd): "Il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, va bocciato!"

Davide Faraone
PALERMO, 23 SETT. - “Cammarata va bocciato perché arriva sempre in ritardo ed è sempre impreparato”. Lo dice Davide Faraone, consigliere comunale del PD. “Le scuole di Palermo - aggiunge - cadono a pezzi, dentro le aule piove, la campanella è suonata da un bel po’ e il sindaco, che arriva sempre in ritardo, si accorge solo adesso che siamo in piena emergenza e pensa di tamponarla con i soliti annunci di fondi che regolarmente non arrivano mai”. La verità - sottolinea Faraone - è che Cammarata merita uno “zero in condotta” per i reiterati ritardi e un’insufficienza grave perché non ha ancora risposto a una semplice domanda che gli ho fatto alcuni mesi fa e che gli rifaccio: “Che fine hanno fatto i 10 Milioni dei Fondi CIPE per la Manutenzione straordinaria degli edifici scolastici già stanziati dal Governo Nazionale e messi a bilancio?”. “Su questa domanda - conclude - e su tante altre che riguardano l’emergenza scuola a Palermo, mi piacerebbe sfidarlo in un confronto pubblico. Accetterà mai?”

Giancarlo Siani, cronista coraggioso. La Camorra lo uccise 25 anni fa, la sera del 23 settembre 1985

Giancarlo Siani
Aveva 26 anni, era entusiasta e caparbio. E mosso da passione civile. Il 23 settembre 1985 il cronista Giancarlo Siani veniva ucciso vicino a casa sua, al Vomero a Napoli, in piazza Leonardo. Cronista del Mattino nel capoluogo partenopeo da un paio di mesi, aveva lavorato come corrispondente da Torre Annunziata e lì aveva scoperchiato affari loschi e raccontato di esponenti politici troppo vicini a interessi sporchi. Pagò con la vita, come ha ben raccontato anche un film su di lui, Fortàpasc. Il presidente della Repubblica Napolitano oggi, e lo scrittore Saviano ieri sulle colonne del Mattino, hanno ricordato il giornalista e la sua lezione, oggi tutt'altro che tramontata. Siani fu ucciso da due killer mandati dai clan Nuvoletta e Gionta. Gli assassini, come raccontò un pentito anni dopo, tornati nel covo brindarono con lo spumante alla morte del cronista insieme ai boss mandanti dell'omicidio. Siani li disturbava molto. Da Torre Annunziata scriveva di appalti pubblici e su chi li otteneva, di collusioni con amministratori locali, agli amici diceva di avere materiale per un libro che avrebbe rilevato malaffare e scandali. Siani era un cronista di quelli che andavano di persona nei commissariati, nelle caserme, nei tribunali, dai sindacati, ovunque poteva raccogliere notizie che sempre verificava. Iniziò con il periodico «Osservatorio sulla camorra», poi gli offrirono la corrispondenza del Mattino da Torre Annunziata e lui, che abitava nel quartiere del Vomero, da allora andò ogni giorno nel comune vesuviano. Al Mattino, quando fu ucciso, non era assunto. Stava facendo il “cambio ferie”, come si dice tra giornalisti, sostituiva cioè colleghi durante il periodo estivo, una pratica che, soprattutto allora, era un passo informale per arrivare all'assunzione a tempo pieno. Le sentenze, confermate della Cassazione, hanno stabilito che l'omicidio fu compiuto dalle cosche dei Gionta, di Torre Annunziata, e dei Nuvoletta, di Marano. Condanne definitive per i mandanti, Angelo Nuvoletta e Luigi Baccante, e i sicari Ciro Cappuccio e Armando Del Core. La fine di Siani fu decisa dopo un suo articolo, del 10 giugno, in cui rivelava che l'arresto del boss Valentino Gionta era stato possibile grazie a una soffiata dei suoi alleati, i Nuvoletta. La notizia era vera, ma i Nuvoletta per dimostrarne agli «amici» l'infondatezza, dissero che quel giornalista andava ucciso. Quell'articolo fu solo la causa scatenante, da tempo i camorristi volevano farlo fuori. «A 25 anni dal barbaro assassinio di Giancarlo Siani è importante ricordare sempre, senza ombra di ritualità, alle nuove generazioni il suo coraggioso esempio di impegno professionale, di senso civico e di educazione alla legalità», scrive Napolitano al direttore del Mattino, Virmar Cusenza, in occasione del Premio giornalistico Siani che si svolgerà oggi a Napoli. L'Unità, 23 settembre 2010

Sicilia. Avviso di garanzia per Michele Cimino

Michele Cimino
PALERMO - Il deputato regionale (Pdl-S) Michele Cimino, 42 anni, è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa dalla Dda palermitana. La polizia gli ha notificato questa mattina un avviso di garanzia. Cimino, vicino al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianfranco Miccichè, è stato vice presidente della Regione ed assessore all'Economia fino ad alcuni giorni fa, prima della formazione del nuovo governo di Raffaele Lombardo. Era stato assessore regionale al Bilancio e all' Agricoltura. Cimino verrà interrogato dai pm della dda di Palermo il 30 settembre. Secondo l'ipotesi accusatoria Cimino avrebbe fatto favori alle cosche dell'agrigentino, anche attraverso l'assegnazione di appalti pubblici a imprese in odore di mafia, in cambio di soldi. A carico dell'assessore, coinvolto nell'inchiesta che ieri ha portato all'arresto del sindaco di Castrofilippo, Salvatore Ippolito (Pdl), vi sono le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia tra cui l'ex capomafia agrigentino Maurizio Di Gati.

martedì, settembre 21, 2010

Lettera di un lettore al direttore di Città Nuove

Piazza Falcone e Borsellino "Verde"
di Antonino Madonia
Carissimo direttore di Città Nuove, intanto colgo l' occasione per porgerle i miei saluti, sono Antonino Madonia, uno degli organizzatori delle manifestazione che lei ha sopra citato, sono spiacente di dirLe che la reputavo una persona con un quoziente intellettivo sopra la media e che il suo fosse un blog di denuncia costruttiva , ma mi devo ricredere su entrambe le cose,per alcuni semplici motivi che adesso le elencherò:
1)come spero abbia potuto notare sia ieri che domenica passata si sono svolte 2 manifestazioni che avevano come contorno parecchie centinaia di spettatori, il che lascia intendere che tali manifestazioni siano gradite dalla gente, anche se a qualcuno possano non piacere (ma il bello del mondo è la sua varietà)... LEGGI TUTTO
La risposta del direttore di "Città Nuove"

Sicilia: Ecco la nuova giunta regionale

Raffaele Lombardo
di MASSIMO LORELLO
Nasce sull'asse tra Pd e finiani. L'esecutivo è composto esclusivamente da assessori tecnici. Tutti i berlusconiani sono passati all'opposizione. In maggioranza Mpa, Pd, Fli, Api e l'Udc di Casini (cioè senza i cuffariani). Raffaele Lombardo vara all'Assemblea regionale il suo quarto governo composto esclusivamente da assessori tecnici. Un esecutivo che per la prima volta esclude i berlusconiani i quali, dopo due anni e mezzo di rapporti conflittuali con il governatore, passano tutti all'opposizione. La nuova maggioranza è formata da Mpa, Pd, Fli, Api e dall'Udc di Casini (cioè senza i cuffariani). E' uscito di scena il Pdl Sicilia di Gianfranco Miccichè che non rientra nel Popolo della libertà di Alfano e Schifani ma annuncia la prossima costituzione del Partito del popolo siciliano. Del nuovo governo, in quota Pd, faranno parte il docente di economia Mario Centorrino, l'ex dirigente regionale Pier Carmelo Russo, l'ex componente della giunta di Confindustria Sicilia Marco Venturi, tutti e tre confermati dal precedente esecutivo. Confermati anche l'avvocato Gaetano Armao e i magistrati Massimo Russo (ex pm della Direzione distrettuale antimafia) e Caterina Chinnici (figlia del giudice assassinato da Cosa nostra nel 1983). Tutti è tre sono riferibili direttamente a Lombardo come l'imprenditore agricolo catanese Elio D'Antrassi che è uno dei nuovi ingressi. In giunta entra l'ex prefetto di Palermo Giosuè Marino. Debutto anche per il docente di giurisprudenza palermitano Andrea Piraino. L'Api di Rutelli sarà rappresentata da Sebastiano Messineo, professore all'università dell'Aquila. Due gli assessori di area finiana: i burocrati della Regione Letizia Di Liberti e Gian Maria Sparma. Ma Fli ha pressato a lungo per la conferma di Nino Strano che ha subito il veto del Pd. Strano è il dirigente ex An che mangiò la mortadella a Palazzo Madama mentre cadeva l'ultimo governo Prodi. Domani mattina alle 10:30 il dibattito in Aula e il voto finale. "Io vado avanti così, non muto di un grado per convenienze, paure o vantaggi. So che ho scontentato e vado scontentando tanta gente, ma mi pongo tanti interrogativi: mollo? Assecondo le legittime e sacrosante esigenze di conquistare consensi o faccio il mio dovere davanti ai siciliani? Chi intende giocare con i numeri d'aula si assumerà le proprie responsabilità". E' un passaggio dell'intervento all'Ars del governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo. "Sentirò tutti voi sul programma - ha aggiunto rivolgendosi ai deputati - Se dovrò cambiare due o tre punti, lo farò. Ne cambierò anche cento se sarà necessario. Ma non cambio la mia linea". Lombardo ha rassicurato l'aula sulle sue condizioni di salute, ricordando le notizie apparse su un giornale locale. "Sarà un viaggio senza ritorno - ha sostenuto - Se qualcuno ha delle riserve sulla compagnia sia chiaro: ci areneremo".
La Repubblica-Palermo, 21.09.2010

Vent'anni fa veniva assassinato dalla mafia Rosario Livatino, il "giudice-ragazzino"

Rosario Livatino
PALERMO - Da solo in macchina e senza scorta si stava recando da Canicattì in tribunale ad Agrigento. I sicari lo aspettavano e quando lo videro lo inseguirono, cercarono di speronarlo, lo costrinsero a fermarsi. Un testimone vide con sgomento che Rosario Livatino, dopo avere abbandonato l'auto, cercò una disperata fuga per le campagne, ma il gruppo di fuoco lo raggiunse e lo uccise. Così moriva 20 anni fa un "giudice ragazzino" che svolgeva il suo lavoro con scrupolo, ma anche con una visione ideale del proprio ruolo. Cercava di dare "un'anima alla legge" aveva spiegato in una conferenza poco prima di essere eliminato. Era la mattina del 21 settembre 1990. Livatino aveva 36 anni ma già si era occupato delle prime avvisaglie di una tangentopoli siciliana e di vicende di mafia che avevano rivelato l'esistenza della "stidda", un'organizzazione in ascesa che contendeva a Cosa nostra il controllo delle nuove frontiere criminali: appalti, traffico di droga, riciclaggio. Due dei quattro sicari, Domenico Pace e Paolo Amico, furono arrestati in Germania dove avevano cercato rifugio. Vennero individuati sulla base delle indicazioni di un agente di commercio, Pietro Ivano Nava, che al momento dell'agguato stava viaggiando sulla Agrigento-Canicattì. Scoperti anche gli altri responsabili e i mandanti per i quali sono stati celebrati tre distinti processi. Dalle indagini è emerso che Livatino venne ucciso perché "perseguiva le cosche mafiose impedendone l'attività criminale, laddove si sarebbe preteso un trattamento lassista, cioè una gestione giudiziaria se non compiacente, almeno, pur inconsapevolmente, debole, che è poi quella non rara che ha consentito la proliferazione, il rafforzamento e l'espansione della mafia". Il progetto criminale era stato ideato da Giovanni Avarello, esponente di una cosca emergente a Canicattì contrapposta a un vecchio clan capeggiato da Giuseppe Di Caro e legato a Cosa nostra. Con l'uccisione del giudice "ragazzino" la "stidda" avrebbe voluto dare una dimostrazione di forza a Cosa nostra. Pace e Amato sono stati condannati all'ergastolo con gli altri due componenti del gruppo di fuoco, Giovanni Avarello e Gaetano Puzzangaro. Nell'altro filone processuale alla stessa pena sono stati condannati come mandanti Antonio Gallea, Salvatore Calafato, Salvatore Parla e Giuseppe Montanti; quest'ultimo, arrestato ad Acapulco dove aveva seguito la figlia in viaggio di nozze: avrebbe messo a disposizione del commando un'abitazione e mantenuto i contatti con alcuni latitanti all'estero. A pene minori sono stati condannati i pentiti Giovanni Calafato e Giuseppe Croce Benvenuto. Sulla vicenda di Livatino, per il quale la Curia di Agrigento ha promosso un processo di "beatificazione", è nata una polemica che ha coinvolto l'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che in una "esternazione" durante l'inaugurazione del tribunale di Gela aveva attaccato i "giudici ragazzini". L'espressione usata in quella occasione provocò forti reazioni e venne ripresa nel titolo del libro di Nando Dalla Chiesa su Livatino. Cossiga ha sempre negato che si riferisse al magistrato ucciso.

