giovedì, luglio 21, 2011

Corleone. Campo di lavoro antimafia. I volontari tolgono l'erba secca dai filari e... socializzano

Foto di gruppo dei volontari a Casa Caponnetto
Si parte con un'idea, che piano piano cambia, cresce, assume nuove sfumature. "Vado nelle terre confiscate alla mafia", è una frase che fa quasi paura. Finchè non ci sei, non ti rendi neanche conto di cosa possa significare essere il vicino di casa di uno dei maggiori criminali. non ti rendi conto di ciò che un abitante di qui può pensare di te, di sè, della vita. poi ti svegli alle 6 con un sonno pazzesco e un'iniziale grandissima voglia di restare a dormire; ma apri gli occhi e rimetti a fuoco il motivo per cui ti trovi qui. Un'infinita curiosità e tanto interesse a conoscere, a sapere, a cambiare le cose ti dà la forza per andare in campo, sotto il sole, a togliere l'erba secca dai filari. Ti illudi che questo possa servire a qualcosa, che possa lasciare un segno. una volta che torni per pranzo, avresti voglia di restare, di fare ancora qualcosa per quanto distrutto. Dopo pranzo siamo andati in paese per comprare alcune cose; ci sono dei bar dove non dobbiamo andare: è strano. A Firenze sono davvero pochi i posti dove non devi andare, ma si tratta principalmente di locali che di notte sono frequentati da gente strana di cui forse hanno paura solo le mamme troppo preoccupate. invece qui vedi la gente che ti squadra e tu stesso non puoi fare a meno di osservare quelle persone che hanno rapporti con "i mafiosi" ti senti in una realtà diversa.
Una volta tornati Calogero ci ha fatto un discorso sulla cooperativa, sullla sua storia, sulle impressioni dei corleonesi, sulla mafia. da qui percorrendo la storia della cooperativa, ci si accorge che davvero la mafia c'è, nel concreto e ora ci siamo cosi vicini. ti fa rabbia che si conoscano nomi e cognomi, che si sappia ciò che viene fatto. eppure ci sono cosi tanti "mafiosi" a piede libero, e pare che sia cosi difficile incastrarli. ti fa rabbia come funziona l'italia, ti fa rabbia l'impunità. la rabbia ti fa pensare, ti fa reagire, ti fa venire voglia di fare davvero qualcosa. sicuramente questo è un inizio ma si può fare di più. si può essere più incisivi. c'è sempre la speranza che partendo da qui, il futuro sia più positivo. Oggi sono andati via i due cuochi che in questi primi 2 giorni ci hanno pazientemente sfamato. Sicuramente ci mancheranno perchè oltre ad essere cuochi, facevano parte della grande "famiglia" che siamo adesso. sono persone che ci hanno messo la voglia, l'interesse, e hanno magari avuto dei problemi per venire. per questo meritano sicuramente un saluto assolutamente sincero. sono rimaste con noi altre 3 cuoche, la nostra salvezza. Adriana ci ha raccontato come mai ha deciso di venire qui e alla fine le motivazioni sono simili alle nostre. sono volontarie pensionate ex sindacaliste che si sono rese disponibili sulla spinta di Adriana con il suo grande entusiasmo; anche per loro è un'esperienza importante, che in qualche modo fa sì che noi giovani ci confrontiamo anche con loro, coi loro pensieri e con le loro idee, oltre chè con il loro ottimo (e vasto!) reperetorio culinario. inoltre credo che diano un contributo anche all'immagine di tutto il gruppo composto per lo più da giovani accompagnati però da volontari con più esperienza di vita che rendono ancora più vera e sentita questa battaglia. Stasera siamo infine andati in cima alla collina vicino alla cooperativa da cui ci siamo potuti godere un altro aspetto di Corleone: la vista dall'alto di uno scrigno di luci circondate dal buio e dal silenzio.
Jasmine

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