domenica, marzo 08, 2015

Non solo Gesap, 10 anni di Helg alla Camera di Commercio

La Camera di commercio di Palermo
Roberto Helg si accolla tutto. Non ci sono state altre estorsioni prima di quella perpetrata a danno del pasticciere dell’aeroporto. E non c’è nessuno accanto a lui. L’ex presidente della Camera di Commercio di Palermo si prende per intero la responsabilità della mazzetta, e resta in galera. Perché, com’è noto, gli inquirenti non sono teneri con chi si tiene per sé quello che sa.
Il sospetto che non fosse la prima volta e che agisse con il placet, se non addirittura la complicità, di qualcuno lo nutrono in tanti. E le sue stesse prime ammissioni, per via del linguaggio usato, hanno suggerito alla Procura di Palermo di vederci chiaro.

La Gesap, nel cui consiglio di amministrazione Helg ricopriva la carica di vice presidente, è sotto i riflettori. Una indagine interna, ordinata dal presidente, Fabio Giambrone, ed un’altra, della stessa Procura, che si è arricchita del caso Helg. Le modalità con le quali l’ex presidente della Camera di Commercio ha condotto la trattativa giustificano, invero, il sospetto. Non sembra proprio uno alle prime armi. In più c’è quell’impegno assicurato al pasticciere, in cambio di centomila euro.
Helg è sicuro di rispettare l’impegno, non ha dubbi, si preoccupa soltanto di avere una prima tranche di quattrini prima della delibera da parte del consiglio di amministrazione – la permanenza del punto vendita allo scalo palermitano – per evitare che la “vittima” non onori il debito. E c’è, infine, quell’assegno senza data di cinquantamila euro, in pegno dell’intera somma da pagare a rate, diecimila euro, con comodo. Il coltello dalla parte del manico lo tiene lui, all’interlocutore non resta che crederci.
Possibile che si tratti del primo ed unico episodio estortivo? “Avevo bisogno di soldi, ho la casa pignorata”, si giustifica Helg, ma gli contestano un emolumento congruo, per le cariche ricoperte,ottomila euro circa. Non bastavano per fare fronte ai debiti? Il dissesto era, invero, di proporzioni affatto modeste, è possibile che non bastassero e servissero operazioni “pronto termine” per ripianare il debito. Queste urgenze sono sopravvenute suggerendo ad Helg di abbandonare il proprio campo – garante degli imprenditori e dei commercianti taglieggiati – a quello dei taglieggiatori? Oppure ha recitato da sempre le due parti in commedia, da attore consumato.
È stato pescato con le mani nel sacco in un affare-Gesap. Ma per quasi dieci anni è stato al vertice della Camera di Commercio, e c’è chi ha fatto i conti, salati, della sua recente attività: un milione di euro per pubblicizzare l’attività antiracket, antiusura, antimafia. Un’ingente quantità di risorse pubbliche consumate per mettere in scena uno dei due ruoli, quello di paladino della legalità. Come sono stati spesi questi soldi, con quali modalità, e a chi sono finiti? È un’altra delle domande cui, probabilmente, si vorrà dare una risposta nei prossimi giorni. Non solo Gesap, insomma. Giusto per capire se le urgenze di Helg abbiano suggerito altre iniziative.


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