L’appello di Michele Santoro per Annozero

Michele Santoro
Cari amici, sono di nuovo costretto a chiedere il vostro aiuto. Giovedì 23 settembre alle ore 21.00 è prevista la partenza di Annozero ma la redazione è tornata al lavoro da poche ore e con grande ritardo, i contratti di Travaglio e Vauro non sono ancora stati firmati e lo spot che abbiamo preparato è fermo sul tavolo del Direttore Generale. Tuttavia, se non ci sarà impedito di farlo, noi saremo comunque in onda giovedì prossimo e con me ci saranno come sempre Marco e Vauro. Vi prego, come avete fatto con Rai per una Notte, di far circolare tra i vostri amici e tra le persone con cui siete in contatto questo mio messaggio avvertendoli della data d’inizio del programma. Nelle prossime ore vi terrò puntualmente informati di quanto avviene. Un abbraccio a tutti
Michele Santoro

Canicattì. Vendemmia negli ex feudi della mafia

CANICATTI' (AGRIGENTO) - Vendemmia antimafia nelle campagne di Canicattì nell'Agrigentino nei terreni confiscati ai boss. Anche quest'anno 24 volontari sono stati impegnati nei vigneti. Per molti di loro ormai è un appuntamento di fine estate da ripetere con puntualità. Per altri è la prima esperienza. Loro sono i giovani di "LiberarArci dalle spine" che giungono soprattutto dall'Italia settentrionale e si tuffano nell'entroterra siciliano tra i filari ancora verdeggianti di vigneto a spalliera. Già dal loro arrivo si sono messi subito al lavoro per "sporcarsi le mani", come dice don Luigi Ciotti, nei terreni confiscati alle famiglie mafiose locali. Terreni oggi diventati "non cosa nostra", sempre secondo il prete-coraggio, ma mafia-free perché gestiti e fatti produrre dalla cooperativa "Lavoro & non solo". I ragazzi per due settimane collaboreranno alla vendemmia nei terreni di contrada Graziano-Di Giovanna feudo un tempo della famiglia mafiosa dei Guarneri. A poche centinaia di metri da dove nell'ottobre 2000 venne ucciso quello che era considerato il capofamiglia Diego Guarneri.

