mercoledì, aprile 30, 2008

Portella della Ginestra, 1° Maggio 1947. Mafia, banditi, agrari (e servizi segreti) sparano sui contadini in festa... e fu la strage

Quella mattina del 1° maggio di sessantuno anni fa, il pianoro di Portella della Ginestra traboccava di contadini di Piana degli Albanesi, San Giuseppe Jato e San Cipirello. Erano lì, con le loro famiglie, per passare una giornata in allegria, per ricordare la festa del lavoro. Una festa “politica”, a cui li aveva abituati il medico socialista di Piana degli Albanesi, Nicola Barbato, mitico capo dei fasci contadini di fine ‘800. Era stato lui, circa 60 anni prima, ad “inventare” questo raduno popolare, per parlare delle conquiste del lavoro. Il ventennio fascista aveva interrotto quell’appuntamento annuale. LEGGI TUTTO

Lo storico siciliano Francesco Renda racconta la strage di Portella

Quel Primo Maggio del 1893 a Corleone...

Pio La Torre, il nemico giurato della mafia

Ventisei anni fa la mafia assassinava a Palermo Pio La Torre e il suo collaboratore Rosario Di Salvo. Ma chi era La Torre? Perchè la mafia lo volle morto?
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martedì, aprile 29, 2008

Senato, Renato Schifani presidente con 178 voti

Il palermitano mette d'accordo il Pdl sulla carica di vicario del Capo dello Stato e raccoglie 178 voti, 4 in più di quelli di cui dispone la maggioranza di Pdl, Lega e Mpa
ROMA - L'azzurro Renato Schifani è il diciottesimo presidente del Senato. Eletto alla prima votazione, ha ottenuto 178 voti a suo favore, quattro in più della maggioranza formata dai senatori di Pdl, Lega ed Mpa. Nel suo discorso di insediamento il nuovo primo inquilino di Palazzo Madama fa un appello alla minoranza per una "legislatura costituente" che si occupi delle riforme. Ma dal Pd, che ha annunciato una opposizione "senza sconti ma propositiva", arriva un primo stop. Per il momento, attacca il leader dei democratici, Walter Veltroni, dalla maggioranza, che ha scelto di 'incassare' tutti gli incarichi istituzionali, non sono arrivati segnali che facciano intravedere la volontà di dialogo, prima precondizione per aprire una fase costituente. LEGGI TUTTO

Banco di Sicilia, Lo Bello nuovo presidente

La nomina per il numero uno di Confindustria Sicilia è arrivata a Palermo: "Il Banco deve guardare al mercato". Per la prima volta nel Cda anche due donne: le imprenditrici Maria Luisa Averna e Josè Rallo
PALERMO - Il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, è il nuovo presidente del Banco di Sicilia. Lo ha nominato stamattina l'assemblea dei soci del BdS, riunita in via Magliocco a Palermo. Nel Cda per la prima volta nella storia del Bds entrano anche due donne: Maria Luisa Averna e Josè Rallo, due imprenditrici siciliane. Vice presidente del Banco di Sicilia è Cesare Caletti, che ritorna nella banca dopo avere ricoperto in passato la carica di amministratore delegato. Confermati i consiglieri Roberto Nicastro, Paolo Fiorentino e Giancarlo Garino. Amministratore delegato rimane Roberto Bertola. Oltre a Rallo e Averna fa ingresso nel cda Gabriele Piccini, che è responsabile della divisione Retail Italia di Unicredit.Non sono stati nominati i quattro consiglieri espressione dei soci di minoranza di Unicredit, azionista unico del Bds, regione Sicilia e fondazione Banco di Sicilia. Così facendo l'assemblea ha rispettato la decisione del neo presidente della regione siciliana, Raffele Lombardo, che prima di indicare i nomi ha chiesto un incontro con il numero uno della holding milanese, Alessandro Profumo.I quattro consiglieri mancanti, su un cda che alla fine conterà 13 componenti (due in più dell'organismo appena decaduto), saranno nominati nella prossima assemblea dei soci. Dopo la seduta dell'assemblea dei soci, che ha nominato anche il collegio sindacale del Bds (Franco Tutino, Salvatore Spiniello e Michela Seme), il nuovo consiglio di amministrazione si è riunito sotto la presidenza di Lo Bello, che nell'ultimo cda aveva ricoperto per poche settimane la carica di vice presidente."Assumo questo incarico con grande senso di responsabilità. Abbiamo bisogno di un Banco che guardi molto al mercato e da questo punto di vista sono certo che il sistema delle imprese potrà avere significativi vantaggi", ha detto Lo Bello. Il neo presidente ha spiegato che manterrà la presidenza di Confindustria Sicilia, assicurando che ricoprirà il doppio ruolo "con misura, giudizio e cautela, perchè sono due prestigiosi incarichi, separati tra di loro".
29/04/2008

domenica, aprile 27, 2008

Corleone, quanto sono cari questi rifiuti!

I comuni di San Cipirello e Alcamo sono quelli dell'area del Golfo di Castellammare che nel 2007 hanno fatto pagare meno la tariffa sui rifiuti ai loro cittadini. La palma della tassa più salata spetta a Torretta e Corleone. Il livello di evasione fra i cittadini e la quota di raccolta differenziata incidono molto sulla tariffa. Alcamo può vantare una quota di raccolta differenziata quasi vicina al 12%, collocandosi al primo posto nell'area del Golfo di Castellammare e al 55° posto in Sicilia. Nella stessa graduatoria Partinico si fa notare per il suo imbarazzante 350° posto su 357 comuni siciliani. L'indagine di Libera Mente, realizzata da Francesca Davì, ha coinvolto 17 comuni del comprensorio. (segue)

Mafia. A Palermo, agriturismo su terreni di Bontade

Il bene confiscato assegnato a una coop, l'iter avviato dalla Regione nel 2007

Un agriturismo sui terreni confiscati alla famiglia Bontade. Sorgerà nel quartiere di Villagrazia. Per arrivare a questo risultato, nel corso dell'ultimo anno, si sono mobilitati la Regione, il Comune e la Prefettura.
L'iter ha avuto inizio l'11 aprile del 2007 quando, in occasione del primo anniversario della cattura di Bernardo Provenzano, su iniziativa dell'assessore regionale alla Famiglia, Paolo Colianni, i componenti del Governo regionale raggiunsero Corleone a bordo del pullman denominato «Carovana della Legalità», ed in quella occasione, al termine di una riunione ufficiale della Giunta, regolarmente verbalizzata dal segretario Carmelo Ruffino, si arrivò alla deliberazione. Uno dei documenti antimafia varati quel giorno prevedeva di assegnare la priorità, nell'ambito dei contributi straordinari destinati ai comuni, alle amministrazioni che avrebbero presentato progetti per il recupero produttivo dei beni confiscati alla mafia e più in generale per l'affermazione dei principi di legalità e trasparenza. La seconda tappa di questo iter amministrativo, si è avuto il 12 settembre 2007 quando, per esprimere solidarietà a quanti avevano raccolto l'eredità di don Pino Puglisi, la Giunta regionale si riunì nei locali del centro «Padre Nostro» a Brancaccio stabilendo di destinare alla cooperativa sociale «Solaria» un appezzamento di terreno da destinare ad attività produttive. E così, in accordo con la Prefettura, l'Amministrazione comunale di Palermo ha individuato il sito nel quartiere di Villagrazia. Più in particolare è stato localizzato il fondo «Magliocco» con oltre due ettari e mezzo di terreno pianeggiante e ricco di alberi. Don Mario Golesano è già proiettato verso la realizzazione dell'opera: «Lavoreremo in economia per utilizzare al meglio il finanziamento».
leone zingales
la sicilia, 26 aprile 2008

Manifesti per Falcone e Borsellino sono comparsi nel centro di Palermo

Le fotografie dei due magistrati e la scritta "Nel vostro ricordo per arrestare tutti i latitanti" hanno tappezzato il centro di Palermo. L'iniziativa è dall'associazione "Mafia contro"

PALERMO - Manifesti con le fotografie di Falcone e Borsellino e la scritta "Nel vostro ricordo per arrestare tutti i latitanti", sono stati affissi nel centro di Palermo.
Alcuni sono stati messi anche sul murales che ritraeva il volto del boss mafioso latitante, Matteo Messina Denaro, realizzato su un muro alle spalle della cattedrale.
Il manifesto è firmato dall'associazione "Mafia contro" di cui è portavoce Renato Campisi. Nel manifesto vi sono tre fotografie dei magistrati assassinati nelle stragi del '92.
Analoga iniziativa è stata organizzata a Firenze, con una serie di fotografie che "raccontano" lo scempio di via Georgofili dopo l'autobomba che la mafia collocò a Firenze nel 1993. È questo il murale proposto dall'Associazione tra i parenti delle vittime di via dei Georgofili proposto per Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa nostra latitante da anni e per il quale a Palermo ed a Castelvetrano sono spuntati murales.
"L'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili - scrive Giovanna Maggiani Chelli - diffonde il proprio murale da affiggere simbolicamente per le vie di Palermo e Castelvetrano".
27/04/2008

sabato, aprile 26, 2008

“Non il solito fine settimana”. La straordinaria esperienza di antimafia sociale degli studenti amercani, raccontata da una di loro

di Frances A. Escano

Nel fine settimana generalmente gli studenti che studiano all’estero trascorrono il tempo visitando posti nuovi attraverso l’Europa. Loro trascorrono il loro tempo informandosi,ammirando il luogo che visitano e provando ad entrare in contatto con la città. L’ultima cosa che passa per la loro mente è lavorare, per non parlare del lavoro manuale. L’11 Aprile, 42 studenti hanno deciso di mettere a disposizione della comunità italiana il loro tempo libero, quando sono partiti per Corleone (Italia) per lavorare nelle terre confiscate alla mafia e consegnate alla cooperativa locale di agricoltori. LEGGI TUTTO

giovedì, aprile 24, 2008

Palermo. Un murales con il boss mafioso Matteo Messina Denaro sul retro della cattedrale

Palermo: il volto del latitante Messina Denaro, al vertice di Cosa nostra dopo la cattura di Provenzano, riprodotto 4 volte con lo stile della pop art di Warhol. Accanto, la scritta "L'ultimo". Per il questore è "un incitamento alla cattura"
PALERMO - Un grande murales che raffigura il volto del boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro è stato disegnato alle spalle della Cattedrale di Palermo, su un muro che delimita piazza Settangeli dalla chiesa. E' un'immagine a colori che sembra imitare lo stile della pop art di Andy Warhol, in particolare il volto di Marilyn Monroe.Il murales è composto da quattro ritratti, tutti dai colori diversi, che ricalcano una vecchia foto del latitante trapanese, che adesso è al vertice di Cosa nostra in Sicilia. Sembra una riproduzione in serigrafia del volto del capomafia.Alla base del disegno sono riportati otto simboli ($) del dollaro statunitense. Accanto, con vernice rossa, è stato scritto: "Messina Denaro $ L'ultimo!". Sulla destra, in alto, è stata lasciata una sigla "F.A." che potrebbero essere le iniziali dell'autore del disegno. Matteo Messina Denaro, 44 anni, è il capo del mandamento mafioso di Trapani. Ricercato dal 1993, aspira alla poltrona lasciata libera da Provenzano. Il boss nelle sue lettere cita Jorge Amado e Toni Negri e discetta di politica e giustizia. Nella corrispondenza coi suoi affiliati si fa chiamare Alessio o Svetonio.Ritenuto l'organizzatore e il promotore delle stragi di Roma, Firenze e Milano è stato condannato all'ergastolo. A Matteo piace il lusso, ama le belle donne, la buona tavola, la auto costose e le corse in moto. Dalle indagini emerge che l'intreccio affaristico-politico-mafioso ha protetto fino ad oggi la sua latitanza.Secondo il questore di Palermo, Giuseppe Caruso, il murales è una incitazione alla cattura del latitante. "L'ideale sarebbe fare spiegare il senso all'autore - ha detto Caruso -. A me piace interpretarlo come uno stimolo a catturare Messina Denaro, anche se non gravita su Palermo".
La Sicilia, 24/04/2008

martedì, aprile 22, 2008

Palermo. Corona con cardellini morti e biglietto di minacce contro la Forestale

LAV: GRAVE GESTO D’INTIMIDAZIONE, INTENSIFICARE I CONTROLLI E REPRIMERE BRACCONAGGIO
Una corona inghirlandata con nove cardellini morti legati con fil di ferro, accompagnata da un biglietto di ingiurie e minacce firmato “I bracconieri di Ballarò”, è stata trovata nei giorni scorsi, ma la notizia è stata diffusa solo oggi, davanti al portone della sede della Forestale Regionale di Villagrazia, a Palermo. LEGGI TUTTO

Indagine sulla sicurezza in Italia. Primo, fermare la mafia

Individuate cinque priorità nell'Indagine sulla sicurezza in Italia condotta dalla commissione Affari costituzionali della Camera: no dei cittadini al termine "microcriminalità", perché non è micro per niente, sì ai riconoscimenti per le forze dell'ordine
ROMA - Prima di tutto contrastare le mafie perché solo in Italia sono così radicate e incidono sulla politica e l'economia. Poi, eliminare il termine 'micro-criminalità' perché non è 'micro' per niente; ristabilire il primato della responsabilità personale; tutelare la dignità delle forze dell'ordine; ricostruire l'autorevolezza dello Stato garantendo anche la certezza della pena. Sono queste le "cinque priorità irrinunciabili" individuate nell'Indagine sulla sicurezza in Italia condotta dalla commissione Affari costituzionali della Camera, presieduta da Luciano Violante, presentata oggi a Montecitorio. LEGGI TUTTO

Ma per i siciliani la mafia è più forte dello Stato

PALERMO - La mafia ha subito colpi molto duri ma resta più forte dello Stato. Questa è almeno la percezione che di Cosa nostra e della sua capacità di condizionamento del sistema democratico e della vita civile hanno i giovani siciliani. Il dato emerge da una ricerca promossa dal centro studi Pio La Torre tra gli studenti di 47 istituti. Al questionario hanno risposto 2.368 alunni che hanno seguito un progetto educativo antimafia.I risultati, che saranno presentati domani al teatro Biondo di Palermo, hanno rivelato aspetti sorprendenti ma anche contraddittori come quello che nel confronto con lo Stato è la mafia a conquistare un posto preminente. Cosa nostra viene infatti percepita come più forte da oltre il 50% del campione. Per il 20,6% Stato e mafia sono ugualmente forti. E solo il 16,8 sceglie lo Stato. I ricercatori avvertono comunque che in questo caso il concetto di forza viene accostato a quello di violenza e dunque occorre attenuare gli effetti dirompenti della ricerca. Restano invece tanti altri elementi di pessimismo tra i giovani per i quali valori positivi come onestà, senso dell'uguaglianza e della giustizia, democrazia e partecipazione civile sono poco diffusi in Sicilia.
22/04/2008

Catania. Elezioni, Procura valuta se aprire inchiesta su trasmissione Exit di La7

CATANIA - La Procura della Repubblica di Catania sta valutando se aprire un'inchiesta sui contenuti della trasmissione Exit, andata ieri sera in onda su La7, che ha mandato in onda un servizio sulle elezioni nel capoluogo etneo. Lo si apprende da fonti qualificate. I magistrati avrebbero disposto, in maniera cautelare, la registrazione informale del programma ai carabinieri ma non hanno ancora acquisito il filmato in originale. La Procura potrebbe decidere di aprire un fascicolo conoscitivo senza ipotesi di reato e successivamente valutare se ci sono gli estremi per ipotizzare il voto di scambio o la diffamazione aggravata a mezzo stampa. Nella trasmissione si è parlato del ruolo dei patronati, di cittadini 'bisognosi' e di soldi per la spesa e carte telefoniche che sarebbero stati distribuiti prima delle elezioni da parte di esponenti del Mpa che hanno sostenuto la campagna elettorale del neo presidente della Regione Raffaele Lombardo. Il video di Exit si è chiuso con dei minorenni ospiti di un orfanotrofio che distribuiscono volantini elettorali vicino ai seggi.
22/04/2008

Elezioni. Ma per la Sicilia non finisce qui

Tra due mesi si torna alle urne per il rinnovo di 8 Province e 148 Comuni: le candidature entro il 21 maggio, ma già trapelano i primi nomi
PALERMO - Non è terminato il tour de force elettorale per oltre 4 milioni di siciliani che dovranno tornare alle urne il 15 e il 16 giugno prossimi per le amministrative: in ballo c'è il rinnovo di otto Province (esclusa Ragusa) e di 148 Comuni. L'eventuale turno di ballottaggio è fissato per il 29 e 30 giugno.Si dovranno eleggere consiglio e presidente nelle Province di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo, Siracusa e Trapani. Sono tre i capoluoghi di provincia che saranno interessati dalla tornata elettorale per il rinnovo dell'amministrazione comunale: Catania, per le dimissioni del sindaco Umberto Scapagnini, Messina, retta da un commissario a seguito dell'annullamento delle elezioni, e Siracusa. LEGGI TUTTO

BUONGIORNO NOTTE. La sconfitta

di Gabriele Polo
Niente America, niente duello McCain-Obama all'italiana. Semmai assomigliamo di più alla Thailandia del miliardario Thaksin, col signore delle televisioni che torna prepotentemente al governo a braccetto con lo xenofobo padano. Per continuare - sulla scia delle paure sociali - il lavoro che ha già profondamente trasformato questo paese nella costola più retriva e populista dell'Europa. LEGGI TUTTO

Il centrosinistra in Sicilia

Carmelo Lo Piccolo, Palermo
Come era ampiamente previsto, il risultato delle elezioni regionali ha confermato lo stato di evidente minoranza del centrosinistra siciliano, ma l'entità e le proporzioni della sconfitta appaiono preoccupanti. Si registra un vistoso arretramento rispetto alle elezioni del 2006, ma soprattutto sembra inconsistente la prospettiva di fondo e il senso politico del voto per il Pd e per la Sinistra arcobaleno in Sicilia. LEGGI TUTTO

Niente sconti per i boss

Stragi anni Ottanta: la Cassazione rigetta tutti i ricorsi e conferma le condanne per i "padrini" siciliani (tra i quali Provenzano e Riina) imputati di decine di omicidi. Ergastolo anche per il killer di Libero Grassi, l'imprenditore che si ribellò al racket
ROMA - La seconda sezione penale della Cassazione ha confermato tutte le condanne per i capi di Cosa nostra imputati di decine di omicidi compiuti a Palermo dal 1981 al 1991. Confermata anche la condanna all'ergastolo per il killer dell'imprenditore catanese Libero Grassi ucciso il 29 agosto 1991 perché si era ribellato al racket delle estorsioni mafiose.La II sezione penale della Cassazione, presieduta da Giuseppe Cosentino, ha rigettato tutti i ricorsi dei 27 imputati, accogliendo le richieste del pg Mario Fraticelli, che aveva chiesto le conferme delle condanne della Corte d'appello di assise di Palermo all'ergastolo per gli omicidi (più di mille) compiuti dai boss della mafia, tra i quali Totò Riina e Bernardo Provenzano, nella guerra tra cosche durata dal 1981 al 1991.Una guerra tra cosche culminata nell'uccisione dell'imprenditore catanese antiracket Libero Grassi, che per primo si era rifiutato di pagare il pizzo, dando il via a una protesta contro il malaffare e la criminalità. Confermati anche i risarcimenti alle parti civili e la condanna al pagamento delle spese processuali per i 27 imputati.La ricostruzione dei delitti avvenuti in quegli anni è stata possibile grazie alle dichiarazioni di pentiti come Francesco Marino Mannoia e da ultimo Antonino Giuffrè. Sullo sfondo di questi 10 anni, la guerra tra la cosca di Riina e Provenzano, favorevoli a una linea stragista per gli obiettivi di Cosa nostra, e i vecchi boss Bontade e Inzerillo.Con la sentenza della Cassazione si chiude l'ultima tranche del processo per gli omicidi degli anni 80 nato dalle dichiarazioni rese a Giovanni Falcone da Tommaso Buscetta nel primo maxi-processo a Cosa nostra.

Palermo. Attori e istituzioni in 4 spot contro la mafia

PALERMO - Questa mattina, presso l'Auditorium Rai di Viale Strasburgo, verranno presentati quattro spot realizzati dalla Fondazione Progetto Legalità Onlus in memoria di Paolo Borsellino e di tutte le altre vittime della mafia, dall'assessorato regionale ai Beni culturali, dal Dipartimento alla Pubblica istruzione, dalla Questura di Palermo, dall'Unioncamere Sicilia e della Confindustria Sicilia, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica, gli esercenti commerciali e gli imprenditori a non arrendersi alla violenza mafiosa delle estorsioni e a sviluppare una ribellione civile che possa diventare il manifesto culturale dei siciliani. Un imprenditore, una madre, un giovane, un mafioso interpretati da attori siciliani di talento come, Marcello Mazzarella, Loredana Cannata, Corrado Fortuna e Nino Frassica che prenderà parte alla conferenza stampa, sono i testimonial della campagna di informazione.
19/04/2008

venerdì, aprile 18, 2008

Anna Finocchiaro (Pd) sceglie il Senato. "Ma non mollo la Sicilia"

"Dopo la sconfitta le ferite esternamente non si vedono, ma ci sono. il Pd dovrà riflettere sui suoi errori"
ROMA - Anna Finocchiaro si riaffaccia a palazzo Madama, da dove era uscita all'inizio di marzo per affrontare la battaglia elettorale in Sicilia. Torna, dopo due mesi e dopo la netta sconfitta contro Raffaele Lombardo, candidato del Pdl alla guida della Regione. "No, esternamente non si vedono, ma le ferite ci sono", è la risposta alla domanda del cronista.Sulle ragioni della sconfitta del Pd "bisognerà riflettere", aggiunge Finocchiaro. E' forse mancata una chiara definizione della vostra identità, avendo spiegato agli elettori che cosa non si è più, ma non avendo detto con altrettanta chiarezza che cosa si è? "Certamente, questo è un punto importante della riflessione che deve essere fatta".La presidente uscente dei senatori del Pd è orientata a tornare sugli scranni di palazzo Madama, da dove ha guidato il gruppo, nella XV legislatura, con riconoscimenti unanimi per la sua autorevolezza. "Ma non mollo l'impegno in Sicilia ...". Insomma, chiede il cronista, farà tesoro del comandamento leghista che nella radice territoriale fonda la propria azione politica? "Proprio così", risponde lei annuendo.

LA MAFIA ESISTE MA ANCHE L’ITALIA. MOSTRA DI FOTO E PRODOTTI DELLE TERRE DI SICILIA CONFISCATE A COSA NOSTRA

A Velletri (Toscana) mostra di foto e prodotti delle terre siciliane confiscate alla mafia. Cinque giorni di immagini dedicate alla lotta alla criminalità organizzata e al ritorno alla legalità delle terre confiscate alla mafia, oggi gestite da piccole cooperative coraggiose che producono olio, pasta e pomodoro col nome Libera Terra.
A Velletri il 26 e 27 aprile, e a seguire il 2, 3 e 4 maggio, Porta Napoletana ospiterà una mostra di fotografie e prodotti organizzata dai soci UniCoop Tirreno a testimonianza di questo impegno verso il riscatto sociale. Sabato 26 aprile alle ore 18 l’attrice Marina Viganelli interpreterà “Pasta Libera per uomini liberi. La storia bella del grano, del vino e dell’olio del riscatto sociale”. Al termine degustazione di prodotti Libera Terra. LEGGI TUTTO

Indagare le nostre responsabilità. Per ricominciare

di CLAUDIO FAVA
Anzitutto prendiamoci la nostra parte di responsabilità. Quando si perde nel modo in cui Sinistra Arcobaleno ha perso, precipitando dal 13 per cento di cui ci accreditavano un anno fa a poco più del 3 per cento, occorre guardare in casa propria.
Tutto il resto (Veltroni, il "voto utile", la dispersione a sinistra, i silenzi stampa...) sono dettagli. Non s'è inceppato un fucile: abbiamo sparato a salve. Allora, vi dico come la vedo io, senza presunzione di verità: diciamo, un contributo alla discussione. LEGGI TUTTO

giovedì, aprile 17, 2008

Non pensavamo...

Non pensavamo che Walter Veltroni potesse vincere le elezioni. Nemmeno, però, che le potesse perdere con uno stacco di oltre nove punti. E non pensavamo che Anna Finocchiaro potesse diventare governatrice della Sicilia, ma nemmeno che fosse "doppiata" dal suo avversario. Non pensavamo, infine, che la sinistra potesse scomparire dal parlamento, eppure è accaduto. Per questo bisogna ammettere con molta franchezza che per il Pd e la sinistra i risultati elettorali delle politiche e delle regionali in Sicilia sono stati un grandissimo disastro. E non vale prendersela con gli avversari. Meno che mai con gli elettori. Bisogna capire, invece, qual è il male "oscuro" che consuma Pd e sinistra e porvi un argine. Capire non è facile, ma bisogna provarci. Tanti, troppi dirigenti manifestano un alto tasso di litigiosità e una forte mancanza di radicamento sociale. Di conseguenza non hanno la capacità di dare radicamento sociale al partito che dirigono. Senza radicamento sociale non si capiscono i problemi della gente, anzi aumenta il distacco tra governanti e governati. Invertire questa tendenza significa ripartire dalla strada, dalla piazza, dai luoghi di lavoro, dai quartieri. Significa parlare con la gente, comprenderne i problemi ed organizzarla per risolverli. Significa anche tante altre cose. Vogliamo parlarne tutti insieme?

d.p.

17 aprile 2008

Comunisti, unitevi! Appello agli orfani dell'Arcobaleno

Il colpo è stato duro. E la ferita brucia. A tre giorni dal risultato elettorale che ha decretato la cacciata dei comunisti dal Parlamento, c’è chi prova a rialzarsi. Al grido di «Comunisti di tutta Italia unitevi», cento personalità del mondo della cultura, dell’arte e del lavoro chiamano a raccolta gli orfani della Sinistra Arcobaleno. Per farlo hanno aperto un sito, http://www.comunistiuniti.it/, pubblicato un’inserzione pubblicitaria su alcuni quotidiani italiani e soprattutto hanno fatto un appello «ai militanti e ai dirigenti del Pdci e del Prc e a tutte le comuniste/i ovunque collocati in Italia». In sintesi dicono: «Il risultato della Sinistra Arcobaleno è disastroso e ha radici assai più profonde del mero richiamo al “voto utile”». Dunque, «ricominciamo da noi». LEGGI TUTTO

sabato, aprile 12, 2008

Dichiarazione di voto

Voglio vivere in un Paese dove non si definiscono eroi i condannati per mafia e dove i politici non comprano i voti dalla ‘ndrangheta.

In un Paese dove non si stracciano i programmi degli avversari e dove chi la pensa diversamente non è definito un grullo o un fuori di testa o un antropologicamente diverso. In un Paese dove se un magistrato indaga sui reati dei potenti non viene sottoposto a visita psichiatrica.

Voglio vivere in un Paese dove i giornalisti non baciano la mano del leader proprietario e non sghignazzano alla sue battute da caserma. In un Paese dove per ottenere un lavoro non occorre piegarsi al padrino di turno. Dove chi rispetta la legge, e ne chiede il rispetto, non viene considerato un fallito o un invidioso. Dove non si giustifica chi evade il fisco dicendo che avrà le sue buone ragioni. In un Paese dove per un baratto elettorale non si permette ai vari capataz nordisti e sudisti di sputare sul tricolore auspicando fucili e cannoni. Dove comizianti in camicia nera non invocano la cacciata degli immigrati a calci nel sedere. Dove i ragazzi sono educati al rispetto della Costituzione e della legalità.

Voglio vivere in un Paese che non deve più vergognarsi dei propri governanti davanti al mondo che ci guarda e non sa se ridere o piangere. Un Paese che deve interrogarsi sulle ragioni profonde che periodicamente rischiano di trasformarlo in una repubblica delle banane.

Voglio vivere in un grande Paese che deve aprire le finestre e cambiare l’aria avvelenata dell’odio e della paura. Un Paese che ha bisogno di respirare fiducia, ottimismo, intelligenza, creatività. Per tornare subito a correre e a prosperare.

Spero, speriamo, che sia questa l’Italia nella quale da lunedì potremo continuare a vivere.

Antonio Padellaro
L’Unità , 12.04.08

Jovanotti: cara Unità domani faccio il pieno

intervista a Lorenzo Cherubini di Toni Jop

Sentite questo pensiero, è quasi una canzone, un mezzo rap: «Mettiamola così, io sono di sinistra ma...c’è stato in Italia un momento particolare, un momento forte e chiave. Quella intuizione di Moro e Berlinguer...una intuizione giusta...frenata come i fatti che cambiano la storia...da una pallottola, la stessa che ha ucciso Kennedy. Io sono di sinistra, ma penso che il paese...»: contenti? Manca la musica ma il testo è di Jovanotti, anzi, non è neppure un testo nel senso programmatico del termine, gli è venuta fuori così mentre si parlava del più e del meno. Lorenzo è un tipo strano, per questa Italia nevrastenica, sempre più in bilico tra depressione ed euforia. Distante da questa sindrome binaria, si muove con saudade brasilera nell’onda delle nostre cose e ne rintraccia il ritmo, un rap appoggiato a un feeling che sa di samba. È all’incrocio tra queste due scritture dell’anima che costruisce le sue cellule poetiche, quasi transistor con due ingressi e una uscita: speranza e delusione, i primi due, tenerezza l’uscita. Cellule non immediatamente anti-sistema, ma preziosi salvagenti e in quanto tali resistenze allo spasmo del sistema che pretende un riciclaggio veloce e senza tentennamenti della materia umana. In altre parole: il cinismo sovrano ti stomaca? Ascolta Jovanotti e la nausea ti passa, almeno per un po’, senza perdere lucidità, anzi...e questo è il tempo che volevano portarti via... LEGGI TUTTO

Walter Veltroni: il miracolo? Si può fare

di Edmondo Berselli

Il successo del tour elettorale. La scelta finale degli indecisi. La proposta di tagli alla politica per un miliardo. Il leader del Pd punta sulla vittoria. Colloquio con Walter Veltroni

A poche ore dal voto il candidato Walter Veltroni, leader del Partito democratico, è sereno, tranquillo, rilassato. Come sta? "Benissimo. Godo di una forma fisica inspiegabile". Eppure ha completato il tour delle cento province, ha preso parte a riunioni su riunioni, ha inseguito Silvio Berlusconi per un match televisivo che il capo del Pdl non aveva nessuna voglia di fare: insomma, avrebbe il diritto di essere esausto. Oltretutto, i sondaggi danno una situazione statica delle preferenze degli italiani. Se il Pd avesse davvero finito la benzina, si andrebbe verso una soluzione elettorale scontata. Un esito fisiologico, prevedibile, previsto, senza sorprese. Solo che Veltroni non ci crede. Veltroni è fiducioso. Anche in questi ultimissimi giorni di campagna, Veltroni è andato diritto per la sua strada, senza prestare orecchio a cassandre e annunci funebri. Perché è convinto che si possa ricostituire un rapporto con la politica. Nel nome della razionalizzazione della spesa pubblica, di costi politici dal volto umano. LEGGI TUTTO

Palermo, sorveglianza speciale per l'ex assessore Mimmo Miceli: "E' pericoloso"

Miceli (Udc), condannato a 8 anni per concorso in associazione mafiosa, non potrà allontanarsi dalla città: secondo i magistrati può produrre danni sociali "essendo ancora inserito nel sistema della sanità"

PALERMO - L'ex assessore al comune di Palermo Mimmo Miceli dell'Udc, condannato in primo grado a 8 anni per concorso in associazione mafiosa, è "socialmente pericoloso". Il giudizio è stato espresso dai magistrati della sezione misure di prevenzione del tribunale che hanno applicato all'ex politico la misura della sorveglianza speciale.
A seguito del provvedimento del collegio, l'ex esponente Udc non potrà lasciare il capoluogo siciliano né uscire di casa dalle 21 alle 7 di mattina e dovrà anche firmare in commissariato tre volte alla settimana.
Secondo i giudici esiste "una grave e persistente pericolosità sociale" legata a un'ancora attuale capacità di interferenza di Miceli. In particolare, secondo il collegio, "il prevenuto (che è medico n.d.r.) rimane inserito stabilmente nel sistema della sanità, essendo stato riammesso subito dopo la scarcerazione".
"Si tratta di un settore pubblico - continua il provvedimento - ampiamente inquinato da interferenze deteriori, nel quale l'intreccio tra potere mafioso e gestione politico-clientelare dei pubblici incarichi ha manifestato la massima capacità di espressione". I legali dell'ex assessore avevano obiettato che l'uscita di scena dalla vita politica del loro assistito, di fatto, gli impedirebbe di porre in essere comportamenti analoghi a quelli per cui è stato condannato.
12/04/2008

venerdì, aprile 11, 2008

19:26 Veltroni-Jovanotti, abbraccio sul palco "Voglio ringraziare Lorenzo Cherubini, che è stato con me sul pullman e ci ha presto la sua canzone 'Mi fido di te'". Così Walter Veltroni dal palco di piazza del Popolo per la chiusura della campagna elettorale ha chiamato Jovanotti, accolto da un applauso. Veltroni e Jovanotti si sono abbracciati, poi il candidato premier del Ps ha citato un passaggio della canzone, come metafora per la necessità di "rischio" per la crescita del Paese: "'Vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare'".

La 'ndrangheta traffica in voti. Dell'Utri: «Non ho avvisi di garanzia»

Aperta inchiesta a Reggio Calabria. Il senatore di Forza Italia: "Letta sui giornali". "Ho solo parlato con una persona che voleva occuparsi del voto degli italiani all'estero". Amato: "Si tratta di materia coperta da segreto istruttorio. Il Viminale è una casa di vetro". LEGGI TUTTO

di GIUSEPPE BALDESSARRO

Come voteranno gli 800mila italiani residenti all'estero?

di AGOSTINO SPATARO
Mentre la campagna elettorale s’avvia al rush finale, c’è chi pensa con speranza o con timore al voto dei due milioni e 800mila “italiani residenti all’estero” chiamati ad eleggere 12 deputati e 6 senatori, col voto di preferenza. Un “privilegio” negato agli elettori in Italia.
Un voto importante che nel 2006 si è rivelato decisivo per la vittoria dell’Unione, tanto da far gridare ai brogli Berlusconi, com’è solito fare… quando perde. LEGGI TUTTO

giovedì, aprile 10, 2008

16:30 Daniela Santanchè (La Destra): "Berlusconi ci offrì deputati e soldi"

"Ognuno di noi, con la propria storia, non poteva mettersi in vendita. Berlusconi ha offerto il posto a noi deputati e senatori uscenti e qualche soldo". Così Daniela Santanchè risponde a Catania a una domanda sul mancato accordo tra La Destra e il Pdl. "Credo che il nostro simbolo, che racchiude sei anni della storia della Destra italiana non aveva prezzo per essere cancellato".

09:39 Veltroni: "Annientare le mafie. No ai voti insanguinati"

Il leader del Pd Walter Veltroni, intervistato ad "Unomattina", ribadisce il suo proposito di voler "annientare la mafia, la 'ndrangheta e la camorra e insiste: "La politica deve essere netta, chiudere ogni rapporto con i mafiosi che ti portano i voti. Non vogliamo voti insanguinati".

Anna Finocchiaro (Pd): «Noi siamo il nuovo, loro sono premoderni...»

Intervista ad Anna Finocchiaro di Maria Zegarelli

Ha lasciato la Sicilia soltanto ieri. Lo doveva all’Emilia Romagna, dove è candidata capolista al Senato. «Ho ricevuto un’accoglienza commovente, hanno capito che in Sicilia si sta combattendo una battaglia vera per la democrazia e che quello era il mio posto durante la campagna elettorale». Anna Finocchiaro oggi è di nuovo nella sua terra, la Sicilia di Toto’ Cuffaro e di Raffaele Lombardo (candidatura nel segno della continuità) «non è più la stessa di sette anni fa. E loro, quelli del Pdl non l’hanno capito». LEGGI TUTTO

In Sicilia i partiti politici sono due, la mafia e l'antimafia...

di RICCARDO ORIOLES
In Sicilia i partiti politici sono due, la mafia e l'antimafia. Ciascuno di essi comprende circa un quarto della popolazione, il resto ondeggia. Ma il partito dell'antimafia, in queste elezioni, non esiste. Ciascuno dei suoi notabili, persino dei più coraggiosi, in un momento o nell'altro ha deciso di correre da solo. Non s'è stata la lista Borsellino-Crocetta-Lumia-Fava e nemmeno - come due anni fa - la bandiera Borsellino. Ognuno (appoggiato a una forza esterna) per sè, e Dio per tutti. Il partito della mafia invece è rimasto unito. LEGGI TUTTO

Elezioni. più di 10 mila giovani ieri a Palermo per Rita Borsellino e Roy Paci

Più di diecimila persone ieri sera per Rita Borsellino, candidata all’Ars nella lista Rita Borsellino- La Sinistra l’arcobaleno e Roy Paci il trombettista cantante originario di Augusta e in vetta alle hit parade insieme alla band degli Aretuska. I giovani hanno affollato Piazza Sant’Anna e le strade di collegamento per tutta la durata dell’iniziativa conclusasi a tarda ora. “Grazie di essere qui – ha detto Borsellino – e grazie a Roy. Due anni fa Roy Paci era a Milano per salutare la partenza del Ritaexpress (il treno che riportò sull’isola 1200 studenti fuorisede alla vigilia del voto, ndr), oggi è voluto tornare in Sicilia per spingere il cambiamento. Non vogliamo che a governarci sia qualcuno che pensa di armare fucili, liberiamo insieme questa terra. Mi raccomando –ha aggiunto - non lasciatevi prendere dalla disillusione: andate a votare”. E alla libertà, ad un “cambiamento vero per la Sicilia con Rita Borsellino”, ha fatto appello anche Roy Paci: “Credo in Rita, nella sua serietà e nella sua passione”, ha detto lanciando il coro: “Sicilia Libera!!”. Tra i brani eseguiti, la famosissima Toda joja toda beleza, e il ritornello che gli è costato una querela di Cuffaro, Vasa, Vasa s'innì a casa.
La serata è stata aperta dal gruppo dei Matrimia. A salutare i giovani di Palermo e Roy Paci anche l’eurodeputato Claudio Fava, capolista al Senato della Sinistra Arcobaleno.

Orlando e Giambrone: "Vittorio Mangano un eroe? Un insulto contro i veri eroi"

Palermo, 10 aprile - "Definire il mafioso Vittorio Mangano un eroe è un insulto contro i veri eroi italiani e soprattutto contro coloro che sono stati uccisi dai vari Mangano della storia e dai loro amici e protettori politici". Lo affermano Leoluca Orlando e Fabio Giambrone di Italia dei Valori, che aggiungono: "quelle parole non fanno che confermare la vera natura mafiosa ed eversiva di quella parte politica che ha in Dell'Utri il proprio alfiere e portavoce.""L'aver candidato nuovamente Dell'Utri getta ancora più vergogna su chi lo ha candidato in posizione sicuramente elegibile."

L'ONORE DI MANGANO, DETTO "LO STALLIERE"
di Enrico Deaglio

“ROSANERO DELL’ANNO 2007”: MARTEDI’ LA PREMIAZIONE DI FONTANA

Martedì 15 aprile, Alberto “Jimmy” Fontana sarà premiato dalla community http://www.tifosirosanero.it/ come “Rosanero dell’anno 2007”. Il portiere del Palermo si è infatti aggiudicato il maggior numero di preferenze nel sondaggio lanciato – per il secondo anno consecutivo - sul sito all’inizio del campionato. Fontana ha ricevuto il 37,6 per cento delle preferenze, seguito da Biava ed Amauri. L’estremo difensore rosanero, che sarà accompagnato da Fabrizio Giaconia, addetto stampa dell’U.S. Palermo Calcio, riceverà una targa premio, che gli sarà consegnata dagli amministratori del sito durante la consueta cena ufficiale della comunità. L’incontro si terrà al ristorante Cin Cin, in via Manin 22 a Palermo alle 20.

Una bellissima giornata di "movimento" per il Progetto Liberarci dalle Spine

Ieri è stata una bellissima giornata di "movimento" per il Progetto Liberarci dalle Spine. Nella mattinata incontro ad Arcille con la Fondazione Caponnetto e l'Istituto Comprensivo di Civitella - Paganico. Insieme a Salvatore Calleri, Domenico Bilotta ed Elisabetta Caponnetto abbiamo incontrato tantissimi studenti e insieme ai loro insegnanti e molti genitori.
E' doveroso segnalare la preparazione dell'evento ben curata ma la cosa più importante sta nel fatto che è stato evidente prendere atto di un lavoro didattico e formativo effettuato nella programmazione scolastica in corso. Il sogno metaforico "dell'ora della legalità" da queste parti è oggi applicazione formativa con i docenti scolastici titolari: buona cosa!

Poi via a Grosseto ad un pranzo della legalità al Circolo Arci Korakanè con i candidati alle elezioni politiche presenti nelle liste del Centro Sinistra. Qui insieme ai compagni della Camera del Lavoro, Marco Giuliani ha presentato il documento programmatico dell'Arci Nazionale. Apprezzatissimo il saluto di Elisabetta Caponnetto che ha pranzato con noi. Nella serata una bellissima cena della legalità alla Casa del Popolo di Grassina organizzata dai Giovani del PD.
Erano presenti con Silvia della Monica, attuale magistrato, candidata al Senato per il PD, oltre 250 persone e sopratutto tantissimi giovani. Al termine della cena , un compagno della Casa del Popolo, annuncia la raccolta di ben 3100 euro, che una volta tolte le spese sostenute il rimanente sarà devoluto alla Cooperativa Lavoro e Non Solo di Corleone per il Circolo Arci o Casa del Popolo previsto nel bene confiscato alla Famiglia Riina. Silvia della Monica ci annuncia che vorrà essere presente all'inagurazione in quanto per lei molto impegnata in processi contro la mafia nel nostro paese essere lì quel giorno significa prendere atto del buon impegno e operato della magistratura nel nostro paese.
Un saluto a tutti
Maurizio Pascucci
Esecutivo Arci Toscana
Coordiantore Progetto Liberarci dalle Spine

mercoledì, aprile 09, 2008

Una veleggiata antimafia per Peppino Impastato

Presentato a Milano il viaggio per mare di 700 miglia da Sanremo a Cinisi per ricordare Impastato a 30 anni dalla sua uccisione. Il fratello: "Dobbiamo sconfiggere Cosa nostra definitivamente"
MILANO - Una carovana antimafia sul mare a 30 anni dalla morte di Peppino Impastato: è il progetto del Centro Peppino e Felicia Impastato di Sanremo, presentato oggi a Milano, che vede riunite associazioni, enti e artisti impegnati nella lotta alla criminalità organizzata. Un viaggio di 700 miglia sul 15 metri 'Martinez... impunito' dalla città ligure a Cinisi (Palermo) per la prima 'Veleggiata antimafia' che, dopo la partenza il prossimo 14 aprile, toccherà Savona, Genova, La Spezia, Livorno, Anzio, Napoli, Tropea, Messina e il porto di Terrasini, per arrivare a destinazione il 9 maggio, per la manifestazione nazionale del trentennale dall'uccisione di Impastato. A ogni tappa saranno organizzate mostre, incontri con le scolaresche e la cittadinanza e verrà distribuito il materiale sul tema della lotta alla mafia prodotto per l'occasione: il fumetto 'Felicia, la mafia uccide, il silenzio pure', il libro di disegni 'Cento passi, cento sorrisi' e il cd 'Vorrei', una canzone interpretata da Flavio Oreglio e i Luf e dedicata alla madre dell'attivista ucciso il 9 maggio 1978. "La lotta alla mafia deve fare un salto di qualità - ha detto il fratello di Peppino, Giovanni Impastato, intervenuto alla presentazione -. Superata la fase del ricordo e delle celebrazioni, ora dobbiamo superare la rassegnazione e ottenere la loro sconfitta definitiva". 08/04/2008
NELLA FOTO. Peppino davanti ai locali di Radio Aut.

Cracolici: "L'ultimo ad usare metafora delle armi per difendere la Sicilia fu Vito Ciancimino..."

Il capogruppo del PD all’Ars commenta le dichiarazioni di Raffaele Lombardo, candidato del PDL alla presidenza della Regione Siciliana, sull'uso dei fucili in politica...

“L’ultimo politico, o pseudo tale, che ha detto di voler prendere le armi per difendere la Sicilia, è stato Vito Ciancimino. È agghiacciante che in una terra nella quale le armi sono state usate contro la persone perbene, si utilizzi la metafora dei fucili con tanta disinvoltura. E dal momento che a volte le parole in Sicilia sono come pietre non basta, dopo averle scagliate, tentare di nascondere la mano. Raffaele Lombardo non è degno di rappresentare il popolo siciliano”.

martedì, aprile 08, 2008

Staino, 8 aprile 2008



Palermo. Ciancimino interrogato su coperture Provenzano

PALERMO - Massimo Ciancimino, il figlio dell'ex sindaco di Palermo Vito, è stato interrogato nel pomeriggio dai pm della DDA di Palermo nell'ambito di un'inchiesta che riguarderebbe le"coperture" di cui avrebbe goduto in latitanza il boss Bernardo Provenzano.Ciancimino è stato sentito con l'assistenza del proprio difensore. Il figlio dell'ex sindaco è stato condannato a cinque anni e otto mesi per riciclaggio e tentata estorsione. Nei mesi scorsi la procura di Caltanissetta lo aveva interrogato nell'ambito dell'inchiesta sui mandanti esterni alle stragi di Falcone e Borsellino. Ciancimino in una intervista aveva dichiarato di aver visto più volte Provenzano nella propria abitazione, ricevuto da Vito Ciancimino.Massimo Ciancimino ha risposto alle domande che gli sono state poste dai sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia, Antonio Ingroia e Nino Di Matteo. Quest'ultimo è titolare dell'inchiesta sul mancato arresto di Bernardo Provenzano nel 1995 a Mezzojuso, nel Palermitano. Per questo mancato blitz è adesso sotto processo il prefetto, Mario Mori, che all'epoca era vice comandante dei carabinieri del Ros. L'indagine prese il via dalle dichiarazioni fatte in procura dal colonnello dei carabinieri, Michele Riccio. Il prefetto Mori è adesso accusato di favoreggiamento alla mafia. Il verbale d'interrogatorio reso da Massimo Ciancimino nel pomeriggio è stato secretato.
07/04/2008

LA CAMPAGNA ELETTORALE HA FATTO FLOP?

di Agostino Spataro
La campagna elettorale ha fatto flop? A pochi giorni dalla sua conclusione, la domanda è d’obbligo ed anche la risposta.
Non so altrove, ma dalle mie parti se n’avvertono solo echi lontani. O poco più. Avrà influito l’inclemenza del tempo, ma non solo.La verità è che anche nella Sicilia delle grandi passioni civili, dei fuochi di paglia, dei lunghi codazzi e del delirio clientelare la politica si dimena in una grave crisi. La gente, gli stessi militanti, la prendono alla larga. Soprattutto da quando c’è il “porcellum” che sembra essere stato ideato per assestare un colpo definitivo alla democrazia italiana. LEGGI TUTTO

lunedì, aprile 07, 2008

Corleone, i galletti abbassano la cresta! Tolta la motoape di Antinoro

Non sempre vincono l'arroganza e la prepotenza. Ieri mattina, dopo la nostra nota di denuncia su Città Nuove, gli amici di Antonello Antinoro, il famoso "mister 30 mila voti di preferenza" del 2006, sono stati costretti dai vigili urbani a togliere da piazza Falcone e Borsellino la motoape con i manifesti elettorali. Vero è che continuano a tenere Corleone sotto la cappa di piombo del clientelismo più sfrenato e senza scrupoli. Ma è pure vero che contrastarli indignandosi diventa sempre possibile… (d.p.)

domenica, aprile 06, 2008

Gli alunni della scuola elementare di Corleone al giudice Prestipino: «Grazie per aver arrestato il pericoloso boss mafioso Bernardo Provenzano»

«Sulle strade della legalità», gli alunni delle quinte classi della scuola elementare di Corleone hanno incontrato, sabato scorso, il dott. Michele Prestipino, magistrato della Procura distrettuale antimafia di Palermo. Un incontro che ha sostanzialmente chiuso il progetto educativo, svoltosi durante l'anno scolastico 2007-2008, nel corso del quale i bambini hanno incontrato diversi personaggi dello Stato e della società civile, impegnati nella difesa della legalità e nella costruzione di spazi di libertà democratica. Un progetto importante, attuato con grande impegno dagli insegnanti che l'hanno animato e coordinato, dal preside prof. Salvatore Mistritta e dalle famiglie che hanno incoraggiato e sostenuto i bambini nelle ricerche, nelle scrittura delle lettere e delle poesie.

«Caro giudice, noi alunni della scuola elementare di Corleone ti ringraziamo per avere fatto arrestare il mafioso Bernardo Provenzano, dopo 43 anni di latitanza», gli hanno detto i bambini, leggendo alcune delle tante lettere preparate per lui. E Michele Prestipino, da qualche mese cittadino onorario di Corleone, si è commosso, perché tra tutti i «grazie» quello dei bambini di Corleone è stato sicuramente il più prezioso e il più significativo.

«La mafia la batteremo definitivamente – ha detto il magistrato, rispondendo alle domande degli alunni – quando la società civile le negherà il consenso, come state facendo voi».
6 aprile 2008

Fatta la legge, gabbato lo santo. Vero on. Antinoro?

La legge elettorale e le circolari applicative vietano, dal 30° giorno antecedente quello della votazione, e quindi dal 14 marzo 2008, «il lancio o getto di volantini in luogo pubblico o aperto al pubblico; la propaganda elettorale luminosa o figurativa, a carattere fisso in luogo pubblico, escluse le insegne delle sedi dei partiti; la propaganda luminosa mobile». La legge consente, quindi, la propaganda non luminosa mobile, cioè un'autovettura in movimento con manifesti non luminosi che riproducono simboli di partiti o volti di candidati.

Ma, «fatta la legge, gabbato lo santo», avranno pensato l'on. Antonello Antinoro e suoi supporter corleonesi (quelli della festa della ricotta, per capirci…). Infatti, hanno affittato una motoape, le hanno piazzato sopra due maxi manifesti di "mister 30 mila voti di preferenza", ma poi l'hanno posteggiata ormai da giorni in piazza Falcone e Borsellino, trasformandola sostanzialmente in «propaganda elettorale luminosa o figurativa, a carattere fisso in luogo pubblico», quella vietata dalla legge. Una turbata degradante per un parlamentare uscente e per i suoi supporter corleonesi, che pure rivestono importanti incarichi istituzionali. Possibile che nessun vigile urbano, nessun poliziotto e nessun carabiniere veda niente? Possibile che non si siano accorti nemmeno che la motoape, a prescindere dal suo "carico", è parcheggiata in divieto di sosta? (d.p.)

giovedì, aprile 03, 2008

"Perchè Cuffaro ha ancora la scorta?", chiede il sindacato di polizia della Cgil

Il sindacato di polizia della Cgil denuncia: "Vogliamo sapere per il quale motivo l'ex governatore, condannato in primo grado a cinque anni per avere favorito singoli mafiosi, ancora oggi sia scortato da agenti della polizia dello Stato e sia tutelato alla stessa maniera del procuratore nazionale Piero Grasso"

PALERMO - "Vogliamo sapere per quale motivo Salvatore Cuffaro, condannato in primo grado a cinque anni per avere favorito singoli mafiosi e dimessosi subito dopo da presidente della Regione siciliana, ancora oggi sia scortato da agenti della polizia dello Stato e sia tutelato alla stessa maniera del procuratore nazionale Piero Grasso e dei tanti magistrati che lottano ogni giorno contro Cosa nostra e rischiano la vita". Lo denuncia il segretario nazionale del Silp per la Cgil, Federico Schillaci, che ha posto la questione davanti a circa 150 poliziotti che stamattina si sono riuniti in assemblea nella sede della Questura di Palermo. Secondo il sindacato di polizia della Cgil, il mantenimento della scorta a Cuffaro "crea confusione e disorienta l'opinione pubblica, che non capisce perchè un politico condannato per un reato grave, anche se bisogna attendere gli altri due gradi di giudizio prima di trarre conclusioni definitive, debba avere la scorta così come i magistrati e gli imprenditori che denunciano il racket del pizzo". Schillaci chiede al governo "di fare chiarezza sulla vicenda e sul perchè viene mantenuta la scorta a Cuffaro sebbene non sia più il presidente della Regione".A scortare l'ex governatore sono gli agenti dell'ufficio speciale della polizia dello Stato, che si trova all'interno di Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione siciliana. Nell'ufficio operano una sessantina di poliziotti, una decina dei quali impegnati nel servizio scorta, che spetta ai presidenti della Regione siciliana. L'ufficio di ps non dipende dalla Questura di Palermo, ma direttamente dal ministero degli Interni.


