lunedì, marzo 11, 2013

Governo "alto"? «Facciamolo!». Sì di Benigni, Jovanotti... | FIRMA


di Rachele Gonnelli
Si intitola «Facciamolo» - in inglese sarebbe stato più forte anche se con maggiori riverberi di doppi sensi, we can do it - il nuovo appello lanciato ieri per un governo di cambiamento, che anche il Movimento Cinque Stelle dovrebbe aiutare a far nascere. FIRMA ANCHE TU L'APPELLO
A lanciarlo questa volta non sono gli intellettuali, anche se Salvatore Settis ha firmato ambedue, ma un gruppo di personalità provenienti da mondi diversi: c’è don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera , un altro sacerdote «di battaglia» come don Andrea Gallo, genovese come Beppe Grillo e suo vecchio amico, il cantautore Lorenzo Jovanotti, Roberto Benigni, il fondatore di Slow Food e Terra Madre Carlin Petrini e l’imprenditore della ristorazione di qualità della catena Eataly Oscar Farinetti, Roberto Saviano, i giornalisti Barbara Spinelli e Michele Serra.
L’appello, diffuso anche attraverso i social network, non entra nel merito della scelta del Quirinale su chi debba avviare le consultazioni, si limita a chiedere un esecutivo «di alto profilo» che rispetti il risultato delle urne.

«Mai, dal dopoguerra a oggi - comincia - il Parlamento italiano è stato così profondamente rinnovato dal voto popolare. Per la prima volta i giovani e le donne sono parte cospicua delle due Camere. Per la prima volta ci sono i numeri per dare corpo a un cambiamento sempre invocato, mai realizzato. Sarebbe grave e triste che questa occasione venisse tradita, soprattutto in presenza di una crisi economica e sociale gravissima».

I 10 firmatari chiedono perciò - «gentilmente ma ad alta voce, senza avere alcun titolo istituzionale o politico per farlo, ma nella coscienza di interpretare il pensiero e le aspettative di una maggioranza vera, reale di italiani» - che sia rispettata «la volontà popolare sortita dal voto del 24-25 febbraio».

Chiedono che questa speranza «non venga travolta da interessi di partito, calcoli di vertice, chiusure settarie, diffidenze, personalismi». E ritengono di interpretare «questa maggioranza, fatta di cittadine e cittadini elettori che vogliono voltare pagina dopo vent'anni di scandali, di malapolitica, di sperperi, di prepotenze, di illegalità, di discredito dell'Italia nel mondo».

Una stragrande parte del Paese che - sottolineano- «chiede ai suoi rappresentanti eletti in Parlamento, ai loro leader e ai loro portavoce, di impegnarsi fino allo stremo per riuscire a dare una fisionomia politica, dunque un governo di alto profilo» alle aspettative di un cambiamento. Don Gallo, il primo tra questi dieci a essersi espresso, giorni fa, a favore di una collaborazione tra parlamentari di centrosinistra e cinquestelle, ha poi aggiunto che a suo dire si dovrebbe anche rispettare il voto delle primarie Pd-Sel.

A chi gli chiede se con Matteo Renzi il Pd avrebbe vinto le elezioni, risponde: «Secondo me no, ci sono state le primarie e il risultato va rispettato. Io conosco Renzi - ha aggiunto - e, come si dice per i calciatori, è uno di quei talenti che deve però maturare».
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L’Unità, 11 marzo 2013

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