giovedì, dicembre 07, 2017

L’inchiesta. Chi guadagna col caos rifiuti, un business da 250 milioni

antonio fraschilla
Musumeci tratta la proroga. Ma l’emergenza ha generato un settore in mano a pochi big
C’è un sistema che da anni vive e prolifera grazie all’emergenza. Un sistema fatto dai patron delle discariche private e pubbliche, ma anche di aziende che dal nulla hanno messo su una rete di impianti di trattamento con affidamenti diretti. Un sistema che prolifererà ancora. Ieri il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti ha garantito al governatore Nello Musumeci una proroga dell’ordinanza commissariale che consente di conferire la spazzatura nelle discariche dell’Isola in deroga alle norme ambientali nazionali. Senza questa ordinanza i siti chiuderebbero. Roma darà una proroga di 3- 4 mesi. In cambio Musumeci dovrà subito avviare un piano per l’invio dei rifiuti in altre regioni o all’estero e accelerare sull’impiantistica nel breve periodo: entro l’anno riaprirà così la discarica pubblica di Enna che può ospitare 80 mila tonnellate di spazzatura.
«È stato un incontro molto proficuo — dice l’assessore all’Energia Vincenzo Figuccia — abbiamo garantito al governo nazionale la presentazione in tempi brevi di un piano per superare l’emergenza e mettere a regime il sistema: puntando sulla differenziata e sugli impianti di compostaggio. Anche se nei prossimi mesi per evitare il disastro sanitario non escludiamo alcuna azione: dall’invio dei rifiuti nelle cementerie al trasferimento all’estero » . Una cosa è certa: l’emergenza è destinata a continuare per chissà quanti mesi, considerando i tempi per realizzare veri impianti da mettere a regime, compresa l’eventuale costruzione del termovalorizzatore di San Filippo del Mela che Roma vuole autorizzare bypassando la Regione.
Ma chi vive di questa perenne emergenza, con la Sicilia che negli ultimi venti anni non ha realizzato alcun impianto alternativo alle discariche? Innanzitutto una premessa: il business del conferimento dei rifiuti vale da solo circa 250 milioni di euro all’anno. Soldi pagati dai cittadini attraverso la Tari. E al momento l’ 85 per cento della spazzatura, pari a oltre 2 milioni di tonnellate all’anno, finisce tutto nelle discariche, che fanno il bello e il cattivo tempo sapendo bene che senza impianti alternativi qualsiasi governo regionale dovrà bussare alla loro porta.
Tra i padroni delle discariche vi sono privati, in gran parte, ma anche enti pubblici. Ad esempio Bellolampo è gestita dalla Rap, società partecipata del Comune di Palermo che grazie alle tariffe del conferimento dei rifiuti da parte dei Comuni della provincia ha incassato cifre a sei zeri in questi anni e adesso chiede alla Regione di spostare altrove questi enti locali perché la discarica di questo passo a gennaio chiuderà per saturazione. Lo scorso anno, per scongiurare l’emergenza sanitaria in provincia, Crocetta ha autorizzato i comuni al conferimento a Bellolampo grazie a un affidamento diretto fatto alla ditta Ecoambiente che ha realizzato lì un impianto mobile di trattamento. La Ecoambiente è stata lanciata dal presidente di Confambiente Palermo, Guglielmo Corrente, che è uscito dalla compagine societaria, e oggi incassa 14 mila euro al giorno. Nel 2010, poi, l’allora governo Lombardo ha autorizzato ampliamenti delle discariche per 12 milioni di tonnellate. In gran parte le autorizzazioni riguardavano le discariche private. Non a caso una degli impianti diventati cardine del sistema è il sito della Sicula trasporti della famiglia Leonardi a Lentini. Qui i Comuni pagano una tariffa per il conferimento intorno ai 160 euro a tonnellata, che moltiplicato per le circa mille tonnellate che ogni giorno vengono conferite significa un fatturato da 160 mila euro al giorno, che all’anno fa oltre 50 milioni. La Sicula trasporti ha presentato richiesta alla Regione per una nuova vasca e un impianto da biogas. Ad avere disponibilità elevata per circa 800 mila tonnellate è poi la discarica di Siculiana, gestita dal gruppo Catanzaro che fa riferimento anche al presidente di Confindustria Giuseppe. Al momento riceve circa 500 tonnellate al giorno di rifiuti alla tariffa di 123 euro a tonnellata.
Ma la fame di discariche della Regione in perenne emergenza tiene in vita anche siti coinvolti in inchieste giudiziarie: dalla discarica della famiglia Proto a Misterbianco, con il rampollo Domenico a processo per corruzione, al sito della Tirreno ambiente a Mazzarrà Sant’Andrea: la spa è stata travolta dalla inchieste giudiziaria e adesso il Comune, socio al 40 per cento, ha proposto come commissario liquodatore Sonia Alfano, da sempre vicina al senatore Beppe Lumia. Il sindaco è di area Udc, partito oggi al governo con Musumeci. Ma tant’è. L’obiettivo è riattivare l’impianto di trattamento in una discarica a grande rischio ambientale come denunciato dai carabinieri del Noe. Nell’Isola dell’emergenza una discarica è per sempre.

La Repubblica Palermo, 7 dic 2017

1 commento:

Anonimo ha detto...

A questo aggiungiamo il servizi di gestione dato ai privati, che crocetta ha permesso, con la legge degli ARO.