Sondaggi: in Sicilia Pdl 18%, Mpa 16%, Pd 16%

L'Assemblea Regionale Siciliana
PALERMO - Dai dati di un sondaggio telefonico effettuato dal 14 al 16 settembre su un campione di mille persone, realizzato da "Crespi ricerche" per Clandestinoweb se si votasse oggi in Sicilia il Popolo delle Libertà otterrebbe il 18% (contro il 46,6% delle Elezioni Politiche 2008 e il 36,4% delle Europee 2009); il Pdl Sicilia è dato al 17%; il Movimento per l'Autonomia al 16% (alle Politiche 2008 aveva preso il 7,7% e alle Europee 2009 il 15,6%); il Partito Democratico si fermerebbe al 15% (contro il 25,4 delle Politiche 2008 e il 21,9 delle Europee 2009), l'Udc sarebbe oggi votato dal 10% degli elettori (alle Politiche aveva preso il 9,4% e alle Europee l'11,9%), al 10% anche l'Italia dei Valori (alle Politiche aveva preso il 3,4% e alle Europee il 7,9%), Sinistra, Ecologia e Libertà otterrebbe il 6% (aveva preso il 2,1% alle Europee), la Destra avrebbe un gradimento del 2,2%, mentre Rifondazione Comunista si fermerebbe all'1% (alle Politiche aveva ottenuto il 2,6% e il 2,2% alle Europee). I dati sono stati diffusi al convegno regionale sul buongoverno e l'etica promosso dall'associazione Camelos, in corso a Calampiso (San Vito Lo Capo, Trapani). Al convegno Camelos di Calampiso sono stati resi noti anche i dati di un sondaggio realizzato sempre da "Crespi ricerche" e relativo alla fiducia nel Presidente della Regione, Raffaele Lombardo: il governatore otterrebbe oggi la fiducia del 55,4% degli elettori, contro il 55,9% di un analogo sondaggio effettuato a luglio.

domenica, settembre 19, 2010

Corleone e la piazza-non-piazza

Piazza "gialla"
Cos’è diventata in questi ultimi giorni piazza Falcone e Borsellino? Tutto tranne che una piazza. Un giorno viene trasformata in maneggio per cavalli, previa recinzione e “seppellimento” con quintali di sabbia rossa. Tutto per accontentare una delle tante associazioni “equine”, che si produce in un’esibizione di cavalli & cavalieri, sempre a spese del contribuente, cioè col generoso contributo finanziario di “papà” Comune. E quando la kermesse ha termine, il grosso della sabbia viene tolto. Ma un bel po’ resta in mezzo ai cubetti in pietra che pavimentano la bella piazza. Tanto che qualcuno la definiva piazza… rossa. In questi giorni, però, della “piazza rossa” non c’è più traccia, ma non perché è stata pulita. Semplicemente perché è stata nuovamente coperta da un manto verde di erba sintetica e nuovamente recintata, per consentire di giocare le partite finali del torneo di calcetto estivo. E siccome alcune panchine davano fastidio, sono state smontate e portate via. Cosa non si farebbe per accontentare (ancora a suon di contributi finanziari) un’altra associazione di “amici”. Con la conseguenza che, stavolta, non abbiamo più la “piazza rossa”, ma una piazza “verde”, ecologica… Purtroppo, a Corleone si invertono tutte le logiche del buon senso. Questo benedetto buon senso vorrebbe, per esempio, che le esibizioni di cavalli & cavalieri si svolgessero in un maneggio. A Corleone no. Da noi il luogo “deputato” è la piazza, la più grande piazza della città, anche a costo di danneggiarla e di provocare incidenti con le persone. E ancora il buonsenso vorrebbe che a calcetto si giocasse nei campi di calcetto a ciò deputati (che, fortunatamente, a Corleone ci sono).

Piazza "verde"
 A Corleone, invece, no. Da noi bisogna giocare in piazza, nella più grande piazza della città. Anche a costo di svellere panchine, piantare paletti e recintare. Abbiamo una cittadina - Corleone - che esposta ormai ai “capricci” giornalieri degli amministratori comunali (i nuovi despoti), alla spasmodica ricerca di facili consensi politico-clientelari, senza un’idea di sviluppo, senza nessuna voglia di svolgere una funzione educativa. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: crollo della tensione ideale, egoismo sociale parossistico, s…governo della cosa pubblica. Un bel bilancio davvero, egregio sindaco Iannazzo! Complimenti! (d.p.)



sabato, settembre 18, 2010

Domenica 19 settembre, a Marineo, mostra fotografica e convegno sul poeta dialettale Ignazio Buttitta

Il paeta Ignazio Buttitta
Studi recenti hanno evidenziato il carattere fortemente selettivo della memoria umana. Oggi si sa molto più di ieri sul suo funzionamento. Si è compresa, soprattutto,la ragione per cui non si può ricordare tutto nella vita, rilevando anche l’utilità della dimenticanza e la sua necessità biologica. Ma ci sono cose e persone che non si possono dimenticare. Tra queste, per me, occupa un posto centrale Ignazio Buttitta. Devo, infatti, in gran parte a lui la mia prima iniziazione politica. Più precisamente ad un suo testo – il famoso Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali – scritto dal poeta nel 1956 , che ho sentito cantare, per la prima volta nei primi anni sessanta, dall’indimenticabile Cicciu Busacca. La voce tagliente di questo grande cantastorie è penetrata nel profondo del mio cuore quando avevo meno di quindici anni e da allora la sento ancora risuonare dentro di me insieme agli splendidi versi del poeta: Ancilu era e nun avia l’ali
nun era santu e miraculi facia
ncelu acchianava senza cordi e scali
e senza appidamenti nni scinnia
era l’amuri lu so capitali
e sta ricchizza a tutti la spartìa
Turiddu Carnivali nnuminatu
e comu Cristu murìu ammazzatu
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La Fp-Cgil Sicilia ha proclamato lo stato di agitazione del personale del comparto sanità. Per il 1° ottobre 2010, ha indetto una manifestazione

I segretari generali ed i responsabili del comparto sanità presenti all’incontro regionale tenutosi in data odierna con all’ordine del giorno le delicate questioni afferenti la sanità siciliana, dopo avere analizzato l’attuale contesto regionale e territoriale determinatosi a seguito degli atti emanati nello scorso mese di agosto e riguardanti rispettivamente la presentazione del PSR 2010-2012, la predisposizione del programma operativo 2010-2012 e l’emanazione delle linee guida per la rideterminazione delle dotazioni organiche e dopo avere valutato l’impatto delle scelte conseguentemente operate dalle direzioni delle aziende sanitarie, hanno posto l’accento su alcune questioni rilevanti per il personale stabile e per quello precario. In particolare è stato evidenziato come con gli standards fissati nel decreto del 13 agosto le aziende sanitarie non saranno in grado di reggere il carico assistenziale e si è evidenziata la mancata aderenza degli atti aziendali con le rimodulazioni degli organici ed ancora la non aderenza a quanto previsto nella bozza di piano sanitario regionale. I tre provvedimenti risultano infatti scollegati l'uno dall'altro determinando confusione mentre dovrebbero essere strettamente legati perché in realtà inscindibili. E’ stato denunciato, altresì, il fortissimo ritardo registrato nell’attuazione della riorganizzazione dell’attività territoriale che impatta con la progressiva deospedalizzazione mai compensata con l’implementazione dei servizi territoriali ed è stato rilevato, altresì, il peggioramento complessivo dell’offerta sanitaria con ricadute sul personale e sui cittadini (intasamento dei pronto soccorsi, allungamento dei tempi di attesa). Sono stati evidenziati gli effetti negativi sulle stabilizzazioni del personale precario in relazione a dotazioni organiche costruite per rientrare nella compatibilità economica e finanziaria prevista dal piano di rientro ed a carico delle retribuzioni dei lavoratori siciliani scippati del 5% dei fondi aziendali loro spettanti in violazione delle norme contrattuali in materia di risorse aggiuntive in ossequio all’ultima finanziaria. E’ stato rilevato il rischio di una possibile compensazione delle decurtazioni degli organici con le esternalizzazioni e con la complessiva riduzione dell’offerta sanitaria pubblica a beneficio di quella privata.
Sulla base di queste considerazioni, la Fp Cgil Sicilia proclama lo stato di agitazione del personale del comparto sanità e per il 1° ottobre 2010 indice una manifestazione – sit in da tenersi in concomitanza con l’iniziativa già programmata dalle OO.SS. della dirigenza medica.
La Fp Cgil Sicilia, in particolare, rivendica:
• la stabilizzazione del personale precario da anni impegnato nelle attività sanitarie;
• il recupero dei fondi contrattuali scippati ai lavoratori della sanità;
• la reinternalizzazione dei servizi per recuperare qualità ed efficienza;
• il rispetto dei LEA;
• la salvaguardia dei posti di lavoro.
La Fp Cgil chiede inoltre interventi immediati per:
• organizzare la medicina territoriale senza ulteriori ritardi;
• garantire, nelle more, il funzionamento degli ospedali in quanto unico presidio di assistenza sanitaria nel contesto regionale;
• rivedere gli standards elaborati per il calcolo del fabbisogno del personale dipendente;
• riaprire il tavolo negoziale per definire coefficienti, standards e parametri valutativi coerenti con gli atti aziendali ed i bisogni di salute del territorio.
Caterina Tusa
Michele Palazzotto

