giovedì, gennaio 02, 2020

Nando Dalla Chiesa omaggia il cav. Pietro Oliveri: con le sue foto è stato capace "di interpretare con tanta sensibilità e modernità lo spirito dei suoi tempi e della sua città"

Carlo Alberto Dalla Chiesa nel 1949 nel cortile della caserma
dei Carabinieri di Corleone (foto Pietro Oliveri)
DINO PATERNOSTRO
Il nome di Pietro Oliveri è indissolubilmente legato alla fotografia, alle foto di Corleone: dei personaggi di questa città, dei suoi monumenti, delle sue strade, dei suoi vicoli, degli eventi svoltisi nel tempo. Il figlio Pippo ha coltivato la passione del padre ed ha conservato il suo imponente archivio fotografico. Un pezzo significativo delle foto di questo archivio sono state riprodotte nel volume di recente pubblicazione “La Corleone di Pietro Oliveri”, edizioni Plumelia, curata da Leoluca Cascio, e presentato nei locali del complesso architettonico di S. Agostino. Sfogliando il volume, prima di restare incantati di fronte alle foto della Corleone di una volta, si possono leggere alcune interessanti testimonianze, a cominciare dalla introduzione di Cascio. Ma una piacevolissima sorpresa è sicuramente trovarvi la prefazione che Nando Dalla Chiesa, figlio di quel giovane capitano che nel ’49 venne da volontario a dirigere  i Carabinieri di Corleone, ha voluto dedicare al volume.
Il prof. Dalla Chiesa non si nasconde che la fama mondiale di Corleone è purtroppo legata alla tragica presenza della mafia, a quella mafia di Liggio e Navarra, che il padre conobbe molto bene. E poi ancora di Riina e Provenzano. Ci tiene a sottolineare però che Corleone è ben altro. E da atto al cav. Pietro Oliveri di avere lasciato con i suoi fotogrammi una traccia indelebile di questo “ben altro” che è stata la città di Corleone.
Ecco le sue parole: «Per quanto a volte sorprendente, la sua Corleone non è certo una invenzione, non è un’altra Corleone, bensì una realtà corposa, profonda. Che va dalle straordinarie presenze in città del principe Umberto o del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, ai cortei nuziali o alle vie Crucis o alle processioni del Venerdì santo; dall’innocenza delle scuole elementari e dal ginnasio ai tanti mestieri locali, fino alle auto d’epoca o alla squadra di calcio. Una autentica miniera di informazioni, una storia fotografica di quasi mezzo secolo. Un materiale di formidabile interesse sul piano sociologico e antropologico. Ritratto vivo di una realtà complessa e in movimento, dentro la più grande storia d’Italia». 
Ovviamente si sofferma anche sui fotogrammi del padre negli anni ’40. Nell’ambito della storia di Corleone di quegli anni, «dentro la quale brilla -e come potrei non ricordarlo proprio io?- scrive Dalla Chiesa - la storia di un giovane capitano dei carabinieri, di nome Carlo Alberto dalla Chiesa, che a Corleone giunse volontario nel 1949. Che tentò invano ma coraggiosamente di dare giustizia a Placido Rizzotto. Che nei suoi servizi di pattugliamento notturno contemplò senza fine le stelle luminose piantate nel nero delle gole. Che da Oliveri venne ripreso con i suoi carabinieri prima dei servizi in camionetta, o davanti alla caserma che ora ne custodisce i ricordi, o durante giochi inevitabilmente tutti maschili, momenti di svago in tempi -quelli del bandito Giuliano- in cui gli uomini dell’Arma venivano falciati a decine». Si tratta – conclude Nando Dalla Chiesa – di «testimonianze preziose di cui tutti dobbiamo essere grati, e di cui io sono grato, a Pietro Oliveri, fotografo capace di interpretare con tanta sensibilità e modernità lo spirito dei suoi tempi e della sua città. Testimonianze che Pippo Oliveri ha voluto tramandarci. Per amore filiale, certo. Ma anche per amore della Sicilia e della nostra storia».
Dino Paternostro

ALCUNE IMMAGINI FOTOGRAFICHE DELLA PRESENTAZIONE DEL 21 DIC 2019
Pippo Oliveri e Marina Oddo

Beatrice Virga e Marina Oddo


Il pubblico alla presentazione del libro

Il momento dell'annullo postale

Nessun commento: