martedì, gennaio 19, 2021

La scomparsa di Emanuele Macaluso: alla Cgil Palermo bandiera a mezz'asta

Emanuele Macaluso a Portella della ginestra il 1* maggio 2019

Ridulfo: “Va via una grande personalità che ha fatto parte della nostra storia”. Il 1° maggio 2019, il suo comizio a Portella della Ginestra, dopo 71 anni. Fu segretario Cgil Palermo dal  '53 al '55 e fu sostituito da  Pio La Torre. La lezione: l'importanza della sua formazione sindacale.  
  
Palermo 19 gennaio 2021 – Bandiere a mezz'asta in segno di lutto oggi nella sede della Cgil Palermo, in via Meli 5, per la scomparsa di Emanuele Macaluso, grande dirigente della Cgil palermitana, siciliana  e nazionale.  Emanuele Macaluso nel 1953 divenne segretario della Camera del Lavoro di Palermo, prima di Pio La Torre, che lo sostituì nel 1955. Per il Primo Maggio del 2019 aveva preso parte al corteo di Portella e, dopo 71 anni dalla sua prima volta, aveva accettato l'invito della Cgil Palermo di tornare a parlare dal sasso di Barbato, intervenendo assieme al segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo e al vice segretario generale Cgil Gianna Fracassi.  

     “Con Emanuele Macaluso – dichiara il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, esprimendo il cordoglio di tutta l'organizzazione sindacale e vicinanza  alla famiglia -  va via non solo un compagno, un dirigente e una grande personalità che ha fatto parte della nostra storia, ma anche una lucida intelligenza capace sempre di leggere il presente con uno sguardo al futuro”.

  Il Primo Maggio 2019, Emanuele Macaluso, concluse il comizio tra le lacrime, ricordando le vittime della strage del 1947. “Compagni che siete morti qui, non vi abbiamo dimenticati. Il messaggio che ci avete dato siamo qui per proiettarlo  nel domani, proiettarlo con i giovani, con i ragazzi, per costruire una Sicilia migliore, un'Italia migliore. Onore ai caduti di Portella e a tutti i caduti della lotta alla mafia, all'arroganza, alla prepotenza”.

 Non aveva voluto mancare, rispondendo di sì all'invito della Cgil Palermo,  a quell'“ultimo appuntamento della mia vita”. Aveva fatto un pezzo di corteo partendo dalla casa del Popolo di Piana degli Albanesi. E poi il comizio, in cui aveva parlato dell'importanza della memoria  per il popolo e della sua formazione dentro la Cgil. “Volevo tornare qui perché questi sono stati i momenti più importanti della mia formazione – ha aggiunto durante il suo intervento -  In uno dei miei libri ho scritto  che per me, che ho avuto  tanti incarichi politici, la mia formazione politica, sociale, umana si è consolidata negli anni in cui sono stato nel sindacato. Quell'esperienza,  quella conoscenza, quel rapporto umano con migliaia e migliaia di lavoratori, zolfatari, metallurgici, contadini e  braccianti, mi ha fatto capire quali erano i loro problemi, e come affrontarli”.  

     “Quando gli operai del Cantiere navale scioperavano per quaranta giorni, gli zolfatari per sessanta giorni, con i piccoli commercianti di Riesi che facevano loro credito per dargli  da mangiare,  voi pensate che io la notte potessi dormire, pensando  a quegli uomini, a quelle donne, a quei bambini? - ha aggiunto al comizio del  primo maggio del 2019 - Concludere uno sciopero di quegli anni, significava per me, per quelli  che partecipavano,  un modo di diventare uomini, un  modo diverso di concepire il lavoro.  Ho imparato cosa significa la battaglia sociale, la battaglia sindacale,  e questo ti resta.  A me è rimasto. Ho  fatto tante  cose nel partito,  ho retto l'organizzazione,  poi sono stato deputato, senatore, direttore dell'Unità. Ho fatto tante  cose ma la mia esperienza fondamentale, la mia nascita politica e come persona,  ha le sue radici qui. Per questo, a 95 anni voglio tornare a dirlo ai giovani. Badate che se non unite la vostra militanza al  mondo del lavoro, se non leghiamo e cerchiamo di capire che la questione sociale è la questione fondamentale del nostro Paese, non è possibile fare una sinistra. Ed è quello che - lo debbo dire con amarezza - anche i partiti che si dicono di sinistra non hanno capito.   La questione sociale per un partito di sinistra è la questione essenziale della sua esistenza, la sinistra  esiste perché c'è una questione sociale. Inutile pensare di fare una sinistra senza una questione sociale.  Questo è mancato in questi anni”.


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