La Conferenza Provinciale dei Sindaci: "Nel Piano della Salute manca l'integrazione tra i servizi sanitari e i servizi sociali"

La Conferenza Provinciale dei Sindaci ha presentato, su richiesta dell’assessorato regionale alla Salute, le proprie osservazioni relative al Piano della Salute 2010-2012. “Dall’analisi della bozza – si legge in una nota del presidente delegato della Conferenza, Pio Siragusa – è emersa la mancanza di chiari percorsi attuativi al fine di realizzare pienamente l’integrazione tra gli aspetti sanitari di competenza delle Aziende sanitarie provinciali e gli aspetti sociali di pertinenza dei Comuni. In particolare, non si fa menzione dei Piani di Zona. Il Piano della Salute 2010-2012 risulta carente per la mancanza del coinvolgimento degli Enti locali nelle varie forme aggregative, come i Comitati dei Sindaci di Distretto e le Conferenze Provinciali dei Sindaci”. Da qui un suggerimento da parte della Conferenza, finalizzato al superamento delle logiche dei “compartimenti stagni”. “Si propone di prevedere un protocollo d’intesa per comunicare nel migliore dei modi e avvantaggiarsi in termini di sviluppo e di risorse raggiungibili attraverso una seria politica di integrazione e di cooperazione che non può affermarsi se non con il concorso, il più ampio e funzionale possibile, del livello d’incontro tra le Asp e le Conferenze provinciali dei sindaci. Lo scopo di tale proposta è quello di uniformare la programmazione e le attuazioni progettuali delle Asp con i vari piani di Zona, al fine di ottimizzare sinergicamente le azioni e le risorse finanziarie, umane, tecnologiche e strumentali”. La Conferenza si dice disponibile ad un eventuale incontro per discutere la proposta.

ROSARNO. Un centro per integrare gli africani ribelli

di Antonello Mangano
Chiariamo un punto. L'idea secondo cui i migranti di Rosarno sono «un serbatoio di braccia a cui spesso accede la malavita organizzata» non è soltanto falsa. È offensiva nei confronti di centinaia di ragazzi che non hanno mai fatto da manovalanza alle 'ndrine, preferendo il durissimo lavoro nei campi. Al contrario, gli africani si sono ribellati due volte contro la violenza mafiosa, collaborando in almeno cinque occasioni con le forze di polizia e la magistratura (la rapina del dicembre 2008, i "fatti di Rosarno" di gennaio 2010, le tre inchieste sul caporalato, tra cui quella denominata "Migrantes", rese possibili dalla collaborazione e dalle testimonianze dei lavoratori stranieri). Eppure, l'idea del "serbatoio di braccia" è contenuta nel comunicato ufficiale del Pon Sicurezza (www.sicurezzasud.it) che presenta il progetto del "Centro di formazione per gli immigrati" - due milioni di euro di stanziamento del Ministero dell'Interno e dell'Unione Europea -, giustificandolo come un argine allo sfruttamento. LEGGI TUTTO