03/04/2008

Corleone, Pio Siragusa non ci ha fatto sognare!

Pio Siragusa, vice-sindaco ed assessore alla solidarietà sociale del comune di corleone, è un tipo tosto. E, com’era prevedibile, non ci ha fatto sognare. A dispetto di tutto (anche del buon senso) ha organizzato, insieme al suo amico e sodale Pippo Cardella, l’incontro elettorale (spacciato per “Festa della ricotta”) di “mister” 30 mila voti di preferenza, on. Antonello Antinoro. E quest’ultimo (sobrio ed “elegante” come molti degli inquilini di palazzo dei Normanni) non si è nemmeno posto il problema dell’opportunità di intervenire o meno. Si trattava pur sempre di utilizzare un locale comunale, strumentalizzando gli anziani del circolo convenzionato col comune…
Ma né l’onorevole, né i suoi amici corleonesi, forti di una concezione proprietaria delle istituzioni, se ne sono curati. Avanti tutta col clientelismo, con la festa, la farina e la… forca.
Solo il tempo meteorologico (quindi il buon Dio?) non ha condiviso questo sfoggio di arroganza, facendo piovere a dirotto per tutta la giornata. Quindi, poche persone alla festa e tanta roba da mangiare rimasta sui tavoli. Ma i nostri eroi non si sono persi d’animo e (a cinque-dieci panini con la milza e la ricotta per volta) l’hanno distribuita ai pochi presenti. Sembrava di essere a… Ficuzza nell’aprile del 2007… Che ne pensa il sindaco Iannazzo? (d.p.)
3 aprile 2008

mercoledì, aprile 02, 2008

La Legacoop a Corleone. Imprese, sviluppo, legalità: contro il ricatto mafioso

Legacoop propone un patto di collaborazione alle altre organizzazioni imprenditoriali ed una campagna informativa nelle scuole

Corleone, 2 aprile 2008 - Un patto tra le organizzazioni imprenditoriali per unire gli sforzi nella lotta al racket delle estorsioni e per la sicurezza, anche attraverso iniziative per un adeguamento delle misure di contrasto alla mafia previste dalla legislazione nazionale e regionale; una campagna informativa nelle scuole per la diffusione della cultura della legalità e dell’imprenditorialità; una campagna di sensibilizzazione sul tema della legalità. LEGGI TUTTO

Una giornata storica per coniugare legalita e sviluppo
di DINO PATERNOSTRO

SICILIA, CRESCE LA FIDUCIA NELLA COOPERAZIONE

Il dato diffuso da Legacoop durante una presidenza straordinaria a Corleone, nella masseria sequestrata a Riina.

Corleone, 2 aprile 2008 - Cresce la fiducia dei siciliani nella cooperazione. Il 55% la ritiene una forza fondamentale per lo sviluppo del Paese e il 62% ha fiducia in lei. Una percentuale stabile o addirittura in crescita, rispetto a tre anni fa, nel 71% dei casi. Lo rivela l’indagine nazionale realizzata da SWG per Legacoop su un campione di 2.000 persone tra il 10 e il 16 marzo scorsi.

“Siamo molto soddisfatti per questa crescente fiducia” -spiega il presidente nazionale di Legacoop Giuliano Poletti- “soprattutto in quanto conseguenza di un nostro impegno concreto a favore dello sviluppo e della legalità, contro il ricatto della mafia e della criminalità organizzata. Da anni, infatti, Legacoop sostiene Libera Terra e le iniziative che hanno come oggetto la gestione dei beni confiscati alla mafia, in particolare da parte di cooperative di giovani. Una testimonianza di come sia davvero possibile anche in Sicilia uno sviluppo diverso, libero dalla mafia e dai suoi condizionamenti”.

Elio Sanfilippo, presidente regionale di Legacoop traccia le tappe per lo sviluppo della Sicilia

E’ Corleone Corleone la città scelta dalla Presidenza nazionale di Legacoop e dalla Direzione di Legacoop Sicilia per discutere sul tema “Insieme: legalità e sviluppo”. Luogo dell’incontro un immobile confiscato a Totò Riina, dove sono già in corso i lavori di ristrutturazione, e che presto diventerà un agriturismo, la gestione sarà affidata alla cooperativa “Pio La Torre”. LEGGI TUTTO

Amministrative, si vota il 15 giugno

Arriva la decisione della Giunta regionale, i siciliani si pronunceranno per il rinnovo di otto province e 145 comuni. I ballottaggi due settimane dopo

PALERMO
- Si voterà il 15 e 16 giugno in Sicilia per il rinnovo di otto province e 145 comuni. E i ballottaggi si terranno il 29 e 30 giugno. Lo ha deciso la giunta regionale convocata dal vicepresidente Lino Leanza. Si dovranno eleggere consigli e presidenti delle province di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo Siracusa e Trapani (non si vota dunque solo nella provincia di Ragusa). Tra i comuni, spiccano tre capoluoghi di provincia: Messina, dove dopo l'annullamento delle elezioni si è insediato il commissario, Catania, per le dimissioni del sindaco Umberto Scapagnini e Siracusa. Dei 145 comuni che dovranno scegliere il loro sindaco, 37 sono con il sistema proporzionale e 108 con il maggioritario. Si dovranno rinnovare anche sette comuni sciolti per presunte infiltrazioni mafiose: Castellammare del Golfo, Vicari, Torretta, Roccamena, Burgio, Riesi, e Terme Vigliatore.

02/04/2008

martedì, aprile 01, 2008

“ROSANERO DELL’ANNO 2007”: VINCE FONTANA

Il sondaggio “Rosanero dell’anno 2007”, online sul sito www.tifosirosanero.it, per votare il personaggio più rappresentativo dell'anno solare 2007, è chiuso. Dei dieci nomi in lizza per l’edizione 2007, è stato Jimmy Fontana ad aggiudicarsi il titolo con il 37,60% dei voti dei tifosi sia registrati al sito sia “ospiti”. Al secondo posto si è imposto Biava con il 24,38% seguito da Amauri con il 20,04% delle preferenze. Il vincitore riceverà dagli amministratori una targa premio che gli sarà a breve consegnata nella consueta cena ufficiale del sito. “Già l’anno scorso – afferma Antonio Moschitta, webmaster del sito e uno degli amministratori – la nostra iniziativa ha riscosso grande successo, anche grazie al supporto del Palermo Calcio nella persona di Fabrizio Giaconia. Per questo motivo, abbiamo deciso di riproporla nel 2007. Ci sembra un modo in più per far partecipare la nostra comunità di tifosi (e non solo) alla ‘vita’ del Palermo. L’obiettivo non è quello di dare ‘voti’ ai giocatori, ma di dimostrare loro che la tifoseria li segue, sempre e comunque. Questo è lo spirito che anima il nostro sito e che dovrebbe animare qualunque tifoso, indipendentemente dalla fede calcistica e dai colori della maglia”.